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09 aprile 2024
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Documento vaticano può fornire indicazioni ai governanti cristiani
di Viola Fiore

C'è anche la guerra fra le "gravi violazioni della dignità umana" su cui punto il dito il Vaticano con il documento del Dicastero della dottrina della fede "Dignitas infinita".

I documento cita "tutto ciò che è contro la vita stessa, come ogni specie di omicidio, il genocidio, l’aborto, l’eutanasia e lo stesso suicidio volontario" ma anche "tutto ciò che viola l’integrità della persona umana, come le mutilazioni, le torture inflitte al corpo e alla mente, le costrizioni psicologiche", la pena di morte e "tutto ciò che offende la dignità umana, come le condizioni di vita subumana, le incarcerazioni arbitrarie, le deportazioni, la schiavitù, la prostituzione, il mercato delle donne e dei giovani, o ancora le ignominiose condizioni di lavoro, con le quali i lavoratori sono trattati come semplici strumenti di guadagno, e non come persone libere e responsabili".

Una guida utile per il governo del premier Meloni, la quale in più occasioni ha sottolineato di essere "cristiana", come pure per il vicepremier Salvini, spesso alle prese con messe, rosari e dichiarazioni con richiami a Gesù, Giuseppe e Maria. La guerra è definita "tragedia che nega la dignità umana" per cui non si può parlare di una possibile "guerra giusta" (quindi nemmeno il diritto alla difesa la può giustificare, si deve desumere).

Ma oltre che per Salvini ci sono indicazioni anche per Piantedosi, dato che nel documento si parla del "travaglio dei migranti", la cui "vita è messa a rischio perché non hanno più i mezzi per creare una famiglia, per lavorare o per nutrirsi". Pare che la Chiesa cattolica lo voglia spiegare al ministro dell'Interno, che non l'aveva capito, colpevolizzando i migranti che affrontano il mare con le loro famiglie e per questo sarebbero irresponsabili: provando a mettersi nei panni di un migrante, disse che lui non si sarebbe messo in mare neanche se disperato perché "educato alla responsabilità verso quello che si può dare al proprio paese".

Il documento si sofferma poi sulla tratta delle persone, che viene definita "attività ignobile, una vergogna per le nostre società che si dicono civilizzate" invitando "sfruttatori e clienti" a fare un serio esame di coscienza. Allo stesso modo si invita a lottare contro fenomeni quali "commercio di organi e tessuti umani, sfruttamento sessuale di bambini e bambine, lavoro schiavizzato, compresa la prostituzione, traffico di droghe e di armi, terrorismo e crimine internazionale organizzato".

Si citano inoltre "l’abuso sessuale": si tratta di "sofferenze che possono durare tutta la vita e a cui nessun pentimento può porre rimedio". Si continua con la discriminazione delle donne e la violenza su di esse, citando tra queste ultime "la costrizione all’aborto, che colpisce sia la madre che il figlio, così spesso per soddisfare l’egoismo dei maschi". Si condanna il "femminicidio".

Netta è poi la condanna dell’aborto: "fra tutti i delitti che l’uomo può compiere contro la vita, l’aborto procurato presenta caratteristiche che lo rendono particolarmente grave e deprecabile» e si ricorda che la «difesa della vita nascente è intimamente legata alla difesa di qualsiasi diritto umano". Forte anche il no alla maternità surrogata, "attraverso la quale il bambino... diventa un mero oggetto", una pratica che "lede gravemente la dignità della donna e del figlio... fondata sullo sfruttamento di una situazione di necessità materiale della madre. Un bambino è sempre un dono e mai l’oggetto di un contratto".

Nell’elenco sono poi citati eutanasia e suicidio assistito, condannano la definizione di "morte degna" (probabilmente qui si vuol criticare l'aggettivo "dignitosa", ricordando che la "sofferenza non fa perdere al malato quella dignità che gli è propria in modo intrinseco e inalienabile". Si parla quindi dell’importanza delle cure palliative e dell’evitare "ogni accanimento terapeutico o intervento sproporzionato", ribadendo che "la vita è un diritto, non la morte, la quale va accolta, non somministrata".

Dopo aver ribadito che nei confronti delle persone omosessuali va evitato "ogni marchio di ingiusta discriminazione e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza", denunciando come contrario alla dignità umana il fatto che in alcuni luoghi persone vengano incarcerate, torturate e perfino private del bene della vita "unicamente per il proprio orientamento sessuale" viene criticata la teoria del gender, "che è pericolosissima perché cancella le differenze nella pretesa di rendere tutti uguali".

Il Vaticano afferma che "voler disporre di sé, così come prescrive la teoria del gender... non significa altro che cedere all’antichissima tentazione dell’essere umano che si fa Dio". La teoria del gender "vuole negare la più grande possibile tra le differenze esistenti tra gli esseri viventi: quella sessuale" e sono "da respingere tutti quei tentativi che oscurano il riferimento all’ineliminabile differenza sessuale fra uomo e donna". Si queste affermazioni saranno contenti Pillon e Adinolfi.

Negativo quindi anche il giudizio sul cambio di sesso, che "di norma, rischia di minacciare la dignità unica che la persona ha ricevuto fin dal momento del concepimento" anche se "questo non significa escludere la possibilità che una persona affetta da anomalie dei genitali già evidenti alla nascita o che si sviluppino successivamente, possa scegliere di ricevere assistenza medica allo scopo di risolvere tali anomalie".

Insomma, pochissimo spazio per il libero arbitrio, ma anche per i guerrafondai e per le arbitrarie violazioni dei diritti da parte dei governanti occidentali che si richiamano alla tradizione cristiana e ad un elettorato cattolico...


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