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Cagliari
: Ordine invita avvocati a cancellarsi dalle difese d'ufficio
di
Mauro W. Giannini
Avvocati
penalisti ancora in agitazione. L'Ordine degli Avvocati di
Cagliari ha indetto l’astensione degli iscritti da ogni attività
nelle udienze civili, penali, amministrative e tributarie,
a decorrere dal giorno 11 Febbraio 2014 "ad oltranza,
fino a quando non saranno manifestati da parte del Ministro
della Giustizia e del Governo segni concreti di voler instaurare
un confronto ed una concertazione con gli Organi Istituzionali
e politici dell'Avvocatura sulle riforme ed i temi della Giustizia".
L'Ordine
cagliaritano ha inoltre invitato gli avvocati "a richiedere
la cancellazione dalle liste del patrocinio a spese dello
Stato e delle difese d’ufficio".
L'astesione
dalle udienze è stata proclamata in deroga alla normativa
che stabilisce termini di preavviso minimo per gli scioperi,
perché la legge prevede anche che “le disposizioni
relative al rispetto dei termini di preavviso minimo e di
indicazione della durata dell'astensione non si applicano
nei casi di astensione dal lavoro in difesa dell’ordine costituzionale”
e nel caso di specie l’Assemblea dell’Ordine degli Avvocati
di Cagliari ha ravvisato "un fondato, serio, grave,
attuale, pregiudizio ai diritti della persona costituzionalmente
garantiti e tutelati dalle convenzioni e trattati internazionali
sui diritti dell’uomo cui lo stato italiano aderisce"
e rievato che "la gravità della situazione impone
di assumere, con senso di responsabilità e per il rispetto
nutrito dall'Avvocatura per le Istituzioni, ogni più ferma
iniziativa".
Con
una delibera l'Ordine spiega che infatti "il diritto
di difesa costituzionalmente garantito sta subendo un attacco
senza precedenti; ....anche gli ultimi provvedimenti governativi,
presentati come di riforma del processo civile, confermano
la oramai consolidata tendenza a comprimere sotto diversi
profili i diritti costituzionali. In questo senso vanno, tra
gli altri: l’introduzione di filtri discrezionali sull’ammissibilità
delle impugnazioni, la mortificazione del principio costituzionale
di motivazione dei provvedimenti giurisdizionali; la previsione
di una responsabilità solidale dell’Avvocato rispetto all’esito
della causa; la sostanziale cancellazione del sistema delle
impugnazioni attraverso l’abolizione del divieto di reformatio
in peius, l’esclusione del controllo di legittimità sulla
motivazione in caso di doppia decisione conforme nel merito
e la conseguente tendenziale cristallizzazione degli orientamenti
giurisprudenziali, la crescita esponenziale, costante, progressiva,
incontrollata ed incontrollabile dei costi di accesso alla
giustizia, cui non ha corrisposto alcun effettivo e concreto
reinvestimento delle somme per migliorare il funzionamento
del sistema, già da troppo tempo gravato da pesantissime carenze
di mezzi e di organici, cui non è dato segno di voler porre
alcun rimedio".
Altra
questione grave lamentata nella delibera, "la gravissima
compressione dei diritti dei non abbienti attuata attraverso
la drastica ed ingiustificata riduzione delle risorse da dedicarsi
alla loro difesa, da sempre assicurata ai più deboli in modo
pieno e qualificato dall'Avvocatura, cui si è ritenuto da
ultimo di imporre, senza preventiva concertazione, un ulteriore
taglio dei compensi, in alcun modo commisurati alla quantità
e qualità dell'opera prestata".
L'Ordine cagliaritano, oltre a stigmatizzare il continuo ricors
alla decretazione d'urgenza, prende inoltre atto "che
il Ministro della Giustizia ha disatteso ogni tentativo degli
organi rappresentativi dell'Avvocatura di intraprendere un
dialogo, gli interventi sopra richiamati costituiscono l'unica
risposta che il Governo ha ritenuto di dover rendere ai cittadini,
noncurante dei continui richiami della Corte Europea dei Diritti
dell' Uomo avverso la constata inefficienza ed inefficacia
del “sistema giustizia” che, si ribadisce, “impediscono di
fatto l'effettiva tutela dei diritti dei Cittadini, quali
la dignità sociale e l'uguaglianza davanti alla legge, con
riflessi negativi in merito al pieno sviluppo della persona”,
ledendo i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica
Italiana, della Convenzione di Tutela dei Diritti Umani e
della Carta Europea dei Diritti dell'Uomo".
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