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26 settembre 2015
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Cittadini informati e libera informazione spaventano le mafie, ma non solo...
di Alessandro Balducci*

Il governo Renzi ha celebrato a modo suo l'anniversario dell'assassinio di Giancarlo Siani, giornalista di appena 26 anni de Il Mattino di Napoli, freddato in un agguato dei camorristi.

Proprio il 23 settembre Montecitorio (ricordiamo che il Parlamento e' stato eletto in base ad una legge elettorale, il “porcellum”, dichiarato incostituzionale dalla Consulta) ha dato il primo via libera alla legge Bavaglio. La Camera dei deputati – come si legge dai resoconti dei quotidiani - ha approvato infatti il ddl che modifica il codice penale e il codice di procedura penale e che contiene al suo interno anche la legge delega al governo sul tema delle intercettazioni telefoniche. Alla Camera i voti favorevoli al ddl penale sono stati 314, 129 i contrari mentre 51 parlamentari si sono astenuti. A votare contro il ddl il Movimento 5 Stelle, la Lega e Sel, mentre ad astenersi sono stati i deputati di Forza Italia.

Dispiace dirlo, ma e' cosi': la camorra - e le mafie in generale - “silenziano” i giornalisti coraggiosi che fanno Informazione Libera con le pallottole; il governo li imbavaglia imponendo al Parlamento la votazione di leggi-killer che svuotano dall’interno la Liberta’ di stampa e di informazione: le due Agenzie lavorano in tandem. Il segnale che proviene dall'esecutivo e' chiaro (e non e' un caso che cio' sia avvenuto il giorno dell'anniversario della morte di Siani): in un Paese strangolato dalle mafie e dalla corruzione, l'importante e' costringere i mass-media a non parlare di “certe cose”.

Ad onor del vero l’esecutivo guidato dal premier-non-eletto non e’ solo in questa campagna di silenziamento delle voci che cercano di denunciare il malaffare e l’invadente presenza delle mafie. Nelle scorse settimane i sindaci di diversi comuni della provincia di Napoli si sono rifiutati di prestare il territorio da loro amministrato alla troupe televisiva che sta girando la fiction televisiva “Gomorra”: la scusa e’ sempre quella: "Certi programmi tv sono offensivi e per niente rappresentativi della realtà che vogliono rappresentare". E allora che la raccontino loro questa realta’ “reale”, che non e’ quella di “Gomorra”!

Proprio in questi giorni l’ennesima sparatoria contro agenti di polizia di un auto civetta (scambiati probabilmente per esponenti di un clan rivale) in cui sono rimasti feriti due agenti, di cui uno in gravi condizioni. Decine di proiettili sparati in un luogo pieno di gente. Forse i primi cittadini di cui sopra e il questore di Napoli volevano dire che “certi programmi tv forniscono un’immagine per niente rappresentativa della realtà che vogliono rappresentare” perche’ la realta’ e’ molto peggio della fiction!

E' un errore che costa caro ritenere che sia meglio avere una Cittadinanza poco informata o, addirittura, totalmente inconsapevole della gravita' e delle conseguenze nefaste che l'oppressione economica e sociale delle mafie comporta. L'assuefazione alla presenza pervasiva del crimine organizzato mafioso ed all'assenza dello Stato sta portando di fatto – come ha denunciato tragicamente Roberto Saviano – alla “perdita del Mezzogiorno”. Un'intera area geografica del Paese non riesce piu', ormai, ad agganciare il treno di una qualsiasi ripesa o di un minimo progresso economico e sociale: se ne vanno i giovani che non hanno lavoro e prospettive di crescita nella loro terra, se ne vanno le imprese stanche di essere taglieggiate e svuotate dall'estorsione e dal pizzo.

L'assurdo e', come ha detto lo scrittore, che se ne stanno andando anche le mafie: anche loro ormai, dopo aver estratto illegalmente reddito da quella terra per decenni ed averla impoverita ed inaridita, emigrano alla ricerca di nuovi territori dove espandere la loro influenza: vanno in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Liguria. Ma e anche di questo si parla poco o si attacca e delegittima chi ne parla.

Chi non ricorda le proteste veementi dell'allora ministro Maroni dopo il monologo di Saviano sui rapporti tra esponenti della Lega Nord e la 'ndrangheta? La Rai fu costretta addirittura ad ospitare la controreplica del ministro che, a suo dire, voleva rispondere alle “infamie ed alle offese gridate in televisione. Poi sappiamo tutti come e' andata a finire: con le indagini e le inchieste della magistratura che hanno “svelato” all'opinione pubblica ed agli "ignari" ministri la conquista del nord Italia da parte delle organizzazioni criminali.

Ma questa e' un'altra storia.

* Coordinatore Commissione "Cittadinanza e Costituzione" del'Osservatorio.


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