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Andrea Purgatori e le strane morti dei testimoni di Ustica
di
Sergio Cararo
"Nessun segno di metastasi al cervello al momento della morte". Sono queste le prime conclusioni a cui sono giunti i consulenti della Procura di Roma nell'ambito del fascicolo aperto per la morte del giornalista Andrea Purgatori.
Gli esami istologici sono stati completati mercoledì e nel corso della giornata c'è stato un incontro con i consulenti di parte per fare il punto della situazione. Dagli accertamenti emerge "concordemente" che al momento della morte, arrivata a luglio dopo un vero e proprio calvario durato alcuni mesi, non c'è alcuna traccia di cellule tumorali nell'area del cervello.
Nel procedimento, avviato dopo una denuncia dei familiari, sono stati iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo due medici che operavano presso una struttura diagnostica della Capitale, e che diagnosticarono al giornalista una forma di tumore cerebrale. In realtà si trattava di ischemie.
Sulla “strana morte” di Purgatori, le cui inchieste sulla strage di Ustica furono decisive, siamo ancora nel campo delle ipotesi. La vicenda di Ustica trascina con se non solo la morte degli 81 passeggeri del DC8 dell’Itavia ma anche una lunga scia di morte di molti testimoni – tra cui numerosi ufficiali e sottufficiali dell’Aeronautica Militare - che avevano deposto o erano stati chiamati a deporre sulla strage.
Il 2 febbraio 1992 muore in uno schianto aereo Alessandro Marcucci, ex pilota dell'aeronautica coinvolto nell'inchiesta di Ustica come testimone. Nel 2013 il caso della sua morte, inizialmente derubricato ad incidente, viene riaperto: si indaga per omicidio.
Il 2 dicembre 2010 viene trovato morto nella sua casa di Bari con un colpo alla testa l'ex ufficiale dell'aeronautica Antonio Scarpa.
Il 4 aprile del 2002 era stato trovato impiccato in casa il consulente informatico della Guardia di Finanza e del Sisde Michele Landi. All'epoca si parlò di suicidio. Secondo gli amici, Landi avrebbe confidato di essere a conoscenza di informazioni compromettenti su Ustica.
Il 31 marzo del 1987 viene trovato impiccato il maresciallo AM Mario Dettori. Dettori era il controllore di Difesa Aerea del 21esimo Cram di Poggio Ballone, la stazione radar che aveva il controllo della maggior parte della rotta del Dc9.
Il 23 gennaio 1983 muore in un incidente stradale il sindaco di Grosseto, Giovanni Battista Finetti. Pare avesse raccolto le testimonianze di alcuni avieri riguardo il decollo, la sera della strage, di due caccia italiani dall'aeroporto della città. La missione sarebbe stata quella di intercettare un Mig libico.
Il 12 agosto 1988 viene investito ed ucciso da una moto a Gizzeria Marina il generale Ugo Zammarelli. Si trovava in Calabria per un'indagine sul Mig trovato nella regione.
il 12 gennaio 1993 viene assassinato a coltellate a Bruxelles il generale Roberto Boemio, considerato un testimone chiave, uno dei pochi che in quegli anni stava collaborando con la magistratura.
Il 16 luglio 1995 muore Mario Ferraro, esperto di informatica, traffico di armi e terrorismo internazionale al Sismi. Il suo cadavere viene trovato impiccato con un asciugamano al termosifone del bagno della sua abitazione. Si parla di suicidio, eppure sul collo vengono trovate tracce di soffocamento. Ferraro sarebbe dovuto essere interrogato dai magistrati sui fatti di Ustica.
Il 21 dicembre 1995 viene trovato impiccato Franco Parisi, controllore di Difesa Aerea al 32esimo Cram di Otranto.
Il 2 novembre 1994 Giampaolo Totaro è impiccato. Ex ufficiale medico alla base delle Frecce Tricolori di Rivolto, aveva pubblicato alcuni testi che legavano Ustica alla base Nato di Ramstein.
Il 2 febbraio 1992 muore il maresciallo Antonio Pagliara, incidente stradale. Anche lui addetto alla difesa aerea al 32esimo Cram di Otranto.
L'1 febbraio 1991, il maresciallo Antonio Muzio viene ucciso con tre colpi di pistola. Si ipotizza avesse informazioni sul mig caduto in Calabria.
Il 28 agosto 1988 a Ramstein, in Germania, muoiono i colonnelli Mario Naldini e Ivo Nutarelli delle frecce tricolori in un incidente aereo. Entrambi il 27 giugno 1980 erano decollati dall'aeroporto di Grosseto a bordo di due caccia F 104, rientrando 10 minuti prima della strage.
Secondo Der Spiegel, l'incidente di Ramstein potrebbe essere stato dovuto ad un sabotaggio del loro velivolo.
 
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