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Piccoli
mostri a Torino violentano per mesi una ragazzina di 13 anni
di
Doriana Goracci*
La frase-ricatto si ripete tragicamente da sud a nord, est
ed ovest: “taci perchè altrimenti raccontiamo tutto a tua
madre”.
Questa
è stata detta a Torino, più volte. I verbi vengono usati al
condizionale, ma il fatto è tragicamente certo: Una ragazzina
di 13 anni è stata violentata per mesi e poi ricattata dai
compagni di scuola. L’orrore veniva consumato in un garage
abbandonato nella periferia della città.
Dal
quotidiano la Stampa: “Felpa azzurra con la scritta «#Rebel»,
pallone sotto braccio, 13 anni. «A scuola ci hanno dato dei
mafiosi», dice. Mafiosi? «Sì, perché non abbiamo detto niente
di Margherita (nome di fantasia, ndr). È vero, siamo stati
zitti, ma non sembrava un segreto. Tutti, nel quartiere, conoscevamo
questa storia. All’inizio, lei ci scherzava pure. Era andata
nel garage liberamente. Raccontava certi particolari alle
amiche… All’inizio, sembrava tutto ok. Lo giuro. Una cosa
normale. Non avevamo capito che le avevano fatto dei video
e la stavano ricattando».
Nel
quartiere Falchera, a Torino, per sette mesi la ragazzina
è stata sottoposta a violenze di un branco di ragazzini, undici
forse quindici embrioni di uomo, che andavano in un garage
abbandonato, riprendevano con i telefonini e giorno dopo giorno
il ricatto: “Se non fai quello che vogliamo noi, mandiamo
le foto a tua madre”. E dunque, giù con le violenze sessuali.
“Non mi lasciano in pace, non ce la faccio più”, spiegava
la ragazzina alle sue amichette.
Poi
la ribellione, dopo Natale e allora la punizione: il 20 gennaio
il branco si è vendicato e ha spedito una foto alla madre,
in cui venivano mostrati gli abusi. Subito è scattata la denuncia.
Una vicenda che ha sconvolto l’intero quartiere. Il preside
della scuola media dei ragazzini, Filippo Furioso, è preoccupato
per le conseguenze: “È un fatto gravissimo, che adesso rischia
di creare dei pregiudizi verso un quartiere che sta cercando
in tutti i modi di uscire dall’isolamento e dal degrado”.
La polizia ha sequestrati telefonini e computer, ma gli indagati
della banda sono soltanto tre, gli unici 14enni imputabili
(gli altri sono più piccoli). Intanto la bambina è stata trasferita
in un altro istituto. Un amico ha detto:”Tutti nel quartiere
conoscevamo la storia”.
Io
non ho parole ma tacere è il peggio che possiamo fare, per
questo ho scritto questo post, per questa piccola stella senza
cielo che deve ritrovare la serenità per guardare il mondo
e amare.
*
Coordinatrice della Commissione "Voci dalla rete"
dell'Osservatorio
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