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Violenza
domestica : le radici culturali
di
Demetrio Delfino*
Le
violenze domestiche rappresentano ormai una triste "costante"
nel nostro Paese ed infatti, le ipotesi di reato riconducibili
a tale "genus" purtroppo, sono davvero allarmanti. E' peraltro
evidente che tale tipo di violenza non è certo una caratteristica
Italiana ma coinvolge ogni luogo del pianeta. Una razionale
disamina del problema impone, prima di tutto, uno studio approfondito
sulle cause di tale tipo di violenza e quindi del perché,
fenomeni di tale tipo, talvolta con effetti letali, accadono.
Come
non di rado si rileva per non pochi fatti previsti dalla legge
come reato, la prima causa di tali violenze è, innanzitutto,
culturale. Prima di esaminare partitamente i singoli fattori
che possono collocarsi all'interno del "genus" culturale,
non posso esimermi dal fare una premessa da ritenersi quasi
una sorta di "premessa maggiore aristotelica" anche a questa
forma di "riprovevoli accadimenti". Non bisogna mai dimenticare
che "l'uccidere in nome dell'onore" non è di certo, purtroppo,
affermazione che trova la propria fonte in epoche medievali
ma, bensì, è noto, la troviamo anche nelle nostra legislazione
in epoche recenti.
In pratica, la giustificazione che sottende al triste inciso
che ho appena indicato, è la seguente: "la reputazione
sociale che può derivare da certi fatti giustifica ampiamente
il ricorso alla violenza motivandone, addirittura, l'esenzione
o la riduzione di pene severe previste dai codici penali".
L'articolo 587 del nostro codice penale prevedeva infatti…
"Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o
della sorella, nell'atto in cui ne scopre la illegittima relazione
carnale e nello stato d'ira determinato dall'offesa recata
all'onor suo o della famiglia, è punito con la reclusione
da tre a sette anni: Alla stessa pena soggiace chi, nelle
dette circostanze, cagiona la morte della persona che sia
in illegittima relazione carnale col coniuge, con la figlia
o con la sorella…".
L'articolo
si commenta davvero da sé ma, se ciò non bastasse, non dobbiamo
davvero dimenticarci che, contemporaneamente, vigeva l'istituto
del matrimonio riparatore che prevedeva che qualora lo stupratore
avesse contraetto matrimonio con la minorenne oggetto di violenza,
il reato di violenza carnale doveva considerarsi estinto:
l'onore della famiglia doveva considerarsi salvo!! L'evoluzione
normativa trovava opportuna soluzione solo con la legge n
442 del 05 Agosto 1981 e cioè, dopo il referendum sul divorzio
(1974), la riforma del diritto di famiglia (legge 151/1975)
e il referendum sull'aborto: le norme sul delitto d'onore
venivano abrogate.
Il valore della reputazione sociale, evidentemente, ha intaccato
più fortemente certi Paesi del mondo in cui, la situazione
socio-politica, ha assunto valenze maggiormente pregnanti
rispetto all'Italia peraltro, ormai nella totalità dei Paesi
di tutto il Mondo, assistiamo ad una tendenza (almeno a livello
normativo, ndr) al non "uccidere più in nome dell'onore" e
ciò è tanto vero che anche in Paesi quali il Pakistan, fin
dall'anno 1999, è stato messo al bando l'omicidio a causa
dell'onore: in data 21 Aprile 2000 in occasione di un Congresso
Nazionale sui Diritti dell'Uomo e sulla Dignità Umana, il
Generale Pervez Musharraf ha così dichiarato :.. "Il Governo
del Pakistan condanna con fermezza la pratica del cosiddetto
delitto d'onore. Atti del genere non sono ammessi dalla nostra
religione o dalla nostra legge".
Ma torniamo alle cause della violenza domestica. Tra quelli
culturali emerge, primo fra tutti, quello della "violenza"
quale metodo per la risoluzioni di conflitti. Non può di certo
sottacersi, infatti, che la forza derivante da un intento
violento ed offensivo, ha sempre rappresentato una degenerazione
dell'istinto del maschio non solo in natura ma, anche, tra
gli esseri umani. Tale "modus operandi", purtroppo, non rappresenta
solo un retaggio di epoche passate ma, bensì, si riscontra
anche nella nostra epoca e anche nel nostro Stato nelle realtà
non solo rurali e depresse ma, anche, nelle aeree metropolitane
socialmente elevate. A
tale realtà, si coniuga, evidentemente, la mancanza di un
controllo adeguato da parte degli Stati nonché, altresì, la
carenza di un welfare che sia in grado di gestire dinamiche
frutto di gravi lacune sociali, culturali ed economiche. D'altra
parte, per limitarci all'Italia, sarà sufficiente rammentare
le cause della nascita e della permanenza del fenomeno mafioso,
in tutte le sue varianti, tra le quali non possono che ritenersi
comprese anche quelle che ho poc'anzi indicato.
