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30 novembre 2022
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Memoria: la festa del raccolto in Italia
di Rinaldo Battaglia*

(30 novembre 1943)
La ‘festa del raccolto’ (o Erntefest), furono chiamate da Himmler le due settimane di morte a Majdanek, con 200.000 ebrei che vennero gasati dal 25 ottobre ’43 al 3-4 novembre successivo, non prima di averli in toto derubati di ogni loro avere e ‘raccolto’ da loro anche l’ultimo grammo di oro, case, proprietà. Persino i vestiti che portavano addosso.
Uomini,donne, vecchi, bambini. Molti bambini.

La ‘festa del raccolto’ col sequestro dei beni di proprietà delle famiglie ebraiche avvenne anche nell’Italia di Mussolini, da vero socio in affari del Fuhrer. In particolare con la nascita della Repubblica Sociale Italiana, dopo il 23 settembre 1943, che considerò superato ed inefficace l’armistizio dell’8 settembre e ne proseguì la guerra a fianco dei nazisti.

E con essa la ‘caccia’ agli ebrei venne ribadita e rafforzata. Nella Carta di Verona del 17 novembre 1943, il programma politico della RSI, lo si citava inequivocabilmente al punto 7: “gli appartenenti alla razza ebraica sono stranieri. Durante questa guerra appartengono a nazionalità nemica”.

La ‘festa del raccolto’ italiana venne legalizzata con l’ordinanza n. 5 del 30 novembre ’43, dove si ordinò l’arresto di tutti gli ebrei nel suolo italiano, il loro internamento nei campi di concentramento (fascisti o nazisti), il sequestro di ogni loro bene.
Onde evitare confusioni e facilitare l’arricchimento dei gerarchi fascisti, Mussolini col suo decreto, datato 4 gennaio ‘44, trasformò il ‘sequestro’ in ‘confisca’ ad ogni effetto di legge.
La polizia, i carabinieri, i questori ed i prefetti furono legalizzati alla ‘shoah’ italiana.

E dove non arrivarono i nazisti, arrivarono i fascisti.
Come a Venezia, dove non si fermarono nemmeno davanti ai vecchietti delle Case di Riposo, neanche in grado di camminare. Almeno 150 partirono il 6 dicembre’43 verso Auschwitz, tra gli applausi della propaganda del gen. Graziani e degli altri gerarchi fascisti. Gli ebrei erano ‘il nemico numero 1 o il più pericoloso delle forze esterne’ a loro dire.

La ‘festa del raccolto’ italiana proseguì il 28 gennaio ‘44 quando il Duce decretò il totale sequestro di ogni arredo sacro, immobili, opere d’arte e biblioteche di proprietà delle comunità religiose ebraiche. A quel punto il patrimonio ebraico in Italia era totalmente depredato. Il ‘raccolto’ era finito e portato a termine.

Agli ebrei italiani non restavano così solo che giorni neri e forse le lacrime per piangere.
Ma non ditelo oggi in giro.

Qualcuno (anche nella mia Vicenza) ancora oggi prende voti vendendo la notizia che ‘Mussolini ha fatto anche cose buone...’ Qualcuno al 28 aprile ha dedicato per anni necrologi al Duce 'Sempre nei nostri cuori' sul principale giornale della città.

Nella mia vicina Valdagno, solo un anno fa, dopo molte discussioni si è revocato finalmente la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, concessa nel lontano 1924, anno II dell'Era Fascista (con qualche consigliere di cdx contrario).

In questi giorni qualcuno ha scritto che a Retorbido (in provincia di Pavia) è stata inaugurata una sede di Fratelli d'Italia intitolata a Italo Balbo, quadrumviro della marcia su Roma e capo di squadre di picchiatori fascisti.

Ricordo che la sera del 23 agosto 1923, mentre stava rientrando in canonica un certo don Giovanni Minzoni fu aggredito da due squadristi di Casumaro, Giorgio Molinari e Vittore Casoni, facenti capo proprio al 'Console della milizia fascista' Italo Balbo.

Don Minzoni fu colpito alle spalle con sassi e bastoni con una violenza tale da provocargli la frattura delle ossa del cranio. Riuscì in un primo momento a rialzarsi, e nonostante il forte dolore fece qualche passo ma cadde sulle ginocchia. Morì intorno a mezzanotte, circondato dai parrocchiani che erano accorsi per prestargli aiuto. La politica italiana con le sue 'latrinky' e 'narrazioni' va da una parte, la Storia segue altre direzioni.

E per la Storia il fascismo fu solo un crimine.

30 novembre 2022 - 79 anni dopo - liberamente tratto da 'Non ho visto farfalle a Terezìn' – ed. AliRibelli - 2021

* Coordinatore della Commissione Storia e Memoria dell'Osservatorio


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