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24 giugno 2023
tutti gli speciali

L'invincibile e l'ingratitudine
di Daniele Furlan

"ABBIAMO LIBERATO L'EUROPA DAL FASCISMO, MA NON CE LO PERDONERANNO MAI" Georgii Konstantinovich Zhukov

Notate l'uso, a ragione, del termine " fascismo" di cui il nazismo non è che una metastasi.

Anche profetico il grande generale GEORGIJ KOSTANTINOVICH ZHUKOV detto l'invincibile, che tenne testa a Stalin, salvo' la Russia e inseguì i nazisti fino a Berlino per dar loro il colpo finale. Il suo secondo nome Konstantinovich è il padrinimico sempre presente nei nomi russi quel " ich" significa " figlio di" in questo caso Konstantinov.

Ed ora trasferiamoci a fine 1800 a Strelkovka dove Costantino Zhukov è un umile analfabeta ciabattino che vive in assoluta povertà con moglie e 3 figli in uno scantinato, una sola stanza con come pavimento semplice terra. Georgii è un bambino curioso e dall'intelligenza superiore alla media, capace di alfabetizzarsi da solo all'età di 8 anni...pur essendo costretto a lavorare impara a leggere e a scrivere grazie ad un abbecedario trovato nel posto dove lavorava...

A 18 anni è un ragazzo forte e robusto e con lo scoppio della prima guerra mondiale per aiutare la famiglia, in cambio di una buona paga, accetta di essere spedito al fronte col reggimento cosacco dei "dragoni dello zar" La sua intelligenza e il suo coraggio lasciano il segno, diventa in breve tempo sergente ..ma Georgii è comunista nell'anima non si trova bene tra i cosacchi dello zar.

Infatti quando scoppia la Rivoluzione d'ottobre, anziché reprimere i ribelli contadini e operai, questo è il compito del suo reggimento si mette, senza pensarci, col suo intero reggimento, dalla parte dei rivoltosi, combattendo contro i cosacchi bianchi. Viene anche nominato " delegato del soviet reggimentale".

Sa però di non esserne all'altezza, non ha cultura politica, lui ha solo quella militare acquisita sul campo ..e certamente non basta Quando, nel 1921 entra nella prima divisione cavalleria dell'appena costituita Armata rossa diventa in poco tempo prima comandante di reggimento, poi di brigata, potrebbe accontentarsi della sua folgorante carriera militare ma vuole acquisire la cultura che gli manca, necessaria per diventare un buon generale, passa le notti sui libri, legge i libri di Marx, Hegel ed anche i vari scritti di Lenin. Si appassiona e decide di lasciare per qualche anno la vita militare per dedicarsi completamente allo studio. Rientra effettivo nell'esercito solo nel 1935 ma nel 1938 è già vicecomandante delle Forze Armate della Bielorussia. Il patto tedesco - sovietico firmato da Molotov nel 1939 lo inquieta e non poco non solo per la sua naturale avversione verso il"fascismo" ma per una brutta sensazione, una sorta di intuizione molto negativa Era giusta: Hitler il 22 giugno 1941 improvvisamente invade la Russia, e Zhukov non può che correre ad osteggiarne l'avanzata e fronteggiare l'assedio delle armate tedesche a Leningrado.

Intanto però iniziano i primi bombardamenti nazisti anche su Mosca, le truppe tedesche si avvicinano e Stalin comandante delle forze armate, è completamente in panne. A Stalin non mancano uomini, armi, munizioni, ha anche armamenti all'avanguardia come il micidiale T-34, ma gli mancano generali validi.

Ha sentito parlare di Zhukov però, di quel giovane promettente e dall'acuta intelligenza tattica che si sta facendo valere a Leningrado e pur non conoscendolo lo chiama per, semplicemente chiedergli un parere su come " tenere" Mosca. Ma di certo non si aspetta un giovane così deciso, sicuro di sé, e con idee chiarissime e precisissime sulla guerra, diversissime dalle sue e da quelle di altri generali. Zhukov boccia completamente tutti i piani strategici che Stalin gli elenca.

Stalin resta impressionato, quasi stregato dalla sua determinazione, sicurezza e convinzione di salvare Mosca e prende "seduta stante" una grande, rischiosa decisione: gli affida il comando generale di tutte le operazioni, una vera "capitolazione" improvvisa che ricorda molto quella dello Zar Alessandro I con Kutzov ai tempi di Napoleone. Ovviamente non lo lascia solo a prendere decisioni nella difesa di Mosca, gli affianca anche un altro promettente sconosciuto Rokossovskij, il comandante della sedicesima armata, che si dimostrera' capace di veri miracoli.

E spera che i due abbiano anche un altro valido alleato " il Generale Inverno". Tutto va per il verso giusto, la tattica di Zhukov si rivela vincente e il generale inverno arriva potente anche con largo anticipo. Risultato: Mosca salva e nazisti ributtati indietro prima di poter entrare in città.

