Osservatorio sulla legalita' e sui diritti
Osservatorio sulla legalita' onlusscopi, attivita', referenti, i comitati, il presidenteinvia domande, interventi, suggerimentihome osservatorio onlusnews settimanale gratuitaprima pagina
02 maggio 2023
tutti gli speciali

ATTILIO MANCA: analisi del delitto
di Santina Sconza con l'intervento del dott. Maurizio Salustro *

Venerdì 28 aprile, a Giarre presso la biblioteca comunale, si è tenuta la presentazione del libro, sull'omicidio del dottore Attilio Manca, "Le vene violate" di Luciano Armeli Iapichino.

Fra i relatori il dottor Maurizio Salustro, magistrato che, avendo consultato e approfondito la relazione della Commissione Antimafia del 2022, sulla vicenda Manca, ha messo a disposizione le sue competenze professionali, nella rilettura del documento.

Interessanti le varie ipotesi prospettate, e ha indicato le strade su come seguire le indagini nel caso di una morte sospetta: Chi sono i pentiti, chi dovrebbe parlare, chi può essere l'autore dell'omicidio, le motivazioni, e ..

Pubblichiamo su concessione del dottore Maurizio Salustro la sintesi del suo intervento, perché riteniamo sia interessante e getta nuova luce sui fatti accaduti in funzione della riapertura delle indagini. Ringraziamo il dottor Salustro per la sua gentilezza.

CASO DEL DR. ATTILIO MANCA

Fonti consultate: relazione della Commissione Parlamentare depositata nel 2022, fonti open source reperibili sul web (documenti, video, foto, ecc.)

Le poche certezze: morte per overdose.

Primo quesito: auto-somministrazione (suicidio?) o omicidio?

Gli elementi disponibili sono schiaccianti nel senso dell’etero-somministrazione e, quindi, dell’omicidio. In questa breve scheda tali elementi non verranno presi in considerazione, se non ai fini di rendere plausibile un’ipotesi di ricostruzione degli eventi, in generale, e della dinamica dell’uccisione, in particolare.

Non verrà, invece, affrontato, il diverso e pur rilevantissimo tema della professionalità e correttezza delle indagini svolte e delle condotte e strategie processuali nel procedimento nei confronti della Sig.ra M. M. (imputata, dopo varie vicissitudini in fase di indagini preliminari, di spaccio per il reato di cessione di stupefacenti e per quello di cui agli artt. 586 e 589 c.p. -aver cagionato la morte, quale conseguenza non voluta di altro delitto-).

Le Conclusioni della Commissione: omicidio di mafia, in cui è coinvolta (come mandante, organizzatrice o esecutrice) la famiglia mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto.

Perché il dr. Attilio Manca è stato ucciso?

Imprescindibile è la considerazione della pista della connessione dell’omicidio con la latitanza/malattia di Bernardo Provenzano. Su cosa si basa questa pista?

Essenzialmente su una serie di elementi fattuali relativi ai i due “protagonisti” della vicenda, che si evocano reciprocamente e sulle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. I predetti elementi risultano da evidenze probatorie puntualmente citate nella relazione della Commissione e che qui non si richiamano per non appesantire la lettura.

a. Bernardo Provenzano (B.P.).

a.i. È malato di tumore alla prostata.
a.ii. A luglio 2003 (tra il 2 e il 23) è in Francia, si ricovera e subisce una biopsia.
a.iii. A ottobre/novembre 2003 (tra il 3 ottobre e il 21 novembre), B.P. è in Francia e si opera di prostatectomia totale (23 ottobre); per poi essere dimesso il 4 novembre.
a.iv. Il dottore che lo visita e opera è il dr. Philippe Barnaud.
a.v. B.P. è accompagnato in Francia da un mafioso di Villabate e assistito sul posto da altre persone (tale Salvatore Troia e moglie).
a.vi. B.P. ha una carta d’identità a nome Gaspare Troia.
a.vii. Il dr. Barnaud consiglia a B.P. una visita di controllo circa tre mesi dopo l’intervento.

