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Ucraina: nuove parole per coprire il fallimento militare
di
Francesco Dall'Aglio
Ieri l'Institute for the Study of War, nella sua analisi sulla controffensiva ucraina (sono passati, ricordo, quasi quattro mesi) ha prodotto un altro capolavoro linguistico.
Non è che la controffensiva vada male: è che, traduco, "Putin potrebbe avere ordinato al comando militare russo di tenere tutte le posizioni difensive iniziali russe per creare l'illusione che le controffensive ucraine non abbiano raggiunto alcun effetto tattico o operativo nonostante il sostanziale aiuto occidentale".
Quindi non è che gli ucraini non siano avanzati, nonostante gli aiuti occidentali: sono i russi che, non essendosi ritirati, danno l'illusione (manco l'impressione: l'illusione) che gli ucraini non siano avanzati. È commovente.
Mi immagino questo ragionamento applicato, che so, al calcio: "l'allenatore della squadra X ha detto ai suoi giocatori di non far segnare la squadra Y, in modo tale da dare l'illusione che non abbia segnato".
Altre news. L'ammiraglio Viktor Sokolov, comandante della Flotta russa del Mar Nero, che l'Ucraina (e quindi tutti i media) davano per morto nell'incursione missilistica del 22 settembre è ricomparso vivo e vegeto oggi, nella videoconferenza tra Shoigu e i vertici militari.
Che Sokolov non fosse morto era ovvio, visto che il Quartier generale era vuoto, come tutti i quartier generali di questa guerra (incluso, ad esempio, il quartier generale dei servizi segreti ucraini a Kiev, che i russi avevano colpito qualche mese fa), e non è di certo l'unico alto ufficiale russo di cui gli ucraini annunciano la morte senza che sia vero (ovviamente lo stesso hanno fatto i russi per alcuni comandanti ucraini, tra cui lo stesso Zalužnyj).
Però è un cambio di strategia interessante il fatto che stavolta, anche se indirettamente, la Russia abbia quasi subito smentito la notizia facendo circolare il filmato della riunione alla quale partecipava anche lui, ben sapendo che la notizia sarebbe stata immediatamente ripresa dai media e fatta circolare, come molto lentamente sta succedendo.
I motivi di questo cambio di strategia vanno ricercati, presumibilmente, nelle difficoltà che l'Ucraina sta incontrando proprio sul fronte mediatico. Se prima infatti il meccanismo di propaganda occidentale era pressoché granitico e intervenire per i russi era molto difficile, ora le voci dissonanti si fanno sempre più insistenti è possibile e conveniente far sentire la propria voce.
E a proposito di "far sentire la propria voce" in senso figurato e ben più serio, nelle ultime due notti gli attacchi missilistici russi si sono intensificati sia su Odessa, il cui porto è stato colpito duramente l'altra notte, sia sui porti ucraini sul Danubio, soprattutto Orlivka che è uno dei punti di frontiera con la Romania.
Soprattutto, sono stati colpiti due aeroporti utilizzati dagli aerei ucraini impegnati nei lanci di Storm Shadow, Kulbakino, vicino Mykolaiv, e Dolgintsevo, a est di Kryvyi Rih, con tutta probabilità non da missili ma da bombe guidate.
Kulbakino sembra essere stato colpito molto pesantemente: le poche immagini che circolano mostrano un incendio di dimensioni molto grandi, che verosimilmente interessa i depositi di carburante.
L'attacco è stato diretto agli aeroporti, non agli aerei, e infatti di aerei distrutti ce n'è probabilmente solo uno (a Dolgintsevo). Questo perché gli aeroporti vicini al fronte non ne ospitano in modo permanente ma vengono utilizzati nel cosiddetto "jumping", ossia come basi di appoggio temporanee per gli aerei impegnati in missione, che poi si allontanano immediatamente.
Ad ogni modo, entrambi gli aeroporti hanno riportato danni e ci vorrà del tempo (non moltissimo) perché tornino operativi.
 
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