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Meloni attacca Mattarella e sogna i pieni poteri
di Elisa Fontana
“Penso che sia molto pericoloso togliere il sostegno delle istituzioni alla polizia”. Dopo 4 giorni di silenzio tombale ed usuale della nostra Presidente del consiglio sulle ennesime manganellate di Pisa e Firenze e dopo il secco monito di Mattarella, queste sono state le prime parole di commento che Giorgino ha sentito di fare.
Tutti hanno visto in queste parole una netta presa di distanza dal presidente Mattarella e dalle sue parole. Ma Giorgino ha negato con vigore che le sue parole fossero rivolte a Mattarella. Ora, come ben sapete da lunga frequentazione, io credo sempre ad occhi chiusi a ciò che dichiara Meloni, perché le riconosco grande pacatezza, senso delle istituzioni, rispetto istituzionale e grandissima onestà intellettuale.
Ed è proprio per questi motivi che vorrei sommessamente chiedere a Giorgino a quali istituzioni si riferisse quando ha dichiarato. Se non si riferiva alla presidenza della Repubblica, a chi si riferiva? Quale istituzione ha fatto mancare il sostegno alla polizia? Le forze dell'ordine stesse? I sindacati? I partiti? Le dame di S.Vincenzo? Scaramacai?
Ci faccia sapere, perché ardiamo dalla necessità di sapere.
Io che non sono intellettualmente onesta come la nostra presidente del consiglio qualche sospetto lo covo.
Il gelo con cui ha accolto le parole di Mattarella sono solo una prova generale e muscolare del futuro premierato che Giorgino sogna anche la notte. Con la sua meravigliosa riforma il Mattarella della situazione non avrebbe nessuna voce in capitolo, nessuno spessore personale, nessuna possibilità di moral suasion. Niente.
Quella di Giorgino è la prova generale della solita minestra di autocommiserazione: Vedete? Sono frenata nella mia missione anche dal dover rendere conto al presidente della Repubblica che mette becco in faccende in cui, se avessi i pieni poteri, avrei l'assoluto comando. E non dovrei rendere conto delle manganellate della polizia e dell'evasione fiscale e dei mille condoni e delle spiagge svendute e dei ministri sotto inchiesta e di tutto quello che mi frena nella mia meritoria opera.
Queste cose, e che l'attacco fosse rivolto a lui, Mattarella le ha capite benissimo, non occorre che nessuno gliele spieghi e il fatto stesso che abbia parlato in questa occasione vuole sottolineare che il ruolo di garanzia costituzionale del Presidente è fondamentale e non possiamo permetterci di perderlo con una riforma che presenta moltissime criticità anche costituzionali.
Mattarella è sempre stato attentissimo a non eccedere dal suo ruolo e non lo farà nemmeno questa volta. Ma a chi saprà intendere parlerà, eccome, sia quando farà felice il governo stigmatizzando gli insulti a Meloni, sia quando farà sentire il suo autorevole disappunto come nei fatti di Pisa.
Mattarella è un vecchio leone e venderà cara la pelle, non per se stesso, ma per l'istituzione che rappresenta. Meloni si rassegni e si consoli con i suoi autorevoli costituzionalisti o, in mancanza, con Donzelli. A ciascuno il suo.
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