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Cina-USA ed equilibri geopolitici sul fronte economico e militare
di
Giuseppe Salamone
Gli USA hanno urgente bisogno di passare ad una guerra contro la Cina perché la tendenza sul confronto tra Washington e Pechino, premia nettamente quest'ultimi. Se è vero che tre indizi fanno una prova, allora qui ce l'abbiamo chiara ed inequivocabile. Prendiamo tre dati importantissimi forniti da testate occidentali: economico, alleanze geopolitiche, manifatturiero e militare.
La Cina fa parte dei BRICS, anzi possiamo affermare che è il paese più forte ed influente all'interno di quest' organizzazione.
Secondo "Acron Macro Consulting" che è un centro di ricerca di investimento indipendente Britannico, il PIL dei paesi BRICS ha superato quello del G7 in quota globale. La percentuale è 31,5% del PIL mondiale contro il 30,7% a favore dei paesi BRICS.
Inoltre va segnalato che anche il Messico ha appena presentato domanda di adesione ai BRICS, quindi va ad aggiungersi alla lista sempre più lunga di potenziali alleati della Cina, Russia, Brasile, Sudafrica ed India.
Passiamo alla manifattura e vediamo cosa ci dice il Financial Times: la Cina è grande quanto Stati Uniti e UE messi assieme combinati in termini di valore aggiunto. Cosa significa? Che UE e USA messi assieme arrivano ad eguagliare la sola Cina per quanto riguarda la produzione netta di tutte le attività manifatturiere. Circa 15 anni fa Pechino era invece dietro sia agli USA che all'UE presi singolarmente.
Un salto impressionante che mette in croce le politiche occidentali. Ora facciamo lavorare l'immaginazione e proviamo ad aggiungere alla Cina tutti i paesi BRICS per fare un confronto con USA e UE. Non c'è partita!
Andiamo sul fronte militare e analizziamo il "grido di dolore" di Paul Freistler, ricercatore presso la US Department of Defense Intelligence Agency (DIA). In un'audizione al Senato a stelle e strisce ha detto che la Cina è significativamente più avanti degli USA in termini di sviluppo e dispiegamento di missili ipersonici che possono viaggiare cinque volte più velocemente della velocità del suono.
Ovviamente a seguito di questa audizione, il Washington Times non si è fatta sfuggire l'occasione per propagandare la classica minaccia Cinese.
Questi indizi sono la dimostrazione plateale di quanto gli USA siano con le spalle al muro dal punto di vista economico, geopolitico e militare. E come ci insegna la storia, ogni qualvolta vedono una minaccia concreta per la loro egemonia non si fermano davanti a nulla.
Hanno sempre risolto con le "bombe democratiche" e continueranno a farlo senza pudore. L'unica differenza, oggi, sta nel fatto che hanno di fronte potenze come Russia, Cina e circa 6 miliardi di persone che si sono rotte le balle di sentire l'Occidente raccontarsela a proprio piacimento come dice benissimo il Prof. Carlo Rovelli.
Siamo arrivati al punto da aver paura addirittura di una potenziale fine delle ostilità belliche tra Russia e Nato. Questo perché molto probabilmente sarebbe il preludio per un'altra guerra molto più pericolosa tra Cina e Nato. Ma stavolta non sarà solo la Cina ad essere contrapposta alla NATO tramite Taiwan come "carne da cannone", bensì ci sarebbe quasi tutto il resto del mondo a fiancheggiare Pechino.
Proprio perché, per scomodare ancora il Prof. Carlo Rovelli, non ci crede più nessuno a come la racconta l'occidente.
 
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