Tutti
responsabili dei propri errori... Meno che i politici irresponsabili
di
Alessandro Balducci*
2Scrosciano gli applausi da tutti i partiti quando il neopresidente
della Repubblica Sergio Mattarella esorta alla lotta contro
il sistema delle mazzette, ma gli stessi partiti bloccano
per l’ennesima volta la discussione del ddl anticorruzione
giacente in Senato da ormai un paio d’anni. L’aula di palazzo
Madama ha bocciato con 134 voti contrari e 49 favorevoli (Movimento
5 Stelle, Sel, Misto) la discussione urgente del testo originariamente
depositato da Piero Grasso nel primo giorno di questa legislatura."
Ho voluto riportare da un sito d’informazione su internet
questa breve sintesi della giornata seguente all’insediamento
di Sergio Mattarella perche’ l’ho trovata estremamente rappresentativa,
pur nella sua brevita’, dell’atteggiamento profondamente irresponsabile,
se non addirittura palesemente complice con i corrotti ed
i malavitosi, della classe politica italiana.
Intendiamoci:
dare tutta la colpa dello stato di degrado in cui versano
la legalita’, il senso dello Stato e piu’ in generale la convivenza
civile e democratica in Italia ai politici sarebbe ingiusto.
E’ vero che i politici italiani non ritengono opportuno intervenire
mentre il Paese e le sue finanze vengono divorati dal malgoverno
e dalla corruzione, e questa e’ una loro colpa non grave ma
gravissima. Ma e’ altrettanto vero che i governi che si sono
finora succeduti – alcuni dei quali neanche passati per il
voto popolare – hanno rappresentato gli interessi di alcuni
spezzoni minoritari ma importanti della societa’: gruppi di
potere economici, finanziari, caste protette, organizzazioni
criminali fortemente infiltrate nelle istituzioni locali e
nazionali che operano ed agiscono anche, e soprattutto, nell'ombra
per evitare cambiamenti dello status quo.
La
principale conseguenza di questa situazione di profonda deriva
illegalitaria è costituita dallo spostamento di ingenti
risorse pubbliche dalle tasche (molte) dei contribuenti a
quelle (poche) di criminali politici e comuni. Perche’ di
questo si parla quando si denunciano i danni immensi provocati
dalla corruzione, dall’evasione fiscale e dall’intreccio perverso
tra mafie ed istituzioni: un gigantesco vortice di denaro
che invece di finire in opere pubbliche, miglioramento di
servizi essenziali e fondamentali come la Sanità, la
Scuola e la Sicurezza dei Cittadini, sparisce nel “buco nero”
della criminalità politica e mafiosa.
E
allora come spiegare ai comuni Cittadini o all’allibita opinione
pubblica europea, che nel Paese primo al mondo per la presenza
capillare nel territorio di organizzazioni mafiose efferate
e potenti, ai primi posti della classifica (negativa) della
corruzione, la preoccupazione del “grande twittatore” (bellissima
definizione – non mia – dell’attuale capo del governo) e della
sua schiera di ministre e ministri sia la responsabilita’
civile dei magistrati (!). Avete capito bene; non e’, purtroppo,
uno scherzo. Sono
due anni che attendiamo da questa maggioranza (che si trova
ad essere maggioranza sulla base ad una legge elettorale palesemente
incostituzionale, ma tant’è) un sia pur modesto segnale
di inversione di tendenza: un segnale che costituisse una
risposta al “forte bisogno di legalita’” di cui ha parlato
pochi giorni fa lo stesso neopresidente Sergio Mattarella.
E non servono modifiche della Costituzione, come abbiamo ricordato
in diversi scritti e commenti da questo sito: basterebbe una
riforma seria della prescrizione (per esempio interrompendola
non al pronunciamento della Cassazione ma almeno alla sentenza
di primo grado), la possibilita’ di fare i test d’integrita’
da parte delle forze dell’ordine e della magistratura nei
confronti di politici ed amministratori pubblici a tutti i
livelli, ripristino del reato di falso in bilancio, aumento
delle pene per i reati di corruzione e contro la Pubblica
Amministrazione… Soprattutto il test d’integrita’ (già in
uso da tempo, per esempio, negli Stati Uniti) costituirebbe
uno strumento di lotta alla corruzione preventiva, finalizzato
cioe’ a ridurre la possibilita’ che a ricoprire cariche e
posizioni importanti nella Pubblica Amministrazione ci siano
persone corruttibili o predisposte alla corruzione ed al malaffare.
Perche’ – come insegna la cronaca giudiziaria – scoprire e
punire la corruzione e’ in genere difficile se non impossibile:
la corruzione richiede la complicita’ di due persone: chi
corrompe e chi si fa corrompere. Se il “patto criminale” tra
corrotto e corruttore non si rompe – per esempio uno dei due
comincia a parlare - e’ praticamente impossibile arrivare
a scoprire il reato ed a punire i colpevoli. E’ meglio fare
in modo che la selezione degli amministratori pubblici avvenga
prima, e che non si sia costretti ad intervenire soltanto
dopo - ammesso che i magistrati riescano a scoprire il reato
- e soprattutto, quando ormai il danno alle casse pubbliche
e’ stato perpetrato.
Un’ultima cosa. Piu’ di 350mila Cittadini hanno firmato una
petizione per chiedere al Parlamento di votare prima possibile
per la cancellazione del vitalizio agli ex parlamentari condannati
in via definitiva. Nonostante milioni di Italiani siano stati
spinti in poverta’ dalla crisi e le esauste casse pubbliche
non possano assisterli, questo Stato trova le risorse per
pagare i vitalizi ai condannati. Non possiamo piu’ aspettare!
Con la stessa celerita’ con la quale il governo si e’ mosso
per promulgare una legge punitiva contro i magistrati che
ne mina alle fondamenta l’indipendenza e la serenita’ di giudizio,
adesso ci aspettiamo che si metta fine a questa vergogna.
*
Coordinatore Commissione "Cittadinanza e Costituzione"
del'Osservatorio.
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etica e politica
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