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                    Repubblica, subdolo discredito su corteo di pacifisti a Romadi 
           Rita Newton
  
                    
"“Palestina libera” e cori contro Israele, manifestanti a Roma da tutta Italia: tensione alta e massima sicurezza. Pattugliate le stazioni. Ad organizzare la manifestazione 'Contro la guerra e per una giusta pace' è la Comunità palestinese di Roma e del Lazio. Non si esclude la presenza di esponenti legati al gruppo terrorista di Hamas ed Hezbollah." 
 
E' questo il modo in cui La Repubblica edizione di Roma ha scelto di dare la notizia del corteo nazionale senza bandiere di partito e con la sola bandiera della pace che si sta tenendo in queste ore nella capitale, dopo la grande manifestazione a Napoli di ieri sera. Si tratta del titolo e del catenaccio dell'articolo che parla dell'evento.
 
Anche ai più ingenui appare chiaro il tentativo di boicottare il corteo gettando discredito sugli organizzatori (la Comunità palestinese è indicata a fianco della frase sui terroristi) e i partecipanti e insinuando in chi voglia unirsi alla manifestazione timori di trovarsi fianco a fianco con terroristi, di essere etichettati come terroristi o financo di restare vittime di azioni terroristiche.
 
"Non si esclude", un bel modo di fare informazione. Sarebbe come se io dicessi che non si esclude che nella redazione di Repubblica ci sono spie sioniste, cornuti, prostituti o una qualsiasi figura criminale indicata come tale dal codice penale, come ladri, mafiosi o spacciatori. 
 
Perché se si accusa qualcuno di essere terrorista bisogna provarlo, pena una condanna per diffamazione, invece gettando il sassolino del "non si esclude" si ottiene un effetto diffamatorio generalizzato senza doverne pagare le conseguenze, quindi è una prova di vigliaccheria oltre che di scarsa etica professionale e di pessima informazione.
 
Infatti, anche se l'informazione provenisse dalla Digos, non si può invocare il dovere di cronaca, perché una cosa è che le forze dell'ordine stiano in allerta per la possibile presenza di qualche esaltato o anche terrorista (che però potrebbe anche non esserci, è solo una precauzione sempre doverosa in caso di manifestazioni di qualunque colore) e indicare questa circostanza nell'articolo in modo marginale, altra è dare in pasto al pubblico come titolo e sottotitolo quella frase non legata a specifici fatti provati ma che getta ombra su tutti i manifestanti ed è idonea a dissuadere alcuni dalla partecipazione. 
 
  
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