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30 novembre 2022
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Iran: situazione mediatica orwelliana
di Giuseppe Salamone

Nel 1953, in Iran c'era un certo Mossadeq, capo del partito socialista che governava nel regime "democratico" iraniano. Fu fatto fuori con un golpe attraverso una missione segreta orchestrata dagli USA e dal Regno Unito. Parliamo della famosa operazione AJAX.

Per la cronaca, Mossadeq aveva da poco nazionalizzato l'industria del petrolio. Il Regno Unito, con questa operazione, mirava a rafforzare il potere di Mohammad Reza Pahlavi per riavere il controllo sui giacimenti di petrolio, mentre gli USA avallarono questo golpe perché avevano paura che l'Unione Sovietica penetrasse in medio Oriente durante la guerra di Corea.

Quel golpe sfociò nella "rivoluzione iraniana" che determinò, nel 1979, la nascita della Repubblica Islamica dell'Iran con un regime teocratico sciita. Nel 1988 si mise la parola fine a qualsiasi dissenso democratico e furono impiccati tutti i membri del Tudeh, il partito comunista iraniano. Quando parlate dell'Iran, tenete bene a mente chi negò per primo la democrazia a quel popolo.

Oggi ci vengono a raccontare di proteste e addirittura dei familiari dei calciatori minacciati qualora non cantassero l'inno ai Mondiali. Ovviamente, ci propinano la qualsiasi cosa senza mostrare uno straccio di prova. E i cervelli all'ammasso, che per anni non hanno saputo nemmeno se l'Iran si trovasse sopra o sotto la linea equatoriale, oggi si stracciano le vesti e sono diventati oltre che anti Russi, anche anti Iraniani.

Da Washington per il momento la linea è questa, gli "stati canaglia" per la casa bianca ad oggi sono stati individuati, come accade ciclicamente. Nel frattempo, mentre gridano allo scandalo per i mondiali in Qatar, i governi europei stanno in fila per elemosinare qualche metro cubo di gas qatariota. In ogni caso, tornando a noi, la storia dell'inno nazionale sembra un tantino eccessiva e strumentale.
Hanno fatto diventare un caso anche i mondiali della nazionale iraniana. Qua pare che sulla linea emotiva della protesta delle donne iraniane (condivisibile), si stia letteralmente esagerando con la propaganda.

Ma si sa, ormai qualsiasi cosa fa brodo per la propaganda occidentale. I cervelli li hanno ammaestrati per bene quindi il problema che le masse possano farsi domande tende allo zero. E quelli che allo zero non ci vogliono tendere, vengono messi a tacere con la "censura democratica" o grazie ai manganellatori seriali a servizio dell'Occidente. Neanche Orwell sarebbe stato in grado di scrivere un copione come quello che sta andando in onda in questo periodo storico, neanche Orwell!


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