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19 novembre 2023
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Pacchetto sicurezza: tutela i cittadini o mina libertà di opinione?
di Alessandro Balducci *

Non si riescono a capire le ragioni alla base del recente (ennesimo!) pacchetto sicurezza del governo. Di sicuro c'è solo che la destra estrema, tende a dare una risposta securitaria e/o penalistica ai problemi che di volta in volta si presentano - anche di quelli che non dovrebbero essere affrontati col Codice Penale.

Una risposta che:
1) non risolve assolutamente i problemi;
2) produce carcerati che vanno ad aumentare ulteriormente la già elevata popolazione carceraria ed il sovraffollamento delle patrie galere per il quale l'Italia è stata già condannata diverse volte dalla Cedu.

Per altri aspetti del suddetto pacchetto, si ha l'impressione che la ratio semplicemente non esista e che si voglia rispondere con misure estreme o di emergenza a situazioni che di emergenziale hanno poco o nulla avendo a mente ben altri scopi.

Per esempio qual è il senso di quella norma inquietante e francamente pericolosa che consente agli agenti delle forze dell'ordine in borghese di dotarsi di armi fuori ordinanza? Esiste forse un problema o si sono verificate delle situazioni nelle quali risulta essere giustificata la necessità per gli agenti in borghese di avere con sé una pistola? Siamo sicuri di aumentare la sicurezza della popolazione incrementando il numero di armi in circolazione?

Da un rapido sguardo al passato ed in particolare alle vicende di cui ci siamo occupati e che abbiamo commentato in questo Bollettino, non risultano episodi o situazioni nelle quali se un agente in borghese avesse avuto con sé un'arma le cose sarebbero andate per il verso giusto. O forse queste situazioni si sono verificate e noi non ne siamo a conoscenza; o sono state di scarsa rilevanza mediatica e quindi note a pochi....

Piuttosto la storia della cronaca giudiziaria di questo Paese ha visto diversi casi drammatici e tragici di violenze eseguita da alcuni settori ristretti delle forze dell'Ordine verso cittadini in stato di fermo o durante un semplice controllo (vedi casi Stefano Cucchi e Federico Aldrovandi tanto per citare i più clamorosi) che difficilmente avrebbero potuto nuocere agli agenti visto che non erano armati neanche di un temperino.

Un altro aspetto del pacchetto sicurezza che genera inquietudine e preoccupazione per l'esercizio dei diritti politici e civili - e di cui francamente non se ne intravede l'utilità o la necessità - è la punizione con il carcere da 6 mesi a 3 anni per coloro che attuano blocchi stradali; la sanzione carceraria sostituisce la sanzione amministrativa da mille a 4mila euro con la quale fino a ieri veniva punito questo comportamento.

In questo caso sembra proprio di vedere la volontà dell'esecutivo di estrema destra di punire e “vendicarsi” contro i ragazzi di “Ultima generazione” che usano spesso il blocco stradale quando scendono in piazza per manifestare. Nonostante già nel 2018 Salvini avesse promulgato una legge (proprio rivolta contro Ultima generazione) che punisce col carcere da 1 a 6 anni chi ostruisce il traffico con oggetti (per es. uno striscione).

In questo caso è evidente l'accanimento del governo contro coloro che osano mettere in discussione l'attuale ed insostenibile modello di sviluppo che sta portando il mondo, o meglio, il globo terracqueo (e soprattutto l'umanità che lo abita!) alla catastrofe. E come non pensare anche alle manifestazioni dei lavoratori delle aziende in crisi che spesso, per attirare l'attenzione dei media sulla loro drammatica situazione, manifestano per le strade con conseguenti blocchi delle strade o delle ferrovie.

Per chiudere la discussione su questo aspetto del nefasto pacchetto sicurezza (ma sicurezza di chi??) diciamo solamente che se tale accanimento penalistico fosse rivolto anche contro chi evade le tasse, o contro chi inquina e si macchia di crimini contro l'ambiente, l'Italia sarebbe un Paese non solo più sicuro ma anche più giusto.

Le norme assurde dello squinternato pacchetto sicurezza (che da questa breve disamina è chiaro che più che conseguire l'obiettivo della sicurezza dei Cittadini vogliano colpire il Diritto al dissenso) purtroppo fanno il paio con l'insofferenza del governo e di suoi autorevoli esponenti contro il diritto di sciopero.

Se mettiamo in fila il tutto, ed anzi aggiungiamo lo scellerato progetto di premierato con annessa modifica della Costituzione (su cui il Bollettino si è già espresso e sul quale si ritornerà) ci viene il ragionevole sospetto che l'esecutivo Meloni voglia intraprendere un percorso autoritario ed autocratico.

E' una strada pericolosa perché abbandonare la cultura della Costituzione e dello Stato di Diritto per avviarsi su percorsi forieri di instabilità e di profondi conflitti nella popolazione, non permette di valutare le eventuali conseguenze sull'intera Nazione. Purtroppo certe concezioni arcaiche del potere (un potere centralizzato e visto come delega assoluta da parte della popolazione al governo con decadimento del ruolo del Parlamento) sono ancora troppo piantate nella cultura politica della destra italiana e in particolare di FdI, erede dell'Msi neofascista.

Ecco allora che si ritiene giusto e doveroso criticare ed opporsi a tutte quelle leggi e quei provvedimenti che in nome della “sicurezza dei Cittadini” spesso nascondono attacchi più o meno velati alla convivenza civile e democratica.

* Coordinatore Commissione Cittadinanza e Costituzione dell'Osservatorio


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