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geografia giudiziaria : tribunali verso il referendum bis
di
Mauro W. Giannini
Attacco
a tutto campo del Coordinamento nazionale per il Referendum
abrogativo della Revisione delle circoscrizioni giudiziarie
e nuova organizzazione dei tribunali ordinari: in agenda anche
un ddl ed i ricorsi in Europa. Riparte da Roma l'azione di
istituzioni e cittadinanza attiva che, uniti nel coordinamento
nazionale nato a dicembre, ancora una volta hanno deliberato
di contrastare la riforma sulla geografia giudiziaria che
definisce "illegittima nella sua genesi e perniciosa nella
sua esecuzione".
Istituzioni regionali, provinciali, comunali, comitati territoriali,
rappresentanze dell'avvocatura e degli ordini dei dottori
commercialisti provenienti dall'Abruzzo, Basilicata, Campania,
Calabria, Lazio, Marche, Friuli Venezia Giulia, Puglia, Sicilia,
Toscana, Piemonte, Veneto hanno presenziato all'evento. "Un
così ampio consenso ed una partecipazione allargata da ulteriori
tre regioni all'indomani della pronuncia della Consulta" sostengono
gli organizzatori "ci fa capire che il coordinamento, nato
sotto la spinta del referendum, è quel progetto virtuoso di
cui istituzioni e cittadini avevano bisogno per dialogare
da "pari" e per porre in campo soluzioni comune ed efficaci
come quelle decise ieri presso la sede dei Parlamenti Regionali".
Infatti,
il referendum per l'abrogazione della normativa che ha chiuso
1000 uffici giudiziari in tutta Italia sarà riproposto dalle
Regioni che, dopo aver analizzato la sentenza della Corte
Costituzionale, hanno valutato le osservazioni della Consulta
e ripresenteranno l'istanza referendaria già nel mese di marzo.
Sarà seguita, inoltre, la strada sperimentale di convenzioni
tra Ministero e Regioni che pongono a carico del bilancio
della regione le spese di gestione degli uffici giudiziari,
portando la questione nella Conferenza Stato- Regioni.
Al
tavolo dei lavori sono emerse le proposte di un disegno di
legge che riordini in modo organico e condiviso la dislocazione
sul territorio nazionale dei tribunali ed uffici del giudice
di pace e, soprattutto, è stata chiesta la strada europeista
con i ricorsi ai competenti organi giurisdizionali. Un'azione
a tutto campo che vedrà schierati Governi regionali, Enti
locali e Cittadini che percorreranno tutte le strade indicate
e che già sono al lavoro perché "la revisione delle circoscrizioni
giudiziarie varata dai Governi Monti-Letta, ha di fatto contribuito
a paralizzare un sistema giustizia già in grave difficoltà
ed ha sancito la volontà di chi governa di allontanare sempre
più la Giustizia dai Cittadini che si trovano a subire provvedimenti
dannosi per la civile e democratica convivenza".
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