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09 febbraio 2014
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Cagliari : Ordine invita avvocati a cancellarsi dalle difese d'ufficio
di Mauro W. Giannini

Avvocati penalisti ancora in agitazione. L'Ordine degli Avvocati di Cagliari ha indetto l’astensione degli iscritti da ogni attività nelle udienze civili, penali, amministrative e tributarie, a decorrere dal giorno 11 Febbraio 2014 "ad oltranza, fino a quando non saranno manifestati da parte del Ministro della Giustizia e del Governo segni concreti di voler instaurare un confronto ed una concertazione con gli Organi Istituzionali e politici dell'Avvocatura sulle riforme ed i temi della Giustizia". L'Ordine cagliaritano ha inoltre invitato gli avvocati "a richiedere la cancellazione dalle liste del patrocinio a spese dello Stato e delle difese d’ufficio".

L'astesione dalle udienze è stata proclamata in deroga alla normativa che stabilisce termini di preavviso minimo per gli scioperi, perché la legge prevede anche che “le disposizioni relative al rispetto dei termini di preavviso minimo e di indicazione della durata dell'astensione non si applicano nei casi di astensione dal lavoro in difesa dell’ordine costituzionale” e nel caso di specie l’Assemblea dell’Ordine degli Avvocati di Cagliari ha ravvisato "un fondato, serio, grave, attuale, pregiudizio ai diritti della persona costituzionalmente garantiti e tutelati dalle convenzioni e trattati internazionali sui diritti dell’uomo cui lo stato italiano aderisce" e rievato che "la gravità della situazione impone di assumere, con senso di responsabilità e per il rispetto nutrito dall'Avvocatura per le Istituzioni, ogni più ferma iniziativa".

Con una delibera l'Ordine spiega che infatti "il diritto di difesa costituzionalmente garantito sta subendo un attacco senza precedenti; ....anche gli ultimi provvedimenti governativi, presentati come di riforma del processo civile, confermano la oramai consolidata tendenza a comprimere sotto diversi profili i diritti costituzionali. In questo senso vanno, tra gli altri: l’introduzione di filtri discrezionali sull’ammissibilità delle impugnazioni, la mortificazione del principio costituzionale di motivazione dei provvedimenti giurisdizionali; la previsione di una responsabilità solidale dell’Avvocato rispetto all’esito della causa; la sostanziale cancellazione del sistema delle impugnazioni attraverso l’abolizione del divieto di reformatio in peius, l’esclusione del controllo di legittimità sulla motivazione in caso di doppia decisione conforme nel merito e la conseguente tendenziale cristallizzazione degli orientamenti giurisprudenziali, la crescita esponenziale, costante, progressiva, incontrollata ed incontrollabile dei costi di accesso alla giustizia, cui non ha corrisposto alcun effettivo e concreto reinvestimento delle somme per migliorare il funzionamento del sistema, già da troppo tempo gravato da pesantissime carenze di mezzi e di organici, cui non è dato segno di voler porre alcun rimedio".

Altra questione grave lamentata nella delibera, "la gravissima compressione dei diritti dei non abbienti attuata attraverso la drastica ed ingiustificata riduzione delle risorse da dedicarsi alla loro difesa, da sempre assicurata ai più deboli in modo pieno e qualificato dall'Avvocatura, cui si è ritenuto da ultimo di imporre, senza preventiva concertazione, un ulteriore taglio dei compensi, in alcun modo commisurati alla quantità e qualità dell'opera prestata".

L'Ordine cagliaritano, oltre a stigmatizzare il continuo ricors alla decretazione d'urgenza, prende inoltre atto "che il Ministro della Giustizia ha disatteso ogni tentativo degli organi rappresentativi dell'Avvocatura di intraprendere un dialogo, gli interventi sopra richiamati costituiscono l'unica risposta che il Governo ha ritenuto di dover rendere ai cittadini, noncurante dei continui richiami della Corte Europea dei Diritti dell' Uomo avverso la constata inefficienza ed inefficacia del “sistema giustizia” che, si ribadisce, “impediscono di fatto l'effettiva tutela dei diritti dei Cittadini, quali la dignità sociale e l'uguaglianza davanti alla legge, con riflessi negativi in merito al pieno sviluppo della persona”, ledendo i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana, della Convenzione di Tutela dei Diritti Umani e della Carta Europea dei Diritti dell'Uomo".


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