Rischi
in Internet : quali sono e come difendersi
di
Rita Guma*
Oltre alla possibilità di restare vittima
di un reato, in Internet si può rischiare di rendersi
vittime di comportamenti leciti e perfino annunciati e sottoscritti
per sprovvedutezza, per mancanza di normative certe in determinati
ambiti o perché si utilizzano servizi posti su server basati
in altri paesi e quindi soggetti a leggi e tribunali diversi
dai nostri.
Ad
esempio, sottoscrivendo servizi di posta liberi si
forniscono volontariamente (all’atto dell’iscrizione) o involontariamente
(mediante i contenuti delle mail e mediante i cookie) dati
che consentono il proprio tracciamento e profilazione. Alcuni
servizi di posta su webmail, come quello di Gmail,
dichiarano di monitorare le attività di chi li utilizza fino
a che non si effettua il logout, ma altri lo fanno
senza esplicitarlo e comunque pochi utenti leggono tutte le
clausole delle informative.
Altro caso è quello in cui si pubblichino molte informazioni
personali nei social network permettendo da un lato
il cosiddetto furto d’identità, dall’altro non potendo
governare più la gestione dei propri dati. Ad es, è accaduto
che chiudendo un profilo su Facebook tutti i dati precedentemente
salvati restassero sul server del social network contro le
intenzioni di chi aveva chiuso l’account.
Usando
Skydrive occorre aprire un account di posta elettronica
chiudendo il quale i propri dati non vengono cancellati, come
recita per il cloud la politica per la privacy di MSN,
ma mantenuti sul server per 365 giorni in caso si voglia riaprire
l’account.
Un
ulteriore rischio è costituito dai cambiamenti della politica
della privacy, anni fa imprevisti, adesso previsti nelle
clausole che spesso senza leggerle accettiamo quando scegliamo
un servizio in rete. Ne è un esempio il servizio mail di Google,
che da un giorno all’altro si è ampliato senza richiesta di
consenso, includendo una sorta di social network in cui tutti
i contatti dell’account sono diventati “amici” e tali presunti
amici possono vedere quando siamo online e quando no,
o condividere con noi molte attività se non le inibiamo, per
cui la nostra privacy è stata arbitrariamente notevolmente
ridotta.
Altro problema è quello della negazione del cosiddetto diritto
all’oblio, ovvero del legittimo desiderio che alcuni aspetti
della propria storia passata (come una condanna o un amore
finito) vengano cancellati con il tempo e non riemergano a
tormentarci dopo anni o decenni, cosa che in Internet quasi
mai avviene, dal momento che le pagine pubbliche vengono catturate
dai motori di ricerca che li mantengono nella cache
anche quando la pagina è stata eliminata dalla rete o vengono
ripresi da altri siti o blog o infine da aggregatori di
informazioni, come 123people, che li mantengono per anni
e le ripropongono quando viene inserito il nostro nome in
un motore di ricerca.
Ma
non solo: è di prassi – aprendo un account su Facebook
o Linkedin – inserire l’elenco dei propri contatti per
invitare gli amici a seguirci sul social network. Così facendo
stiamo fornendo senza autorizzazione (cosa che in Italia è
anche reato) un dato personale di altri ad un sito/società
che potrà memorizzarlo e riutilizzarlo a piacimento, ad es.
per continuare anni dopo ad invitare un soggetto ad entrare
nel network. Né sappiamo a quali società commerciali esterne
vengano ceduti i dati dei nostri amici che abbiamo così ingenuamente
fornito.
Ma
possiamo creare problemi ai nostri amici anche includendoli
tutti nella nostra rubrica, con la conseguenza che
programmi infestanti (ad es worm) possono inviare a
nostra insaputa a tutti i nostri contatti messaggi pericolosi.
Anche
inserendo video o foto – magari divertenti – nostri e dei
nostri amici online, possiamo fare del male a qualcuno e non
riuscire poi più a fermare il giro che si innesca e che a
volte, anche nelle modalità, va ben oltre le intenzioni e
può generare tormentoni o tradursi in cyberbullismo
per la vittima di quello che era solo uno scherzo.
Ultimo ma non ultimo, si può restare vittime di un inganno
da parte di soggetti che fingendosi diversi da ciò che sono
(ad es ragazzi quando sono adulti, donne quando sono uomini
e viceversa, etc) possono farci del male. Come abbiamo detto,
l’autore di tali gesti commette un reato, ma la consolazione
per l’eventuale condanna penale o civile a volte non basta
a sanare il danno prodotto.
La
prevenzione
Per
cercare di non restare vittime di quanto sopra descritto o
di danneggiare altri possiamo:
-
usare un firewall, un antivirus ed un antimalware e
disattivare la webcam quando non necessaria
-
disattivare i cookie ogni volta che ci è possibile
(alcuni siti li richiedono altrimenti non si riesce ad accedere
al servizio, ma possiamo cancellarli periodicamente)
-
evitare di lasciare sessioni aperte su computer accessibili
ad estranei e di comunicare nostre password a terzi
-
evitare di mantenere aperta la propria casella di posta su
webmail mentre si naviga su altri siti o si aprono
altri account
-
evitare di fornire troppe informazioni personali, video e
foto nostre o di altri in rete, che siamo su facebook o in
chat, che il servizio sia aperto al pubblico o meno
-
accedendo mediante wi-fi pubblici, usare un VPN
(Virtual Private Network), programma che cripta le comunicazioni,
protegge i dettagli di login dalla cattura da parte di terzi,
permette di caricare e scaricare i file privatamente,
mantiene riservate le conversazioni VOIP (Voice On IP,
come quelle con Skype e Viber) ed aiuta ad evitare che i motori
di ricerca tengano traccia della nostra cronologia
-
leggere attentamente le informative sulla privacy dei
vari servizi che intendiamo sottoscrivere e diffidare di quelli
con informative generiche, di quelli che chiedono troppi dati,
di quelli che non permettono di identificare il titolare del
trattamento dei dati o di cancellare in tutto o in parte i
propri dati personali
-
invitare gli amici a seguirci nei social network inviando
una mail personale dalla nostra casella, non attraverso il
social network stesso
-
inserire nella rubrica un numero che cominci con zero. Esso,
causa l’ordinamento automatico, verrà posto per primo in rubrica,
quindi impedirà l’invio automatico di mail a tutti i contatti.
Quando vorremo utilizzare noi la rubrica potremo cancellarlo
agevolmente.
-
inserire gli indirizzi in copia nascosta quando si spediscono
mail a molti soggetti
- non fidarsi mai degli sconosciuti: non diamo mai indirizzi
e numeri di telefono – soprattutto fissi – o il nome della
scuola che frequentiamo a sconosciuti online ed interrompiamo
subito giochi e rapporti di ogni tipo che sembrino degenerare
in una qualunque direzione anomala. Se il soggetto insiste
o sembra sapere di noi più di quanto gli abbiamo rivelato,
dire di aver avvisato i familiari è una buona precauzione:
non temiamo di sembrare infantili, dato che anche persone
adulte che hanno creduto in rapporti nati online sono divenute
vittime di stupro o omicidio perché sono andate ad incontri
con il loro contatto virtuale senza avvisare nessuno.
*
presidente dell'Osservatorio ed esperta di tecnologie
 
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