Non
so non capisco
di
Claudio Giusti*
Ia nie snaiu, ia nie panimaiu.
Non
so, non capisco.
Questa
era la frase standard con cui i cittadini sovietici si toglievano
dagli impicci se il Kaghebè gli chiedeva informazioni sul
dissidente Ivan Ivanovic o sul borsaro nero Ivan Ivanovic
Ivanov.
Non
so, non capisco.
Beh,
questo dovrebbe essere anche il motto delle nostre televisioni
e dei nostri giornali il cui livello, mai stato particolarmente
alto, è precipitato in questi vent’anni di berlusconismo.
Non
so, non capisco.
All’inizio
o alla fine di ogni talk show, o morbosa trasmissione di misteri
e delitti, o di presunta informazione dovrebbe campeggiare
la scritta: “Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti
realmente accaduti è puramente casuale”. La mia e vostra serenità
ne guadagnerebbe.
Non
so, non capisco.
Molti
giornalisti e i politici italiani non immaginano neppure che
nell’Europa in cui vivono e operano e dai cui contribuenti-consumatori
sono profumatamente pagati, vi sono ben due organizzazioni.
La prima si chiama Consiglio d’Europa, riunisce 47 paesi,
ha una sua assemblea parlamentare ed è cosa completamente
diversa dall’Unione Europea, il cui parlamento eleggiamo ogni
cinque anni e i cui 27 membri si sono legati in un vincolo
politico economico ben più stringente di quello del Consiglio
di cui fanno pur parte.
Stesso discorso per le due corti europee. La prima è la Corte
Europea dei Diritti dell’Uomo, quella che ci condanna ogni
giorno, ed è un organismo del Consiglio, mentre la Corte Europea
di Giustizia lo è dell’Unione e si occupa delle beghe legali
fra questa e gli stati membri.
Questa
sera qualche genio televisivo chiederà di chiudere uno dei
due parlamenti.
Ia nie snaiu, ia nie panimaiu.
Non so, non capisco.
*
Componente del Comitato scientifico dell'Osservatorio
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