Giustizia
: giovani avvocati a neoministro , basta errori , subito riforma
di
Mauro W. Giannini
Dal
novembre 2011 ad oggi l’Italia ha visto succedersi ben 3 ministri
della Giustizia con la conseguenza dell’impossibile realizzazione
di una riforma organica del sistema e con grave danno per
il cittadino e per l’economia del Paese.
L'Associazione
italiana giovani avvocati ha salutato la nomina di Andrea
Orlando quale nuovo Guardasigilli rivolgendogli l’augurio
"di saper comprendere l’importanza del dialogo e del
confronto con l’Avvocatura e gli operatori della giustizia
per intervenire tempestivamente ed efficacemente",
come ha dichiarato il presidente AIGA Nicoletta Giorgi. Per
Giorgi, "nella calendarizzazione delle riforme preannunciata
quella relativa la giustizia dovrà essere attuata quale progetto
serio di riforma globale che tenga conto sia della necessità
di introdurre strumenti deflattivi extragiurisdizionali attraverso
mezzi alternativi di risoluzione delle controversie, sia dell’effettivo
recupero dei criteri di concentrazione e speditezza del processo
giurisdizionale e del miglior sfruttamento delle risorse economiche
destinate alla Giustizia".
"L’esperienza
di chi quotidianamente riceve le istanze dei cittadini e si
confronta con le lacune e la lentezza del sistema giustizia
– ha aggiunto l'avvocato Giorgi – è contributo fondamentale
nel processo di problem solving che si deve affrontare: in
questi anni aver sentito parlare di governi tecnici, della
necessità di coinvolgere soggetti preparati e al contempo
aver lasciato fuori l’Avvocatura dal tavolo di confronto è
stata una delle gravi contraddizioni del nostro Paese".
Tre
giorni fa, anche l'AIGA ha partecipao alla catena umana realizzata
simbolicamente intorno alla Corte di Cassazione al culmine
dell'agitazione dell'avvocatura indetta dall'OUA. In quell'occasione,
la presidente nazionale dell'AIGA aveva commentato che "Il
ministro uscente della giustizia Annamaria Cancellieri nonostante
le numerose riforme promulgate ha dovuto prendere atto che
il contenzioso pendente e l'arretrato non è diminuito. Se,
quindi, in uscita non aumentano i numeri, lo Stato cerca di
ridurre quelli in entrata con una serie di strumenti che poco
apportano al miglioramento del sistema giustizia: l'aumento
di costi per le spese di iscrizione a ruolo delle cause, la
previsione di un ulteriore pagamento per avere la motivazione
della sentenza, la previsione di una responsabilità solidale
del legale per le cause che venissero qualificate come temerarie,
interventi sul processo esecutivo poco incisivi.".
Fin dalla nomina del nuovo ministro, pertanto, l’AIGA ha chiesto
attraverso la sua presidente "un approccio nuovo,
caratterizzato da un pragmatismo rivolto all’efficienza e
all’ammodernamento del sistema giustizia anche al di fuori
di schemi ormai desueti." chiedendo al neoministro
della Giustizia "di dimostrare con i fatti di non
voler ripetere gli errori di chi l’ha preceduto".».
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