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Caso Molinari: Zagrebelsky si spende per la causa sbagliata
di Clara Statello
Incuriosita, ero corsa a leggere la colonna su La Stampa di Zagrebelsky, pensando: "Oh finalmente, qualcuno alza la testa".
Mi disegnano cattiva, ma in fondo sono ingenua e ottimista come una giovinetta: dimentico sempre infatti, che quando i liberali parlano della libertà si riferiscono soltanto alla libertà loro e dei loro padroni, mica alla libertà di tutti.
E niente, dopo la messa al bando dei media russi, dopo le liste di proscrizione di giornalisti e intellettuali "dissidenti", dopo la Santa Inquisizione mediatica contro Di Cesare, Jorit e Bergoglio, dopo la censura da parte dei comuni del film "Il Testimone", Zagrebelsky scende nell'agone dell'opinione pubblica per difendere la libertà di espressione di Maurizio Molinari, il direttore di Repubblica, l'altro quotidiano dei padroni Elkan Agnelli.
Nel riprendere gli studenti dell'Università di Napoli, definendoli arroganti ed in buona sostanza stupidi, argomenta che ascoltare le opinioni diverse serve anche a rafforzare le proprie idee, è pur sempre un arricchimento.
Senti Volodymir perché non vai a dire la stessa cosa ad Ursula von der Leyen, a Borrell, a Lepore, Nardella, Sala e al tuo direttore che consente continue campagne denigratorie a chi non sostiene la linea editoriale che i vostri padroni vi hanno imposto?
Qui siamo all' "io so io io e voi nun siete un cazzo" ma pronunciato con accento torinese...
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