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Ultimatum
europeo e costi carcerari : proposte contro il sovraffollamento
di
Mauro W. Giannini
L'ultimatum europeo all'Italia con la sentenza Torreggiani
resa l’8 gennaio 2013, che obbligava il Paese a dotarsi di
misure idonee ad eliminare il problema del sovraffollamento
carcerario è scaduto ieri. Si apre ora la strada a
tutte le procedure relative ai ricorsi pendenti “congelate”
dalla Corte proprio in attesa che l’Italia adottasse le misure
richieste. Peraltro, se il nostro Paese non correrà
ai ripari, ai
ricorsi pendenti si aggiungeranno quelli di nuova proposizione,
con la conseguenza che l’Italia dovrà sborsare ulteriori ingenti
somme relative ai risarcimenti (tra i 10 e i 20mila euro a
detenuto, secondo quanto disposto dalla Corte nella sentenza).
Somme che potrebbero essere utilizzate per migliorare il sistema
carcerario italiano.
Ma
quanto costa davvero il sovraffollamento carcerario? La risposta
arriva da un approfondimento curato dagli avvocati Chiara
Zucchetti e Fabrizio Di Zozza della Giunta Nazionale di Aiga
(Associazione italiana giovani avvocati), dedicato all’analisi
di tutti i costi – materiali e no – del sovraffollamento.
Emerge che ogni giorno per la carcerazione preventiva l’Italia
spende circa 1,3 milioni di euro, ma vi sono anche costi umani:
10.389 persone sono in cella senza aver subito alcun processo.
«Analizzando
i dati numerici forniti dal Ministero della Giustizia – spiegano
Zucchetti e Di Zozza – va evidenziato che alla data del 30
aprile 2014, su un totale di 59.683 detenuti, ben 10.389 (17,40%
sulla popolazione carceraria complessiva) sono in attesa di
giudizio. Di fatto sono sottoposti ad una misura cautelare
senza aver subito alcun processo».
«E'
doverosa una riflessione, svuotata dai furori ideologici,
sugli effetti del recente decreto svuota-carceri, che, tra
le altre misure, aumenta lo sconto di pena concesso per ogni
semestre (da 45 a 75 giorni) e soprattutto dispone un utilizzo
del braccialetto elettronico più frequente. Da pena alternativa
eccezionale, il braccialetto diventa uno strumento ordinario.
Viene istituita la figura del Garante Nazionale delle persone
detenute al fine di vigilare sul rispetto dei diritti dei
detenuti e sulle condizioni in cui scontano la pena», sottolineano
gli avvocati Aiga. Analoga attenzione deve porsi alla proposta
di legge AC631 attualmente in seconda lettura alla Camera,
nonché alla L.94/2013 di conversione del “Decreto carceri”
con il quale è stato anche previsto di portare la capienza
regolamentare delle carceri italiane a 57.000 posti con la
creazione di circa 12.324 nuovi posti.
Tali
misure sono state giudicate idonee ma non sufficienti dalla
“Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari
interni”(Commissione LIBE) europea che in data 26-28 marzo
2014 ha fatto visita ad alcune strutture carcerarie italiane.
La delegazione pur apprezzando gli sforzi fatti dall’Italia
negli ultimi mesi, ritiene che molto di più si possa e si
debba fare per ridurre il problema del sovraffollamento carcerario.
Una
soluzione al problema, proposta dall'AIGA e da sempre sostenuta
dall'Osservatorio sulla legalità e sui diritti Onlus,
è la limitazione del ricorso alla custodia cautelare.
Inoltre,
«si deve puntare a sistemi alternativi al carcere capaci di
incidere altresì sulla recidiva – sottolineano gli avvocati
Zucchetti e Di Zozza –: il terzo settore in questo senso deve
essere maggiormente valorizzato all’interno degli istituti
e trovare nei fondi europei un aiuto fattivo per un modello
di impresa sociale che nel rieducare il detenuto, avvicinandolo
al lavoro in carcere, rieduchi la società intera». Sul
punto si erano espressi anche il presidente dell'Osservatorio
Rita Guma e l'avv. Demetrio Delfino, coordinatore della Commissione
di proposta legislativa dell'Osservatorio, in una recente
intervista alla trasmisione radiofonica Luce nella notte,
sottolineando che non ci si può limitare a svuotare
le carceri, ma si devono accompagnare gli ex detenuti con
il sostegno psicologico e con strumenti che offrano loro delle
alternative ad una vita che li riporti in un penitenziario.
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