b. Il dr. Attilio Manca.
b.i. È un bravissimo urologo, esperto proprio di prostatectomia laparoscopica.
b.ii. Ha studiato per un anno a Parigi.
b.iii. Il 19 giugno 2003 si trova in Francia “per ragioni professionali” (dichiarazione del suo collega dr. Maurizio Candidi).
b.iv. Non risulta in servizio a Viterbo nei periodi mercoledì 18/domenica 22 giugno e sabato 25/domenica 26 ottobre.
b.v. A ottobre informa telefonicamente i propri genitori di star eseguendo un intervento in Francia.

c. I collaboratori.
c.i. Principali:
c.i.1. Giuseppe Setola (camorrista);
c.i.2. Carmelo D’Amico (killer della famiglia di Barcellona Pozzo di Gotto);
c.i.3. Nino Lo Giudice (detto il “nano”, ‘ndranghetista del reggino);
c.i.4. Giuseppe Campo (delinquente di Barcellona Pozzo di Gotto ma non affiliato a “cosa nostra”).
c.ii. Secondari: Nunziato Siracusa, Biagio Grasso, Mario Cusimano, Stefano Lo Verso (autista di B.P.).
N.B.: esiste anche l’intercettazione al boss Francesco Pastoia.
Cosa riferiscono i collaboratori?
È necessario precisare che i collaboratori, in questa sede, sono ipotizzati come credibili.
1. Sul ruolo svolto dal dr. di Attilio Manca: Setola, D’Amico e Lo Giudice convergono, con dichiarazioni più o meno dettagliate, nel dire che il dottore avrebbe “fatto qualcosa” per le cure di P. all’estero.
2. Sul motivo dell’omicidio: le dichiarazioni sono molto discordanti (il che potrebbe spiegarsi col fatto che si tratta di conoscenze indirette) e non permettono di formulare un’ipotesi univoca su quale “problema” il dottore rappresentasse, cioè se:
a) fosse a conoscenza della verità,
b) l’avesse scoperta o intuita e, magari, avesse protestato in qualche modo,
c) ci fosse il pericolo che la scoprisse e/o avesse iniziato a fare domande scomode.
3. Sull’esecutore (o gli esecutori): D’Amico e Lo Giudice, che non risulta si conoscano, perché uno è siciliano e l’altro calabrese, parlano di un certo Aiello*, detto “faccia da mostro”. Setola parla di un affiliato di Gullotti (un mafioso di Barcellona) e Campo dice di essere stato incaricato dell’omicidio da un mafioso e poi sollevato dall’incarico.
*Il tale Aiello è Giovanni Aiello, ex poliziotto che pare essere appartenuto al SISDE e di cui parlano diversi pentiti, tra cui: Nino Lo Giudice, Consolato Villani, Giuseppe Di Giacomo; oltre a Vito e Giovanna Galatolo e a Vincenzo Agostino (padre del poliziotto Antonio Agostino, ucciso nel 1989).
La contraddizione potrebbe spiegarsi ipotizzando due fasi della vicenda. La prima, a metà dicembre del 2003, in cui i mafiosi pensano di sistemare loro le cose, anche se ricorrendo a un esterno (Giuseppe Campo), magari da eliminare a cose fatte. La seconda, nel 2004, in cui, optandosi per una metodologia meno scoperta, si sarebbe ricorsi a uomini dei “servizi”.
4. Sulle modalità attuative: le dichiarazioni convergono su un’overdose da eroina, il che corrisponde all’accaduto.

Considerazioni: le dichiarazioni di Campo, che è l’unico collaboratore a riferire fatti constatati direttamente, sono importanti, perché dimostrano che l’intenzione di uccidere il dr. Manca era già sorta prima del Natale 2003. Quindi, ogni ipotesi, anche alcune presenti nella relazione della Commissione, secondo cui il dr. Manca sarebbe stato ucciso per qualcosa accaduto dopo la metà di dicembre 2003 cadono. Se già in quella data lo si voleva eliminare, ovviamente il motivo per l’uccisione (vedi sopra) deve essersi determinato in precedenza.

Che ruolo ha svolto il dr. Attilio Manca?

