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Empatia selettiva e conflitti contemporanei
di
Roberto De Vogli
Che cos'è l'empatia selettiva? Perché è così importante per capire cosa sta succedendo oggi nel mondo?
L’empatia selettiva si riferisce alla tendenza degli individui ad empatizzare maggiormente con determinati individui o gruppi mostrando meno empatia verso gli altri. Implica la decisione conscia o inconscia di entrare in empatia in modo selettivo in base a fattori quali razza, genere, nazionalità o status sociale.
Un aspetto dell’empatia selettiva è il concetto di pregiudizio all’interno del gruppo, in base al quale gli individui tendono a mostrare maggiore empatia verso i membri del proprio gruppo o comunità. Questo pregiudizio può portare a favoritismi e discriminazioni contro individui appartenenti a gruppi diversi, perpetuando divisioni e disuguaglianze sociali.
Un altro fattore che influenza l’empatia selettiva è la somiglianza percepita tra sé e gli altri. Le persone spesso trovano più facile entrare in empatia con coloro che percepiscono come simili a loro in termini di valori, credenze o esperienze, etnia, colore della pelle e nazione. Ciò può comportare una mancanza di empatia nei confronti di individui percepiti come diversi o non familiari.
L’empatia selettiva può anche essere influenzata dalle rappresentazioni dei media e dalle narrazioni sociali e nazionalistiche. Può essere alimentata dal modo in cui le istituzioni educative insegnano la storia. I media svolgono un ruolo significativo nel plasmare la percezione del pubblico e possono rafforzare stereotipi o pregiudizi, portando a livelli differenziali di empatia verso gruppi diversi. Basta raccontare fatti e eventi relativi a nazioni o popoli usando filtri nazionalistici o etnocentristi per creare folle di persone che amano la propria bandiera, ma odiano altre nazioni, etnie o popoli.
È importante riconoscere le potenziali conseguenze dell’empatia selettiva. Quando l’empatia non è estesa equamente a tutti gli individui, può perpetuare gravi ingiustizie sociali e perfino genocidi. Può ostacolare gli sforzi verso l’uguaglianza, i diritti umani e l’inclusività. In queste settimane, ad esempio, il martirio (genocidio così come definito da oltre 800 esperti di legge internazionali) di un popolo è avvenuto con il pieno sostegno morale, economico e militare di governi democratici che pontificano sull'importanza di valori come la democrazia all'interno dei proprio "IN-GROUP", ignorando in modo accurato e sistematico che gli stessi valori e democrazia causano conseguenze letali per una popolazione "OUT-GROUP."
E' stupefacente leggere le puerili argomentazioni a favore di azioni che da decenni sono sistematicamente condannate dalle Nazioni Unite e da chi ha una minima competenza in affari internazionali. Il silenzio assordante su un tema così importante è forse il riflesso di quello che crediamo di essere ma non siamo in Europa e negli Stati Uniti (ex colonia Europea). L'empatia selettiva è un tema letteralmente ignorato se non sepolto lontano dalla nostra (in)coscienza forse perchè affrontarlo sarebbe come guardarsi allo specchio come fece Dorian Gray.
Ma forse la domanda è questa: la capacità di porsi nello stato d'animo o nella situazione di altre persone, sentire ciò che altre persona stanno provando, provare compassione per la sofferenza altrui sono sentimenti universali? E' possibile sbarazzarsi di preferenze etniche, nazionalistiche, provando un senso di appartenenza che va oltre i propri "confini" nazionali, etnici e psicologici?
L'empatia universale esiste? E' possibile che tutti provino compassione per tutti? E' possibile provare eguale compassione sia per le sofferenze dei civili colpiti a Tel Aviv e Kiev che per le sofferenze dei civili colpiti a Gaza e Donetsk(o in Yemen, Afghanistan, Iraq, Libia, Sudan, etc...)
Tutti i civili vittime di violenze e militarismo di tutti i paesi non meritano la nostra stessa compassione e solidarietà?
O le nostre lacrime scendono forse a targhe alterne?
 
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