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03 marzo 2014
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Violenza domestica : una panoramica del fenomeno
di Demetrio Delfino*

In altre occasioni, mi sono dilungato ad esporre le cause della violenza domestica nonché le caratteristiche da questa assunte a seconda che venga esercitata nei confronti dell'uomo o nei confronti della donna. Come è facile comprendere, la portata del fenomeno è davvero importante ed impone delle proposte di rilievo sotto il profilo normativo. Prima di discorrere intorno a queste ultime, potrà essere utile sintetizzare la portata generale del problema evidenziando tutti quei punti che possono essere di rilevante utilità al fine di proporre una adeguata legislazione capace non solo di arginare ma, altresì, di gestire normativamente al meglio tale particolare forma di violenza.

La prima osservazione che ritengo di dovere fare è la seguente: il luogo in cui di solito questo tipo di violenze trovano la loro, purtroppo, naturale sede è la famiglia. Questa constatazione non può che farci riflettere: la famiglia viene identificata come un luogo di protezione, un luogo di cura, di educazione. Nel caso di specie, invece, diventa il luogo in cui le ordinarie frustrazioni, gli importanti problemi quotidiani, si trasformano in insofferenza e violenza di ogni tipo. Non può quindi che rilevarsi una oggettiva difficoltà al dialogo, a rapportarsi con gli altri, al discorrere, al fine della necessaria soluzione, anche dei problemi più significativi.

La seconda osservazione rappresenta una conseguenza della prima: tra il violentato e il violentatore esiste, il più delle volte, un pregresso rapporto di intimità, di fiducia, di amore o di stretta amicizia. Questo particolare rapporto sembra quasi che giustifichi le più diverse forme di violenza sin dai primi anni di vita. In alcune culture in cui prevale la preferenza per il figlio maschio (in India, i dati rilevati anni addietro erano a dire poco allarmanti: 10.000 casi di infanticidio femminile all'anno), una bambina può essere oggetto di aborto selettivo del sesso del nascituro.

Nel corso dell'infanzia, come ho già rilevato negli articoli precedenti, le bambine possono essere oggetto di varie forme di violenza, dalla mutilazione genitale femminile ai notevoli limiti in tema di accesso all'istruzione, dall'incesto al matrimonio precoce, per non parlare, poi, delle violenze che definirei più contemporanee ai nostri giorni e cioè, mi riferisco alla pornografia e alla prostituzione minorile. L'iter violento può proseguire in età adulta con vessazioni di ogni tipo: molestie sessuali sul luogo di lavoro, stupro coniugale, insulti e violenze psicologiche.

A tale ultimo riguardo è stato efficacemente appurato da studi specifici che violenze di questo tipo, se perpetrate nel tempo, oltre a minare, seriamente, la psiche dell'individuo, rappresentano una vera e propria tortura e motivano, quale causa efficiente, il suicidio dell'offeso in età adulta. Tali incresciosi "status" si protraggono per molti anni a motivo di una vera e propria sudditanza psicologica della donna nei confronti dell'uomo e a motivo della dipendenza economica che si crea, ordinariamente, tra i due sessi.

I maltrattamenti fisici, purtroppo, si rilevano in tutte le parti del mondo e, secondo un stima non più tanto recente, nel nostro pianeta si reputa che le donne che hanno subito una violenza domestica siano, a seconda del paese, tra il 20 e il 50% ("Violence Against Women", OMS, FRH/WHD/97.8). Anche l'uxoricidio è stato oggetto di analisi accurata e altra stima accuratamente rilevata ha portato alla constatazione che le donne russe, ad esempio, hanno maggiori probabilità (due volte e mezzo) di essere uccise dal proprio partner rispetto alle donne americane mentre, queste ultime hanno il doppio delle probabilità di essere uccise rispetto alle donne degli altri paesi dell'Europa Occidentale.

Il fenomeno della violenza intra muraria si estende, è noto, anche nei confronti degli adolescenti. Tale tipo di violenza è quella più oscura, quella meno visibile, quella più silenziosa. Ed infatti, i loro autori sono soprattutto i genitori, gli zii, i patrigni. Peraltro, si stima che tali forme di violenza vengano commesse, soprattutto, nei confronti di infra quindicenni e soprattutto nei confronti di bambine. Studi compiuti in tutto il mondo hanno fornito dati allarmanti. Statistiche rilevate nell'Africa Occidentale, nel Nepal e nella Thailandia, hanno dimostrato che sono decine di migliaia le bambine che vengono avviate alla prostituzione e che tale fenomeno ha provocato un incremento dei malati di AIDS e che, nel Ghana Settentrionale e nel Togo, molte bambine venivano offerte in dono ai sacerdoti dei santuari affinché questi ultimi potessero ricevere i loro favori sessuali in cambio di protezione che tali asseriti ministri del culto offrivano alle famiglie di queste bambine.

Come ho avuto modo di descrivere in altri articoli pubblicati su questo sito, tale doloroso fenomeno sta diminuendo grazie anche agli interventi di molteplici associazioni, enti e organismi internazionali che si stanno attivando da tempo con le iniziative più diverse finalizzate anche ad imprimere una svolta legislativa innovativa soprattutto nei confronti di quei governi maggiormente restii ad accettare tali forme di cambiamento. Debbo anche dire che uno sforzo di questo tipo è stato fatto soprattutto per quanto concerne lo stupro coniugale: già da diversi anni paesi quali le Barbados, la Repubblica Dominicana, l'Ecuador, le Filippine, il Sud Africa hanno iniziato a legiferare contro tale forma di violenza. Peraltro, deve farsi ancora molto, soprattutto per quanto riguarda il regime della prova che coinvolge tale tipo di reato.

Vi è un'altra fascia di accadimenti, che chiamerei comunque violenti e che tratterei, brevemente, a parte. Il primo tra questi è purtroppo tristemente noto anche al nostro Paese ed è l'attacco con l'acido. L'acido solforico, arma che può essere facilmente acquistata anche a basso costo, viene adoperato quale strumento per sfigurare un numero preoccupante di donne per i più diversi motivi. In realtà, questa triste pratica è stata importata dal Bangladesh nel quale si stimavano più di 200 attacchi con l'acido ogni anno. Le motivazioni di tale folle gesto, solo quelle stesse che stanno alla base di qualsiasi altra forma di violenza di cui sto discorrendo.

La violenza corredata alla dote, fortunatamente, rappresenta una pratica in via di diminuzione. Uno dei paesi in cui vigeva l'istituto della dote era l'India. Ed infatti, malgrado tale istituto non esista più, di fatto, si rilevano un numero di uccisioni preoccupanti di mogli da parte dei propri mariti. Tali uccisioni paiono riconducibili al mancato pagamento del prezzo per la donna o, alla mancata consegna della dote in favore del marito.

Anche il matrimonio precoce può essere considerato come ogni altra forma di violenza. Le famiglie d'origine impongono, in non pochi stati del mondo, il matrimonio alle proprie figlie non appena queste hanno compiuto il sedicesimo anno di età. Le conseguenze sono evidenti: maggiori possibilità di contrarre malattie sessualmente trasmissibili, maggiori possibilità di generare bambini affetti da gravi patologie, impossibilità, per le giovani donne, di accedere all'istruzione.

* Avvocato, Componente della Commissione "Vittime di violenza" e coordinatore ella Commissione di proposta legislativa dell'Osservatorio.


per approfondire...

Violenza domestica: le radici culturali 1

Violenza domestica: le radici culturali 2

Violenza domestica: le radici culturali 3

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