È stato accertato che il dr. Manca non ha operato B.P. Giuseppe Campo dice che già a metà dicembre la sua morte del dottore era stata decisa.
Tra il 21 novembre (rientro di B.P. in Italia, anche se il punto andrebbe approfondito) e la metà di dicembre c’è stato veramente poco tempo per avvicinare con le dovute cautele un dr. Attilio Manca, fino a quel momento estraneo a tutta la vicenda, e per far sorgere la necessità di ucciderlo.
Di conseguenza, l’ipotesi più verosimile è che il dr. Manca sia stato richiesto di individuare e abbia individuato chirurgo e struttura clinica francesi. Ma, a questo punto, sorge una serie di domande.

Chi ha avvicinato il dr. Manca?

Siccome, ragionevolmente, la richiesta di assistenza non poteva essere avanzata direttamente da B.P., è appropriato chiedersi chi godesse della fiducia del dr. Attilio Manca e fosse talmente in confidenza con lui da poterlo avvicinare a questo fine.

Cosa è stato detto al dr. Attilio Manca circa l’identità del paziente?

È credibile che si vada da un medico, persona onesta, non affiliato e non contiguo a “cosa nostra”, quindi non affidabile, per chiedergli se sia disponibile a trovare un posto dove B.P. possa essere curato?

Cosa è stato chiesto al dr. Manca?

Quando si chiede al dr. Manca di trovare un luogo di cura idoneo, gli si lascia libera scelta sul “dove” o gli si chiede espressamente che sia un posto all’estero? E, magari, proprio in Francia, per via degli appoggi logistici?
Ma, se l’identità del paziente è stata taciuta al dr. Manca, come si poteva giustificare una richiesta per l’estero? Presumibilmente, anche in Italia ci saranno stati luoghi di cura idonei.
A questo punto, l’ipotesi che il dr. Manca abbia reperito la clinica dove curare B.P. deve essere integrata, sulla base degli elementi a disposizione, in modo tale che possa fornire risposte plausibili a tutte le domande di cui sopra e ad altre ancora. Come le seguenti.

Come ha fatto il dr. Attilio Manca a scoprire/intuire la verità? Oppure, cosa ha fatto sorgere il pericolo che scoprisse la verità?

Al riguardo non risultano elementi orientativi. Tutte le ipotesi hanno lo stesso livello di verosimiglianza. Quindi, possiamo ipotizzare che:
a) qualcuno abbia informato il dottore o gli ha “messo la pulce nell’orecchio”;
b) il dottore abbia visitato B.P. subito dopo il rientro in Italia e si sia insospettito;
c) Il dr. Manca abbia parlato con il dr. Barnaud e abbia appreso qualcosa che lo ha insospettito;
d) Il dottore abbia iniziato a fare richieste circa le pratiche burocratiche relative al paziente (pericolo che scoprisse la verità);
e) ecc.

Come si spiega l’impronta palmare appartenente a Ugo Manca (cugino del dr. Attilio Manca) e trovata nel bagno della casa del dr. Manca?

Ugo Manca sostiene che l’impronta risalga alla metà del dicembre 2003, quando suo cugino lo ospitò per una notte.
Nei giorni di Natale 2003, i genitori del dr. Manca gli fecero visita a Viterbo. Inoltre, il 6 febbraio 2004, diversi amici di Attilio passarono la serata a casa sua. Ciononostante, la polizia scientifica rilevò solo 18 impronte utili, 17 digitali e 1 palmare. Di queste, 14 provengono dal dr. Attilio Manca, 3 da soggetti non identificati, mentre quella palmare proviene da Ugo Manca.
Considerazioni:
1. Ugo Manca verso la metà di dicembre 2003 è stato a casa del cugino Attilio;
2. con buona probabilità, l’impronta palmare è stata lasciata in un’occasione successiva; infatti,
a) tra gennaio e inizio febbraio 2004, Ugo Manca dice al fratello del dr. Manca che sarebbe andato a trovare il cugino a Viterbo,
b) in alcuni video visibili su youtube, la madre del dr. Manca sostiene di aver lavato completamente il bagno della casa del figlio nel dicembre 2003 (il che imporrebbe di datare l’impronta palmare ad epoca successiva al dichiarato soggiorno di Ugo Manca a Viterbo),
c) l’impronta palmare in questione sarebbe l’unica “sopravvissuta” dal dicembre 2003, mentre di quelle certamente lasciate da familiari e amici del dr. Manca in epoca successiva e prossima all’uccisione del dr. Manca non c’è traccia (le 3 impronte di ignoti non provengono da familiari o amici del dottore);
3. Ugo Manca corrisponde al profilo della persona in confidenza con il dr. Manca e può darsi che questi, parlando con il cugino Ugo, abbia appreso qualcosa che lo ha insospettito o abbia esternato dei sospetti o gli abbia detto di aver capito tutto e, magari, abbia avanzato delle proteste.