Stalin, è sempre più affascinato da questo giovane ma al tempo stesso ne è spaventato, teme la sua determinazione, la sua intelligenza tattica e soprattutto reputa pericolosissima la sua probabile fama, lo festeggia, lo premia, ma allo stesso tempo decide di non impiegarlo in un altro fronte, quello di Stalingrado già assediata da Von Paulus. Preferisce seguire altri pareri che propongono attacchi con azioni di forza frontali. Zhukov se ne va senza forzare la situazione non mancando però di lanciare un diretto avvertimento a Stalin: "tali strategie sono fallimentari e se Hitler vince a Stalingrado è la fine per l'intera Russia". Stalin deve aver pensato a ciò tanto che dopo pochissimo tempo lo riconvoca.

Avuta carta bianca Zhukov prepara la sua silenziosa, lenta ma micidiale manovra a tenaglia su Stalingrado. Un'impresa enorme la sua .che comprende non solo accerchiare per poi attaccare Stalingrado ma contemporaneamente preparare una forte controffensiva sul Don.

Ma niente sembra essere impossibile per Zhukov, riesce nascostamente ad ammassare 200.000 soldati, tonnellate di munizioni, 30.000 automezzi, più di 1000 vagoni ferroviari di rifornimenti vari, migliaia di cavalli, una enormità di carri armati e artiglierie, senza che il nemico se ne accorga.

Dopo aver silenziosamente accerchiato la città inizia l''attacco che sorprende mandando nel panico i tedeschi, gli assedianti che improvvisamente si ritrovano assediati, chiusi in una immensa sacca da dove non hanno scampo, Paulus si arrende, contraddicendo agli ordini di Hitler, e Stalingrado è libera.

Una vittoria che cambia le sorti dell' intera guerra fino ad allora favorevoli all'Asse e segna l'inizio della disfatta nazista completata poi dalla messa in azione della controffensiva sull'intero fronte del Don, dove tedeschi ed alleati ( compresi gli italiani) subiscono immense perdite di uomini e mezzi, perdendo completamente il controllo della situazione, e incominciano a ritirarsi I nazisti indietreggiano e l' Armata rossa di Zhukov li insegue passo dopo passo, la sua avanzata verso ovest non si ferma, liberando strada facendo tutto ciò che c'è da liberare Varsavia, Kursk, Orel, Cernovcy, Tarnoppl Kharkov, l'intera Ucraina... Fino alla fine, fino a Berlino...

Per l'"operazione Berlino" però Stalin pensa bene di trasferisce la direzione del fronte al comando supremo cioè a se stesso, un modo per prendersi, in caso di successo, il merito della vittoria finale Zhukov ne è perfettamente consapevole ma non gli importa ha un unico pensiero in testa : vuole annientare i nazisti e prendere Hitler, per il bene del mondo non per prendersi il merito "Avanti, fino a Berlino, fino ad Hitler" continua a ripetere ai suoi uomini..

Dopo aver sbaragliato tutto ciò che di nazista gli si para davanti; il 30 aprile a capo della sua armata rossa entra a Berlino, non riesce a prendere Hitler solo perché nel frattempo si è suicidato nel suo bunker... ma la bandiera rossa sventola sul Reichstag, il nazismo è sconfitto.

Ed è qui che pronuncia la frase dell'incipit, realizzando che molti lo avrebbero odiato per questo...

Il comunista, figlio del ciabattino a soli 50 anni ha vinto tutto ciò che poteva vincere, ha salvato Mosca, liberato Stalingrado, colpito al cuore il terzo Reich a casa sua, a Berlino, la sua fama è ormai enorme, superiore a quella di Stalin che comincia seriamente a temerlo come avversario.

Con l'esercito dalla sua e il favore del popolo Zhukov potrebbe benissimo tentare un colpo di stato ma non ci prova minimamente , non gli interessa il potere, sa che non saprebbe gestirlo.. E poi ha raggiunto il suo obiettivo... salvata la Russia, sconfitto il nazismo, liberato l'intera Europa... ha la stima, la gratitudine e l'affetto del popolo di cui fa parte, non le occorre altro.

Dopo la morte di Stalin, Melencov cerca di coinvolgerlo in politica nominandolo anche ministro della difesa, penserà poi Chruscev a metterlo da parte, troppo famoso, troppo abile, quindi pericoloso. Khukov a questo punto si ritira a vita privata facendo perdere le sue tracce per anni fino al 1969 quando esce il suo libro autobiografico "Воспоминания и сражения" ("Memorie e battaglie"), lo sto leggendo.

Il 18 giugno 1974 muore in assoluta solitudine ma mai dimenticato dal popolo russo, è e rimarrà sempre nei loro cuori... solo nei cuori dei russi però, a quanto pare... i neo fascionazi quella sconfitta non l'hanno proprio digerita ed ora demoliscono i suoi monumenti.

È indicativo però che qualcuno abbia voluto scrivere sul piedistallo di un suo monumento ora demolito: ".Я вернусь" (tornerò)... Si, Zhukov tornerà, forse è già tornato.


per approfondire...

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