Altro
elemento, da collocarsi sempre tra i fattori culturali, è
la socializzazione separata per sessi. Ed invero, in tanti
paesi del Mondo, a fatica si sta cercando di permeare una
realtà davvero difficile rappresentata, in certi contesti,
da questa forma di socializzazione da ritenersi pedagogicamente
superata. Sarà sufficiente ricordare che in alcuni Paesi,
ormai avviati all'evoluzione industriale come ad esempio l'India
(non certo l'ultimo dei paesi del Pianeta), sino a circa dieci
fa in alcuni grandi centri urbani come ad esempio Ahmedabad,
capitale dello Stato del Gujarat, donne e bambine vivevano
in un continuo susseguirsi di privazioni e violenze anche
a motivo dei sanguinosi scontri tra Mussulmani ed Indù scoppiati
in quel periodo.
Fortunatamente, la situazione si sta evolvendo in modo davvero
positivo anche grazie all'intervento di organizzazioni umanitarie
che hanno fatto si che oggi, il 90% delle bambine abbia ripreso
gli studi e gli stessi genitori, soprattutto nelle zone in
cui operano tali organizzazioni umanitarie, sono i primi a
spingere le loro figlie a diplomarsi e a trovare un lavoro.
E' d'evidenza che, soprattutto in certe realtà, è necessario
del tempo: tempo per cancellare abusi, prevaricazioni e violenze
di ogni tipo, sebbene si stia assistendo a fenomeni di violenza
sulle donne in luoghi pubblici di dimensioni e ferocia preoccupanti,
ndr).
Per quanto riguarda l'Italia, vi sono diverse realtà nelle
quali, ancora, si fatica a gestire in modo adeguato una socializzazione
di entrambi i sessi ed per questo che, l'ottica in cui ci
si pone, è quella di incrementare l'attività di supporto di
tutti quelli enti e organizzazioni di volontariato deputati
ad incidere nel tessuto sociale in modo pregnante nonché,
quella di trovare soluzioni, sempre più efficienti sotto questo
profilo, per una scuola maggiormente all'avanguardia che tenga
conto di si rilevanti problemi.
Vi
sono altre tre cause delle violenza domestica che possono
collocarsi all'interno del "fattore culturale" e che per affinità
nonché per necessità di sintesi possono essere trattati insieme:
le tradizioni matrimoniali, un sistema che conferisce agli
uomini una sorta di diritto di proprietà su donne e bambine
e una concezione di famiglia quale "primordiale comunità"
assoggettata al controllo dell'uomo. Giova evidenziare che
le appena indicate cause, se in molti stati del pianeta assumono
dei contorni particolarmente incisivi, nei paesi definiti
"più industrializzati" appaiono solo prima facie un brutto
ricordo dei tempi passati: in realtà, le cose non stanno così
poiché tali ulteriori cause rappresentano, comunque, le premesse
di una violenza che non conosce limiti anche in Paesi che
sembrerebbero esenti da tale fenomeno. Ne sono prova evidente
le stime fatte in Paesi quali il Canada, la Nuova Zelanda,
il Regno Unito e perfino l'idilliaca Svizzera.
D'altra
parte, cause quali e soprattutto l'esistenza di una sorta
di diritto di proprietà dell'uomo sulla donna e sulle bambine,
malgrado non apertamente e chiaramente riconosciute, risultano
essere racchiuse quasi nell'inconscio nel maschio che ha l'effetto
di esplodere in comportamenti talvolta letali nei confronti
della donna. Anche in tale ultimo caso, malgrado affronterò
più avanti il problema specifico, risulta quanto mai determinante
non solo l'opera delle strutture sociali deputate al supporto
e al sostegno della famiglia ma, altresì, risulta quanto mai
determinante l'ottica in cui, tutto un sistema sociale, demografico,
comunicativo e assistenziale si pone nei confronti di una
quotidianità che mostra delle caratteristiche talmente forti
e pericolose che non reggono ad una blanda resistenza incapace
di contrastare un fenomeno così imponente.
*
Avvocato, Componente della Commissione "Vittime di
violenza" e del Comitato Tecnico giuridico dell'Osservatorio
Corte
di Strasburgo : se violenze domestiche continuano , Stato
responsabile
Parlamento
UE : protezione europea per le vittime di violenza di genere
Violentata
prima dal padre e poi dall'omessa informazione
India
: ancora violenza sulle donne , cosa possiamo fare?
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: uccise per un video in cui danzavano sotto la pioggia
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