Come è stato “agganciato” il dr. Attilio Manca dai suoi assassini? E, in particolare, questi come sono entrati in casa sua?

Consideriamo gli ultimi spostamenti e contatti del dr. Manca e altre circostanze specifiche.

Martedì 10 febbraio 2004
Il dr. Manca pranza a casa di tale Loredana Mandoloni, infermiera con cui ha una relazione sentimentale.
Durante il pranzo, telefona a un certo Salvatore Fugazzotto, suo vecchio amico e grande amico del cugino Ugo.
Dopo la telefonata, il dottore cambia umore: deve incontrare qualcuno.
Intorno alle 16:00-16:30 (vedi tabulati telefonici) si reca a Roma.
Durante il tragitto telefona a M. M.
Intorno alle ore 20:00 è di ritorno a Viterbo.
Scambia sms con Loredana Mandoloni, fino alle 22:53.
Da allora in poi, non utilizza più il cellulare, ritrovato il 12 febbraio alle ore 11:00 circa nella sua stanza da letto.
M. M., interrogata tre volte, rende dichiarazioni tutto sommato coerenti e ripete sempre di essersi incontrata con Attilio nei pressi di Piazza del Popolo a Roma.

Mercoledì 11 febbraio 2004

Il dr. Manca è libero dal lavoro ma, per le 19.00, ha fissato già da due giorni un appuntamento con il primario di urologia dell’Ospedale Gemelli di Roma, appuntamento al quale, senza avvertire, non si presenta.
Per tutta la giornata, rimane irreperibile.
Solo i genitori ricevono, in mattinata, una sua telefonata, in cui chiede loro di far controllare e riparare la sua motocicletta. La vicina di casa del dr. Manca sente “chiudere” la porta di casa del suo unico vicino intorno alle 22:00/22:15 ma non vede il dr. Manca, né riferisce di aver sentito delle voci. Questo orario è sostanzialmente sovrapponibile con l’ora della morte di Attilio indicata dal medico del 118.

Circostanze specifiche

Il corpo del dr. Manca è trovato con il naso fratturato. C’è stato un copioso sanguinamento sul letto e sul pavimento.
Non risulta che siano state repertate tracce di sangue fuori dall’appartamento.
Si scoprono altre due utenze mobili intestate al dr. Manca ma non nella sua esclusiva disponibilità, perché le stesse risultano aver contattato l’utenza conosciuta del dottore ed a lui certamente in uso esclusivo.
La prima delle due utenze, attiva dal ’99 al 2006, nel periodo 17/02/2001-01/02/2004 ha totalizzato 894 contatti con quella del dr. Attilio Manca.
La seconda utenza, attiva dal 03/11/2003 al 29/01/2005, nel periodo 03/11/2003-26/01/2004 ne ha totalizzati 22.

Considerazioni

Non è possibile stabilire con certezza come il dottore sia stato “agganciato” dai suoi assassini.
Si possono, tuttavia, identificare alcuni fatti accertati, altri probabili e altri ancora che restano oscuri e lasciano aperti alcuni interrogativi.

Fatti accertati:

1. il 10 febbraio il dr. Manca, nel pomeriggio, va a Roma e incontra M. M.;
2. l’11 febbraio Attilio, dopo la telefonata con i genitori, rimane irreperibile e non va all’appuntamento con il Primario del Gemelli;
3. il dottore è intestatario di due utenze mobili che non usa, una delle quali “aperta” il 3 novembre 2003;
4. il dr. Attilio Manca è stato colpito al naso mentre era in casa (non c’è sangue fuori di casa), quindi è entrato insieme a chi lo ha ucciso;
5. la vicina di casa non ha sentito voci né grida, solo chiudere la porta (il che non chiarisce se chi ha chiuso la porta stesse entrando o uscendo);
6. l’omicidio è avvenuto in casa di Attilio.

