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Palestina: un bruciante senso di ingiustizia
di
Rossella Ahmad
Discutendo amabilmente con una scalmanata questa mattina - cioè amabilmente quanto può essere discutere con qualcuno che infarcisca le sue risposte di insulti e minacci di farti schedare da non so chi - mi sono venuti alla mente libri letti tempo fa e autori che, per un attimo, avevo dimenticato. Ghada Karmi è tra questi.
Nata a Gerusalemme nel 1939, figlia di un linguista di agiata famiglia, trascorse la sua infanzia nel sobborgo gerusalemita di Katamon, da cui fu espulsa al momento della costituzione dello stato d'Israele. La villa di famiglia fu letteralmente rubata da coloni provenienti dall'estero, episodio che segnò la vita di Ghada in maniera indelebile. "Un bruciante senso di ingiustizia", lo descrisse in seguito.
La famiglia riparò prima in Siria, poi in Inghilterra , dove Ghada si laureò in medicina, dedicandosi alla cura delle minoranze e dei richiedenti asilo. Simpatizzante dell'Olp, ottenne un dottorato in Storia della medicina araba all'università di Londra, fu professore associato al Royal Institute of International Affairs e alla Università metropolitana della capitale britannica.
Autrice prolifica, nel suo saggio "Return" descrisse il ritorno nella sua casa di famiglia a Gerusalemme, a seguito di un invito da parte dell'uomo che ci abitava e che rispondeva al nome di Steven Erlanger, giornalista del New York Times, il quale aveva compreso che l' appartamento nel quale viveva era stato ricavato dalla proprietà Karmi.
Un'esperienza dolorosa per Ghada, che la descrisse con queste parole: "Non riuscivo a pensare ad altro che alla moltitudine di alieni che avevano vissuto in quelle stanze dopo di noi e che, a poco a poco, avevano cancellato la memoria della nostra presenza".
Memorabile il suo faccia a faccia con Dani Dayan, familiare del famigerato sionista Moshe:
- Ghada, Dani ha affermato che rispetta le sue aspirazioni nazionali, cosa ha da rispondergli?
- Rispetta le mie aspirazioni nazionali, è così? Bene, l'unico modo di rispettare le mie aspirazioni nazionali, la migliore maniera di mostrare ciò , è quello di uscire dalla mia terra. La osservo affascinata, signor Dayan, davvero, e non riesco a comprendere come possa avere una faccia tosta tale da ritenere e da far credere alla gente, gente sensibile, che un uomo nato in Argentina da una famiglia ucraina possa avere una qualche connessione con la mia terra.
E c'è un altro punto che vorrei sottoporle, dal momento che mi rispetta così tanto. A dispetto della sua eloquenza, per molte persone lei ed i suoi amici coloni non rappresentate altro che comuni ladri. Vivete su terre rubate, bevete acqua rubata, mangiate frutta rubata, coltivate in fattorie rubate. Mi convinca, e convinca il pubblico e gli spettatori, che lei ed i suoi amici coloni non siete ladri comuni".
 
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