Osservatorio sulla legalita' e sui diritti
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18 aprile 2015
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Diritti e tecnologie informatiche . Fare cultura , non solo regole
di Rita Guma*

Mi è stata richiesto un intervento breve e di impostazione divulgativa, per cui non entrerò in dettagli tecnici o normativi, anche perché la legislazione inerente la tutela dei diritti in Internet per quanto riguarda la Pubblica amministrazione è vasta e complessa.

Uno dei diritti oggetto del mio intervento è la trasparenza nella Pubblica Amministrazione, ovvero l'accesso del cittadino alle questioni che lo vedono direttamente coinvolto e la possibilità di effettuare un'azione di controllo sull'uso delle risorse umane e finanziarie nella PA a scopo di prevenzione della corruzione. Altro diritto che la normativa riconosce è quello all’accessibilità informatica, che ha lo scopo di consentire l'agevole accesso all'informazione online da parte delle persone con disabilità visiva (che rappresentano il 20% dei soggetti fruitori della rete) o altre disabilità. Infine occorre contemperare tali diritti con la tutela della privacy, apparentemente in antitesi con gli altri due.

Anche a giudizio del Garante per la tutela dei dati personali e del Commissario anticorruzione, i dati che le PA osservanti della legge mettono in rete sono troppi, per cui paradossalmente il cittadino non riesce a compiere quell'azione di controllo che la norma mira a garantire.

Inoltre si verificano contraddizioni fra l'intento dichiarato di tutelare i diritti e il comportamento di alcune amministrazioni che si occupano di varare la normativa a tutela di tai diritti e verificarne l'applicazione. Ad esempio su alcuni siti della PA la normativa sull'accessibilità viene in parte aggirata ingannando i software di controllo ai quali risulteranno accessibili siti che non lo sono e in parte vanificata riempiendo i menu di navigazione di link di cui il lettore non vedente, attraverso il suo screen reader, dovrà sopportare la lettura ad ogni pagina prima di arrivare ai contenuti.

Su altri siti della PA i dati dell'"Amministrazione trasparente" non sono pubblicati o lo sono solo in parte, anche se esiste l'apposita sezione che illude il software di controllo, o non sono facilmente reperibili informazioni importanti come la ditta che ha progettato il sito (cosa che avviene in genere ad ogni cambio di amministrazione) e quanto è costato l'inutile aggiornamento grafico e strutturale. Peralto l'assenza di tale ultima informazione non consente al cittadino di valutare i livelli di sicurezza messi in campo sui server pubblici. Si sono già verificati attacchi informatici con download di dati delicati e riservati (ad es. liste di persone sieropositive dal sito del Ministero della Sanità).

Ad una verifica (che ho personalmente effettuato) si scopre anche che alcune amministrazioni pubbliche non conoscono norme regolatrici dell'uso di Internet nella PA, che hanno emanato o su cui dovrebbero informare il cittadino, per cui ci si chiede chi supporti normativamente e tecnicamente le singole amministrazioni e funzionari intenzionati a rispettare leggi e direttive ministeriali.

Altro problema è quello della frammentazione delle responsabilità o dell'eccesso di responsabilità: le varie leggi prevedono per ogni PA un responsabile della privacy, uno della trasparenza, uno dell'accessibilità e del procedimento di pubblicazione e così via, e questi spesso non coincidono o non hanno adeguate competenze o devono operare senza aggravio si spesa per l'amministrazione, per cui nelle piccole amministrazioni risulta difficile che i campi in cui costoro dorebbero esplicare la loro azione fattiva o di controllo siano gestiti correttamente.

In definitiva, manca la cultura dei diritti in rete anche nelle istituzioni che legiferano in materia, nè sono previste sanzioni per chi elude la legge.

Passando dalla critica alla proposta, ecco le soluzioni che come associazione proponiamo:

- istituire in ogni PA una sola figura che si occupi di tutto quanto concerne trasparenza, accessibilità e privacy online, con adeguate competenze, e che venga remunerata per il suo ruolo;

- semplificare la normativa riducendo la varietà di informazioni minime da pubblicare sui siti della PA e proporzionandole alla dimensione del tipo di ammistrazione interessata;

- affidare ad associazioni di volontariato che operino solo con rimborso spese il compito di sensibilizzare docenti e studenti alla cultura dei diritti in rete e di formare i funzionari pubblici ai profili tecnologici dei diritti citati, perché la cultura dei diritti non sia solo legge sterile o affare redditizio scollegato dalle reali esigenze del cittadino che vuole leggere, capire, sapere.

Queste ultime sono azioni che noi, come Osservatorio, già svolgiamo su richiesta di dirigenti pubblici sensibili alla tematica.


* sintesi dell'intervento del presidente nazionale Osservatorio sulla legalità e sui diritti Onlus alla conviviale del Rotary Club Milano Settimo a Milano il 16 aprile 2015


per approfondire...

Internet per non vedenti e ipovedenti : nuove norme per la PA

Rischi in Internet : quali sono e come difendersi

I crimini informatici

Internet fra libertà e diritti

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