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FNSI:
nuovo anno, nuovo
segretario. Serve uno scatto di orgoglio ed efficienza
di
Guido Columba*
Un altro anno, pesante, è trascorso. Uno nuovo si affaccia.
E con esso il Congresso della Fnsi che sancirà, dopo 7 anni
e due mandati, il passaggio di Franco Siddi nell’ empireo
internazionale.
Come
tutti i segretari che l’anno preceduto - ricordo Santerini,
Serventi e l’inossidabile Ceschia che l’altro giorno ha compiuto
gli 80 partecipando al Consiglio nazionale della Fnsi - Franco
ha fatto bene e male va comunque ringraziato per l’impegno
che ci ha messo. Ha firmato due contratti, il primo dopo un
tempo tanto lungo da farne quasi dimenticare l’esistenza,
che hanno segnato arretramenti e qualche avanzamento: entrambi
non sono stati approvati dall’Unci. Tutti e due i contratti,
e Siddi, sono stati sommersi da critiche feroci, in diversi
casi ingenerose e dovute solo a una esasperata lotta di taglio
politico. Ricordo i titoli di due comunicati dello scorso
giugno di una delle correnti sindacali: “Contratto/chi schiavo
e chi precario a vita” e , soprattutto, ”Contratto/la Fnsi
vuole la tomba dei giornalisti e del giornalismo ”.
La Fnsi in questi anni è stata impegnata, oltre che dal contratto,
da una vera e propria valanga di problemi e disastri: dalla
chiusura di testate ai prepensionamenti, dai contratti di
solidarietà al persistente rifiuto di Cgil, Cisl e Uil – tanto
prodighe di solidarietà quanto rapaci nel fare incetta di
tessere – di far applicare la legge sugli uffici stampa pubblici.
Ma anche dai temi dell’equo compenso, della Rai, del finanziamento
pubblico ai giornali e cento altri. In questa marea di problemi
si è appannata l’azione a tutela dell’informazione e dei cronisti.
La
Fnsi è stata lenta e timida sui temi della diffamazione (con
un testo di legge inaccettabile che rimbalza dalla Camera
al Senato), delle norme sulle intercettazioni (con un presidente
del Consiglio che minaccia il ricorso a una legge delega da
far approvare poi con il voto di fiducia), delle ricorrenti
tentazioni autoritarie del Garante dei dati personali, Soro,
(che pretende una “accorta regìa” per far conoscere ai cittadini
i dati di politici e amministratori), della presenza dei giornalisti
all’interrogatorio del Presidente Napolitano.
L’Unci, come sempre, ha fatto fronte alla situazione e lo
farà anche in futuro quando, al Congresso di Firenze, dall’8
al 10 maggio 2015, si concluderà un ciclo di presidenza ben
più lungo di quello federale. Timida la Fnsi è stata di fronte
al fenomeno dei prepensionati che rimanevano, a stipendio
dimezzato, nel posto di lavoro usuale: dopo oltre due anni
di mie denunce in Cn ha partorito una letterina di richiamo
ai cdr.
Ugualmente
timida la Fnsi è stata sulla tutela dell’immagine del giornalista
messa a repentaglio, tra gli altri, da due casi eclatanti:
l’inopinata decisione dell’Ordine di Milano di riammettere
Renato Farina e dalle trasmissioni para-giornalistiche di
Barbara D’Urso. A parole sono tutti pronti a criticare, ma
quando, come l’altro giorno al Cn della Fnsi, ci si trova
a dover votare un documento scritto presentato dall’Unci,
cominciano i distinguo, le scuse, i rinvii, il nulla di fatto.
E’ con questo comportamento che i problemi si sfilacciano,
diventano impossibili da affrontare, tantomeno da risolvere.
L’augurio per il 2015 è quello che ci porti, dal Congresso
di Chianciano, non solo un nuovo segretario, pieno di energia
e desideroso di fare bella figura, ma anche un apparato sindacale
che abbia uno scatto di orgoglio ed efficienza e che, lasciando
da parte le soffocanti mediazioni tra correnti e correntine,
sia verticali sia regionali, dia alla Fnsi la capacità e la
forza necessarie a fronteggiare una situazione davvero difficile.
Buon
anno e cordiali saluti,
Guido
Columba
*
Presidente Unione Nazionale Cronisti Italiani
Dossier
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