Israele uccide bambini e impedisce cure salvavita a 140 palestinesi
di Mauro W. Giannini

Oltre ad uccidere bambini innocenti, come avvenuto nelle ore scorse, Israele impedisce ai palestinesi, anche con cancro, l'acceso alle cure salvavita.

Israele ha effettuato martedì all'alba una brutale aggressione contro la Striscia di Gaza, durante la quale ha utilizzato 40 aerei, elicotteri e droni per prendere di mira diverse aree della Striscia, comprese le case di tre Palestinesi capi del Movimento per la Jihad Islamica.

L'aggressione ha provocato la morte dei tre leader e della maggior parte dei membri delle loro famiglie, comprese mogli e figli. 15 palestinesi sono periti nell'aggressione, tra cui quattro bambini e cinque donne, mentre oltre 20 sono rimasti feriti, la maggior parte dei quali pure donne e bambini.

Oggi a Jenin due giovani palestinese sono rimasti uccisi in un attacco mentre altri arracchi con morti e feriti vengono portati oggi a Al-Qarara, Abasan Al-Kabira e ad est di Rafah.

Nel frattempo, 140 pazienti palestinesi che richiedono cure mediche immediate, la maggior parte dei quali sono malati di cancro, sono infatti stati privati ​​delle cure dopo che israele ha chiuso il valico di Beit Hanoun, il checkpoint che collega la striscia ad Al-Quds, la Cisgiordania occupata e altri territori occupati dove si trovano gli ospedali che forniscono cure mediche ai pazienti.

La maggior parte dei pazienti nella Striscia di Gaza dipende dagli ospedali nei territori occupati per ricevere cure ed eseguire operazioni che non sono disponibili nella Striscia a causa del completo assedio e blocco israeliano durato anni.

Il ministero della Sanità palestinese ha affermato che 5 dei 142 pazienti sono in una situazione di vita o di morte. Il ministero ha sottolineato che "l'impedimento dell'occupazione (Irsale, ndr) ai pazienti di accedere agli ospedali specializzati è una violazione del diritto internazionale umanitario ed è una deliberata privazione dei pazienti del loro diritto alle cure", chiedendo si faccia pressione su Tel Aviv per facilitare il passaggio dei pazienti e salvare le loro vite.

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