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23 febbraio 2014
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Giustizia : giovani avvocati a neoministro , basta errori , subito riforma
di Mauro W. Giannini

Dal novembre 2011 ad oggi l’Italia ha visto succedersi ben 3 ministri della Giustizia con la conseguenza dell’impossibile realizzazione di una riforma organica del sistema e con grave danno per il cittadino e per l’economia del Paese.

L'Associazione italiana giovani avvocati ha salutato la nomina di Andrea Orlando quale nuovo Guardasigilli rivolgendogli l’augurio "di saper comprendere l’importanza del dialogo e del confronto con l’Avvocatura e gli operatori della giustizia per intervenire tempestivamente ed efficacemente", come ha dichiarato il presidente AIGA Nicoletta Giorgi. Per Giorgi, "nella calendarizzazione delle riforme preannunciata quella relativa la giustizia dovrà essere attuata quale progetto serio di riforma globale che tenga conto sia della necessità di introdurre strumenti deflattivi extragiurisdizionali attraverso mezzi alternativi di risoluzione delle controversie, sia dell’effettivo recupero dei criteri di concentrazione e speditezza del processo giurisdizionale e del miglior sfruttamento delle risorse economiche destinate alla Giustizia".

"L’esperienza di chi quotidianamente riceve le istanze dei cittadini e si confronta con le lacune e la lentezza del sistema giustizia – ha aggiunto l'avvocato Giorgi – è contributo fondamentale nel processo di problem solving che si deve affrontare: in questi anni aver sentito parlare di governi tecnici, della necessità di coinvolgere soggetti preparati e al contempo aver lasciato fuori l’Avvocatura dal tavolo di confronto è stata una delle gravi contraddizioni del nostro Paese".

Tre giorni fa, anche l'AIGA ha partecipao alla catena umana realizzata simbolicamente intorno alla Corte di Cassazione al culmine dell'agitazione dell'avvocatura indetta dall'OUA. In quell'occasione, la presidente nazionale dell'AIGA aveva commentato che "Il ministro uscente della giustizia Annamaria Cancellieri nonostante le numerose riforme promulgate ha dovuto prendere atto che il contenzioso pendente e l'arretrato non è diminuito. Se, quindi, in uscita non aumentano i numeri, lo Stato cerca di ridurre quelli in entrata con una serie di strumenti che poco apportano al miglioramento del sistema giustizia: l'aumento di costi per le spese di iscrizione a ruolo delle cause, la previsione di un ulteriore pagamento per avere la motivazione della sentenza, la previsione di una responsabilità solidale del legale per le cause che venissero qualificate come temerarie, interventi sul processo esecutivo poco incisivi.".

Fin dalla nomina del nuovo ministro, pertanto, l’AIGA ha chiesto attraverso la sua presidente "un approccio nuovo, caratterizzato da un pragmatismo rivolto all’efficienza e all’ammodernamento del sistema giustizia anche al di fuori di schemi ormai desueti." chiedendo al neoministro della Giustizia "di dimostrare con i fatti di non voler ripetere gli errori di chi l’ha preceduto".».


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Dossier giustizia

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