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18 gennaio 2024
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Lavoro nero esternalizzato
di Elisa Fontana

C'è un nuovo trend economico che sfugge ai più.

Se prima le grandi aziende chiudevano le fabbriche in Italia per delocalizzare in altri stati europei o esotici dove la manodopera costava meno che in Italia, adesso le fabbriche non le apriamo proprio, ma esternalizziamo (che bel verbo, vero?) il lavoro da fare ad altri soggetti che non hanno nemmeno loro i mezzi per produrre, ma hanno una risorsa pregevole: manodopera a bassissimo costo intruppata dentro le mitiche fabbrichette del territorio lombardo in condizioni di estremo sfruttamento. Insomma, le ditte a cui viene esternalizzato il lavoro sono né più, né meno che caporali che si incaricano di reclutare manodopera alle più basse condizioni economiche possibili.

Per questi motivi il Tribunale di Milano ha commissariato la Alviero Martini S.p.A., brand di lusso che sforna borse con le mitiche mappe stampate sopra. La Alviero Martini ha appaltato l'intera produzione a società terze senza mai effettuare ispezioni su tutta la filiera produttiva per accertarsi delle reali condizioni di lavoro. E così i carabinieri sono arrivati ad 8 fabbrichette sparse in Lombardia e risultate tutte totalmente irregolari. Tutte.

Dentro c'erano occupati in nero e non in regola con il permesso di soggiorno, avvenivano pagamenti sotto la soglia di legge, l'orario di lavoro molto, ma molto elastico, ambienti di lavoro insalubri, violazioni sistematiche della sicurezza sul lavoro. Le maestranze alloggiate in condizioni igienico sanitarie da arresto immediato. Insomma, avete presente gli opifici inglesi ottocenteschi in cui nacque la rivoluzione industriale sulla pelle di una classe operaia sfruttata e vilipesa che spesso ci rimetteva la pelle? Ecco, le condizioni in cui lavoravano coloro che realizzavano le borse Alviero Martini erano esattamente queste, ma in Lombardia e nel 2024, non a Londra nell'Ottocento.

L'indagine è nata dopo la morte di un lavoratore, schiacciato da un macchinario e assunto il giorno dopo la sua morte. Guardando i consumi notturni gli investigatori si sono accorti di anomali consumi, dovuti alla produzione notturna per dribblare eventuali controlli. Sono venuti alla luce paghe da 6 euro l'ora, dispositivi di sicurezza tolti per aumentare la produzione, seminterrati trasformati in dormitori e, insomma, tutto lo schifo cui ormai siamo abituati.

E adesso viene il bello. La Procura di Milano scrive che “si è disvelata una prassi illecita così radicata e collaudata da poter essere considerata inserita in una più ampia politica d'impresa diretta all'aumento del business”. E come risponde la Alviero Martini? Che i loro appalti “sono disciplinati da un preciso codice etico a tutela del lavoro e dei lavoratori. Laddove emergessero attività illecite effettuate da soggetti terzi introdotte a insaputa della società, assolutamente contrari ai valori aziendali (!) si riserva di intervenire nei modi e nelle sedi opportune”.

Vedi tu i casi, una borsa appaltata veniva a costare circa 50 euro con un guadagno netto medio di 300 euro e loro non si erano mai accorti di niente, mai fatto una domanda, mai avuto un sospetto. Eh, questi poveri imprenditori del made in Italy... eh, sì, perché pare che la pratica non riguardi solo Alviero Martini, ci credereste mai?


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