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17 novembre 2023
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Salvini e il lento ribaltone della Lega
di Renato De Vecchis

La Lega era nata come un movimento di popolo con rivendicazioni autonomiste e invece oggi si allea con gli esponenti massimi, per consolidata tradizione, dello statalismo centralista fascista, ovvero i Fratelli di Italia, continuatori dichiarati del messaggio politico di Almirante che negli anni '70 contro la istituzione delle Regioni si era prodotto in una opposizione strenua, ricorrendo tra l' altro a forme memorabili di ostruzionismo parlamentare.

Sotto la guida di Salvini, la Lega di fatto trascura le istanze autonomiste che sono solo un vuoto orpello estraneo alla strategia reale di Salvini, che appare quella di conseguire il successo personale in una riedizione del bonapartismo consolare intriso di forte volontà di autorità centrale. A ulteriore prova della svolta, ci sono le aperture di credito agli sciovinisti francesi di Marie Le Pen e ai neonazisti tedeschi.

Viene così tradito il DNA originario della Lega, partito di lavoratori sedicenti defraudati dalla politica assistenziale e mafiosa di Roma ladrona. Anche l'apparentamento con Verdini, finanziere manovriero e bancarottiere condannato, si iscrive nel solco della mentalità rapace e carrierista del Salvini.

La Lega con Salvini ripudia i valori di simbiosi e vicinanza ideale alle ragioni e ai sentimenti delle minoranze loco-regionali conculcate in cerca di affermazione della loro autonomia. Così abiura i valori fondanti prendendo le distanze dalla lotta per l'affermazione del diritto all'autodeterminazione politica dei patrioti russofoni del Donbas.

Ad essa fa seguito poi l'adesione sostanziale alla strategia sanzionatoria antirussa e soprattutto la vile prosecuzione del sostegno incondizionato alle forniture belliche per l'Ucraina che alimentano sine die l'odio interetnico, e la perpetuazione dello scontro tra due popoli un tempo affini e fraternamente solidali.

Con Salvini al timone della Lega si assiste al ripudio dell'agenda politica basata sui temi dell'uguaglianza sociale, della difesa dei deboli e degli svantaggiati, dell'equità fiscale, del recupero dei diritti sindacali etc.

In alternativa, il movimentismo salviniano propone la difesa della famiglia nella declinazione clerico-fascista pavida del nuovo e rigorosamente deprecatrice della omosessualità, la fedeltà atlantica, lo scetticismo nei confronti della innovazione energetica, l'eliminazione dei controlli sugli appalti, la costruzione del ponte, l'elogio di Trump che scredita il parlamentarismo e di Netanyahu che schiaccia nell'apartheid i palestinesi.

Insomma la Lega da autonomista è divenuta centralista e organizza convegni e cortei non a favore dei patrioti catalani epurati e condannati per sedizione separatista ma piuttosto a favore di Israele che segrega con recinzioni murarie di 700 km i palestinesi nella loro terra e invoglia così i facinorosi a trasformarsi in terroristi.

Salvini, rinnegatore di Bossi e Miglio e ora anche epigono del fascista Rocco e organizzatore della repressione operaia.


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