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Cisgiordania: rischio terzo fronte dopo attacchi di Israele
di
Mauro W. Giannini
Il canale israeliano Kan ha riferito che "C'è paura di un terzo fronte in Cisgiordania", sottolineando che l'occupazione ha portato avanti un'aggressione contro Gaza che dura da 42 giorni, e sono in corso scontri al confine settentrionale con della Resistenza islamica libanese.
Dall’inizio dell’aggressione contro Gaza il 7 ottobre, le forze di occupazione hanno lanciato continue aggressioni in sordina contro le aree della Cisgiordania con i coloni che predavano le case dei civili e centinaia di morti palestinesi in una zona dove non era presente Hamas. Dopo diversi giorni e vittime, la popolazione locale ha cominciato a difendersi.
All'inizio di questo mese, preoccupazioni simili erano state sollevate il 10 novembre. I media israeliani hanno espresso crescente apprensione all'interno delle istituzioni militari e di sicurezza israeliane riguardo al potenziale scoppio di un'intifada in Cisgiordania.
Shirit Avitan Cohen, corrispondente per gli affari diplomatici e analista politico del quotidiano Israel Hayom, ha riferito che durante un incontro il 7 novembre con i capi dei consigli di insediamento in Cisgiordania, sono emerse ulteriori informazioni sulla preparazione di "Israele" a qualsiasi escalation su un terzo fronte, oltre Gaza e il Libano, sono stati resi noti.
Cohen ha indicato che lo scenario previsto implica "un'intifada nel cuore di Israele contro i coloni", rivelando crescenti preoccupazioni e preparativi all'interno degli ambienti israeliani per potenziali disordini nella regione.
Fonti coinvolte nella valutazione della situazione hanno indicato che ci si aspetta che alcuni individui effettuino operazioni contro i coloni per le strade. Questa crescente preoccupazione è alimentata dall’assenza di oltre 100.000 lavoratori palestinesi dalla Cisgiordania, che si sono astenuti dall’entrare in “Israele” a causa delle festività ebraiche.
Venerdì all’alba, le forze di occupazione israeliane hanno fatto irruzione in diverse città e paesi della Cisgiordania. Queste azioni hanno portato a scontri e feriti poiché i residenti hanno resistito ai veicoli e alle forze di occupazione durante i loro raid nelle aree colpite.
A Jenin, un gran numero di forze di occupazione, accompagnate da più di 80 veicoli militari e bulldozer, hanno preso d'assalto diversi quartieri della città e le vicinanze del campo e hanno schierato i loro cecchini sui tetti di diverse case ed edifici, provocando l'epidemia. di scontri con giovani.
Le forze di occupazione hanno lanciato bombe lanciarazzi nel cielo di Jenin, in concomitanza con un intenso volo di aerei da ricognizione.
I combattenti della Resistenza hanno affrontato le incursioni israeliane con ordigni esplosivi e proiettili. La Brigata Al-Qassam a Jenin ha riferito che i combattenti nel campo hanno preso di mira le Foi utilizzando sia proiettili che ordigni esplosivi, ingaggiando contemporaneamente scontri armati con loro.
 
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