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17 ottobre 2023
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Attacco di Hamas: rivelazioni di due sopravvissute
di Tamara Gallera

Hamas ha pubblicato lunedì sera il primo segno di vita di una dei rapiti a Gaza, Miya Shem, che sarebbe stata rapita nella zona di Sderot dopo essere stata ad una festa a Ra'i.

All'inizio del video la si vede lì mentre si sottopone a cure mediche, poi la si filma mentre si rivolge direttamente alla telecamera in cui afferma "mi sono ferita molto gravemente alla mano, mi hanno portata a Gaza e mi hanno operata per tre ore. Si prendono cura di me, si prendono cura di me e mi danno le medicine, va tutto bene. Chiedo che mi riportino a casa il più presto possibile, dai miei genitori, dai miei fratelli. Per favore, portateci fuori di qui appena possibile."

Un portavoce dell'IDF ha dichiarato che "la famiglia di Miya Shem è stata informata del suo rapimento la settimana scorsa dai rappresentanti dell'IDF. In questo momento, i rappresentanti dell'IDF sono in contatto con la famiglia. L'IDF opera con tutti i mezzi operativi e di intelligence per il ritorno dei sequestrati.

Secondo il quotidiano Maariv, nel video Hamas "cerca di presentarsi come un'organizzazione umanitaria mentre è un'organizzazione terroristica omicida, responsabile degli omicidi e dei rapimenti di neonati, donne, bambini e anziani".

Nel frattempo però su un canale radio israeliano emerge un altro video con la testimonianza di una donna la quale ha affermato che le vittime del 7 ottobre sono state uccise dall'esercito israeliano nello scontro a fuoco con i militanti di Hamas, che invece avevano trattato gli ostaggi con umanità.

Yasmin Porat, sopravvissuta allo spargimento di sangue nel Kibbutz Be’eri, vicino al confine con Gaza, dove era fuggita dal vicino rave "Nova", ha affermato che molti civili israeliani sono stati uccisi “senza dubbio” dalle loro stesse forze di sicurezza quando le forze israeliane si sono impegnate in feroci scontri a fuoco con combattenti palestinesi nel Kibbutz Be’eri e hanno sparato indiscriminatamente sia contro i combattenti che contro i loro prigionieri israeliani.

“Hanno eliminato tutti, compresi gli ostaggi”, ha detto al programma radiofonico Haboker Hazeh (“This Morning”) condotto da Aryeh Golan sull'emittente statale israeliana Kan. "C'è stato un fuoco incrociato molto, molto pesante" e persino bombardamenti di carri armati. La donna, madre di tre figli, ha detto che prima di ciò, lei e altri civili erano stati trattenuti dai palestinesi per diverse ore e trattati “umanamente”.

Sembra che la donna avesse rilasciato la sua testimonianza anche al quotidiano Maariv, il quale però nel resoconto ha omesso di citare la parte relativa alle responsabilità delle forze di sicurezza di Tel Aviv.

Per entrambe le vicende narrate si attendono ovviamente ulteriori riscontri, che potranno essere dati dagli ostaggi quando saranno liberati.


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