Fatti molto probabili:

a) il dr. Manca non va all’appuntamento col Primario, perché impedito fisicamente, o occupato in qualcosa di più importante; l’impedimento o l’impegno, verosimilmente, deve esser sorto l’11 febbraio, altrimenti il dottore avrebbe disdetto l’appuntamento con il Primario;
b) il dr. Attilio Manca entra in casa con chi lo ha ucciso e sulle sue gambe, forse spontaneamente o forse sotto minaccia, ma in quel momento non sanguina e non grida;
c) La morte avviene intorno alle 22 dell’11 febbraio.

Fatti ignoti che lasciano molti interrogativi.

Perché il dottore incontra M. M.?

È lui che la chiama per primo, ma mentre sta già andando a Roma, quindi sapeva che si sarebbero incontrati.
Glielo ha detto Fugazzotto di andare da M. M.?
Che rapporto aveva il dottore con questa donna?
Cosa si sono detti nell’incontro del 10 febbraio?
M. M. è stata avvicinata da qualcuno e usata, consapevole o meno, per organizzare l’incontro tra il dottore e i suoi assassini?
Cosa ha impedito, o indotto, il dottore a non andare all’appuntamento con il Primario?
Chi utilizzava le altre due utenze intestate al dr. Manca?
Come mai una delle due viene accesa il 3 novembre del 2003, cioè il giorno prima delle dimissioni di B.P. dalla clinica francese?

Un’ipotesi plausibile

Preliminarmente, vorrei osservare che il recente esito del processo sulla c.d. “trattativa Stato-mafia” non impone di scartare l’ipotesi che segue. Essa è, appunto, un’ipotesi e per rimanere plausibile, cioè accettabile sul piano logico, non necessita che sia accertata giudizialmente l’esistenza della c.d. “trattativa”. Necessiterebbe, invece, per elevarsi da plausibile a probabile e, magari, altro, di elementi fattuali di supporto e di tentativi falliti di falsificazione. Al momento, siamo molto lontani da tutto ciò.

E veniamo all’ipotesi.
Nella prima metà del 2003, qualcuno delle istituzioni che è in contatto con la fazione di B.P. viene richiesto, da un intermediario, di reperire un medico che possa curare B.P. in modo molto riservato, meglio se all’estero.
Viene individuato il dr. Attilio Manca come la persona che ha la possibilità di indicare medico e struttura clinica estera necessari. Tramite una persona che ha intimità con il dr. Manca, si va a parlare con lui.
Un esponente delle istituzioni, forse dei “servizi”, prospetta al dr. Manca la necessità di assistere, con estrema discrezione, un uomo di loro interesse che ha bisogno di cure medico/urologiche.
Il dottore, in buona fede, di fronte a un uomo delle istituzioni si mette a disposizione e soddisfa la richiesta. Per questo motivo, va pure in Francia e segue gli sviluppi del caso clinico.
Verso la fine di novembre del 2003 il paziente torna in Italia. Ma, tra questo momento e la metà di dicembre dello stesso anno, il dr. Manca, in qualche modo, viene a conoscenza di qualcosa che lo insospettisce e si lamenta con la persona a lui intima per essere stato coinvolto in una storia molto sospetta o chiaramente illegale. La persona, impaurita e preoccupata, informa gli altri personaggi, di varia estrazione, coinvolti nella vicenda.

