Cittadini
informati e libera informazione spaventano le mafie, ma non
solo...
di
Alessandro Balducci*
Il governo Renzi ha celebrato a modo suo l'anniversario dell'assassinio
di Giancarlo Siani, giornalista di appena 26 anni de Il Mattino
di Napoli, freddato in un agguato dei camorristi.
Proprio
il 23 settembre Montecitorio (ricordiamo che il Parlamento
e' stato eletto in base ad una legge elettorale, il “porcellum”,
dichiarato incostituzionale dalla Consulta) ha dato il primo
via libera alla legge Bavaglio. La Camera dei deputati – come
si legge dai resoconti dei quotidiani - ha approvato infatti
il ddl che modifica il codice penale e il codice di procedura
penale e che contiene al suo interno anche la legge delega
al governo sul tema delle intercettazioni telefoniche. Alla
Camera i voti favorevoli al ddl penale sono stati 314, 129
i contrari mentre 51 parlamentari si sono astenuti. A votare
contro il ddl il Movimento 5 Stelle, la Lega e Sel, mentre
ad astenersi sono stati i deputati di Forza Italia.
Dispiace
dirlo, ma e' cosi': la camorra - e le mafie in generale -
“silenziano” i giornalisti coraggiosi che fanno Informazione
Libera con le pallottole; il governo li imbavaglia imponendo
al Parlamento la votazione di leggi-killer che svuotano dall’interno
la Liberta’ di stampa e di informazione: le due Agenzie lavorano
in tandem. Il segnale che proviene dall'esecutivo e' chiaro
(e non e' un caso che cio' sia avvenuto il giorno dell'anniversario
della morte di Siani): in un Paese strangolato dalle mafie
e dalla corruzione, l'importante e' costringere i mass-media
a non parlare di “certe cose”.
Ad
onor del vero l’esecutivo guidato dal premier-non-eletto non
e’ solo in questa campagna di silenziamento delle voci che
cercano di denunciare il malaffare e l’invadente presenza
delle mafie. Nelle scorse settimane i sindaci di diversi comuni
della provincia di Napoli si sono rifiutati di prestare il
territorio da loro amministrato alla troupe televisiva che
sta girando la fiction televisiva “Gomorra”: la scusa e’ sempre
quella: "Certi programmi tv sono offensivi e per niente rappresentativi
della realtà che vogliono rappresentare". E allora che la
raccontino loro questa realta’ “reale”, che non e’ quella
di “Gomorra”!
Proprio
in questi giorni l’ennesima sparatoria contro agenti di polizia
di un auto civetta (scambiati probabilmente per esponenti
di un clan rivale) in cui sono rimasti feriti due agenti,
di cui uno in gravi condizioni. Decine di proiettili sparati
in un luogo pieno di gente. Forse i primi cittadini di cui
sopra e il questore di Napoli volevano dire che “certi programmi
tv forniscono un’immagine per niente rappresentativa della
realtà che vogliono rappresentare” perche’ la realta’ e’ molto
peggio della fiction!
E'
un errore che costa caro ritenere che sia meglio avere una
Cittadinanza poco informata o, addirittura, totalmente inconsapevole
della gravita' e delle conseguenze nefaste che l'oppressione
economica e sociale delle mafie comporta. L'assuefazione alla
presenza pervasiva del crimine organizzato mafioso ed all'assenza
dello Stato sta portando di fatto – come ha denunciato tragicamente
Roberto Saviano – alla “perdita del Mezzogiorno”. Un'intera
area geografica del Paese non riesce piu', ormai, ad agganciare
il treno di una qualsiasi ripesa o di un minimo progresso
economico e sociale: se ne vanno i giovani che non hanno lavoro
e prospettive di crescita nella loro terra, se ne vanno le
imprese stanche di essere taglieggiate e svuotate dall'estorsione
e dal pizzo.
L'assurdo
e', come ha detto lo scrittore, che se ne stanno andando anche
le mafie: anche loro ormai, dopo aver estratto illegalmente
reddito da quella terra per decenni ed averla impoverita ed
inaridita, emigrano alla ricerca di nuovi territori dove espandere
la loro influenza: vanno in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna,
Veneto, Liguria. Ma e anche di questo si parla poco o si attacca
e delegittima chi ne parla.
Chi
non ricorda le proteste veementi dell'allora ministro Maroni
dopo il monologo di Saviano sui rapporti tra esponenti della
Lega Nord e la 'ndrangheta? La Rai fu costretta addirittura
ad ospitare la controreplica del ministro che, a suo dire,
voleva rispondere alle “infamie ed alle offese gridate in
televisione. Poi sappiamo tutti come e' andata a finire: con
le indagini e le inchieste della magistratura che hanno “svelato”
all'opinione pubblica ed agli "ignari" ministri la conquista
del nord Italia da parte delle organizzazioni criminali.
Ma
questa e' un'altra storia.
*
Coordinatore Commissione "Cittadinanza e Costituzione"
del'Osservatorio.
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