Overkilling
. Non fateci nessuna Festa l’ 8 marzo
di
Doriana Goracci*
Quante volte quest’ anno abbiamo letto nelle cronache nazionali
e internazionali di un caso di “overkiller” (ovvero un accanimento
esagerato per il numero di colpi che sono stati inferti) anche
superiore a quello che sarebbe bastato per uccidere una donna?
E se non è “over”, è delitto, ormai ridenominato FEMMINICIDIO.
Coltelli
piantati nella gola, colpi all’ impazzata se non premeditati,
per gelosia, per passione, per folle egoismo, per possesso,
per rabbia, per mostruosa delinquenza. E’ da tempo che mi
riprometto di non scrivere più per certe Giornate ma poi qualcosa
scrivo. E così scrivo oggi, che è un altro giorno dall’ 8
marzo, perchè zitta non ci so stare, e ci starò da morta.
Buone
Giornate, Amiche care, impariamo a difenderci e a lottare
con gioia e coraggio, perchè la strada è in salita.Insieme
e in silenzio mai.
IO
NON CE LA FACCIO L’8 MARZO…
Ora
incombe l’8 marzo, questo seno simbolico in perpendicolare.
Che
ci porta questa data? Trasgressione, promesse, diritti, poesie,
amore, guerra, pace, lavoro, parità, giustizia, cene, spettacoli,
mimose, dibattiti, marce, sitin, rabbia, rivendicazioni, speranze?
No, è troppo tutto in un giorno, troppo per tutte noi, che
siamo la metà e un po’ di più nel mondo.
Io non ce la faccio a stare a casa quel giorno, senza il compagno
che amo tanto.
Io non ce la faccio a tornare in tempo.
Io non ce la faccio a scordarmi di quelle che non ci sono
più.
Io non ce la faccio ad arrivare a fine mese.
Io non ce la faccio a cucinare quello che adorano le persone
a me care.
Io non ce la faccio a dire no alle compagne che saranno quest’anno
sotto l’ambasciata americana.
Io non ce la faccio a dire no alle artiste che giocheranno
nelle piazze e nei teatri d’Italia.
Io
non ce la faccio a dire no a quello che mi offre un fiore.
Io non ce la faccio a non ridere in faccia a chi mi promette
che le cose cambieranno dopo il 9 aprile.
Io
non ce la faccio a non detestare quelle che andranno agli
spogliarelli maschili.
Io
non ce la faccio a non essere curata sorridente arrabbiata
quel giorno.
Io non ce la faccio a non commuovermi leggendo le parole di
donne nel tempo.
Io non ce la faccio a non pensare a quelle che sono morte
bruciate.
Io non ce la faccio a pensare che altre sono sotto le bombe.
Io
non ce la faccio a vedere pure quel film.
Io
non ce la faccio a leggere l’ultimo pezzo di quella giornalista,
come si chiama?
Io non ce la faccio a dire sempre si-sempre no.
Io non ce la faccio a diventare madonnamaddalena.
Io non ce la faccio a pensare che quelle stanno “dentro”.
Io
non ce la faccio a non dire che voglio la pace e non la guerra.
Io non ce la faccio a dire che l’8 marzo è un giorno qualunque.
Io
non ce la faccio a dire che l’8 marzo è un giorno di festa.
Io non ce la faccio in una giornata a dedicare tutte queste
cose alle donne.
Io non ce la faccio a dire tutto quello che fanno le donne.
Io, donna. In un giorno.
(8
marzo 2006)
*
ccordinatrice della Commissione Voci dalle Rete dell'Osservatorio
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