Tutti hanno interesse a eliminare il dr. Attilio Manca: i mafiosi, gli uomini delle istituzioni e la persona di “fiducia” del dottore. Soprattutto quelli che hanno trattato direttamente con il dr. Manca si vengono a trovare molto esposti.
I mafiosi reagiscono per primi e si muovono per sopprimere il medico il più presto possibile in un modo “convenzionale”. Ma, a questo punto, qualcuno degli altri, una “mente raffinata”, osserva che l’omicidio alla luce del sole di un medico, persona onesta provocherebbe indagini in ogni direzione; sarebbe meglio prendere tempo, tenendo buono il dottore, magari promettendogli un incontro chiarificatore per dopo le festività. Nel frattempo, si potrà organizzare un omicidio meno appariscente.
In sostanza, si tratterebbe di inscenare una situazione in cui il dr. Manca, opportunamente fatto apparire come un consumatore occasionale di eroina*, si inietta volontariamente dello stupefacente ma rimane vittima di una overdose. In questi casi, solitamente non si indaga su un movente lontano ma soltanto dello spacciatore che ha ceduto la dose mortale.
Non sembra verosimile che si cercasse di creare una situazione di suicido, che richiederebbe altri elementi di contorno che non ci sono. La persona intima al dottore tira la cosa per le lunghe e si arriva a febbraio 2004.
In qualche modo, si organizza un incontro tra il dr. Manca e qualcuno che, mafioso o uomo dei “servizi”, che fa questi lavori sporchi.
Il dottore viene attirato a casa sua, picchiato e ucciso.

Chi lo uccide, però, commette una serie di errori e l’omicidio, anche se le indagini lasciano molto a desiderare, diviene evidente.
*In tal senso, si poteva pensare di usare le dichiarazioni di alcuni amici di adolescenza/giovinezza del dr. Manca (i quali effettivamente riferirono, anche se tardivamente, di assunzioni giovanili) e di aggiungere ad esse i contatti, fino a due giorni prima della morte, con M. M. che, essendo stata imputata di spaccio, dovrebbe gravitare in quel mondo. Si consideri, infine, che l’incontro tra il dr. Manca e la M. M. potrebbe essere stato facilmente organizzato ad arte.

Ancora un’osservazione mi pare doverosa. Accertato, come ritengo sia, il fatto che il dr. Manca non si è auto-somministrato lo stupefacente e, quindi, che si tratta di omicidio, l’eventuale effettiva condizione della vittima di assuntore occasionale, perde la sua centralità investigativa. Inoltre, la predetta eventuale condizione, oltre a nulla togliere all’onestà personale né alla capacità professionale della vittima, ovviamente non giustificherebbe in alcun modo un ridotto impegno investigativo.

Nodi da sciogliere

Ci sono molte persone che andrebbero sentite a fondo e molte attività che andrebbero svolte. Solo alcuni spunti sulle persone che potrebbero essere sentite:
Il dr. Barnaud, al quale si potrebbe chiedere se abbia conosciuto il dr. Attilio Manca e se, in particolare, lo abbia visto nei periodi giugno/luglio e ottobre/novembre 2003;
M. M., che dovrebbe chiarire che tipo di rapporto abbia avuto con il dr. Manca e cosa si siano detti nell’incontro del 10 febbraio 2003; inoltre, dovrebbe chiarire perché abbia ripreso i contatti con il dr. Manca nel giugno 2003, proprio mentre questi si trovava in Francia; Salvatore Fugazzotto, il quale pure dovrebbe riferire quel che sa sui contatti tra il dr. Manca e M. M., nonché di cosa abbia parlato con il suo amico nella telefonata del 10 febbraio 2003;
Loredana Mandoloni, che dovrebbe riferire con precisione degli spostamenti del dr. Manca dal giugno 2003 fino alla morte e, in particolare, degli ultimi giorni precedenti l’11 febbraio 2004;
Ugo Manca, il quale dovrebbe chiarire i suoi spostamenti tra il dicembre 2003 e il febbraio 2004, cosa si sia detto con il cugino nel dicembre 2003, quando sia tornato a casa del dr. Manca nel febbraio 2004 e perché fosse così ansioso di entrare in casa della vittima nonostante il sequestro.
Inoltre, bisognerebbe cercare di accertare chi usava l’utenza aperta dal dr. Attilio Manca il 3 novembre 2003.

Pure interessante sarebbe l’acquisizione del fascicolo personale del sig. Giovanni Aiello, deceduto nel 2017, presso la Polizia di Stato e il SISDE (ora AISI).
Per finire, si potrebbero svolgere una serie di attività d’indagine tecnica che non mi sembra appropriato specificare in questa sede.

* Santina Sconza è Coordinatrice della Commissione Mafia e Antimafia dell'Osservatorio


per approfondire...

Dossier mafia e antimafia

_____
NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI
CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org

°
avviso legale