Osservatorio sulla legalita' e sui diritti
Osservatorio sulla legalita' onlusscopi, attivita', referenti, i comitati, il presidenteinvia domande, interventi, suggerimentihome osservatorio onlusnews settimanale gratuitaprima pagina
02 agosto 2013
tutti gli speciali

Violenza domestica : le radici culturali
di Demetrio Delfino*

Le violenze domestiche rappresentano ormai una triste "costante" nel nostro Paese ed infatti, le ipotesi di reato riconducibili a tale "genus" purtroppo, sono davvero allarmanti. E' peraltro evidente che tale tipo di violenza non è certo una caratteristica Italiana ma coinvolge ogni luogo del pianeta. Una razionale disamina del problema impone, prima di tutto, uno studio approfondito sulle cause di tale tipo di violenza e quindi del perché, fenomeni di tale tipo, talvolta con effetti letali, accadono.

Come non di rado si rileva per non pochi fatti previsti dalla legge come reato, la prima causa di tali violenze è, innanzitutto, culturale. Prima di esaminare partitamente i singoli fattori che possono collocarsi all'interno del "genus" culturale, non posso esimermi dal fare una premessa da ritenersi quasi una sorta di "premessa maggiore aristotelica" anche a questa forma di "riprovevoli accadimenti". Non bisogna mai dimenticare che "l'uccidere in nome dell'onore" non è di certo, purtroppo, affermazione che trova la propria fonte in epoche medievali ma, bensì, è noto, la troviamo anche nelle nostra legislazione in epoche recenti.

In pratica, la giustificazione che sottende al triste inciso che ho appena indicato, è la seguente: "la reputazione sociale che può derivare da certi fatti giustifica ampiamente il ricorso alla violenza motivandone, addirittura, l'esenzione o la riduzione di pene severe previste dai codici penali". L'articolo 587 del nostro codice penale prevedeva infatti… "Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella, nell'atto in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d'ira determinato dall'offesa recata all'onor suo o della famiglia, è punito con la reclusione da tre a sette anni: Alla stessa pena soggiace chi, nelle dette circostanze, cagiona la morte della persona che sia in illegittima relazione carnale col coniuge, con la figlia o con la sorella…".

L'articolo si commenta davvero da sé ma, se ciò non bastasse, non dobbiamo davvero dimenticarci che, contemporaneamente, vigeva l'istituto del matrimonio riparatore che prevedeva che qualora lo stupratore avesse contraetto matrimonio con la minorenne oggetto di violenza, il reato di violenza carnale doveva considerarsi estinto: l'onore della famiglia doveva considerarsi salvo!! L'evoluzione normativa trovava opportuna soluzione solo con la legge n 442 del 05 Agosto 1981 e cioè, dopo il referendum sul divorzio (1974), la riforma del diritto di famiglia (legge 151/1975) e il referendum sull'aborto: le norme sul delitto d'onore venivano abrogate.

Il valore della reputazione sociale, evidentemente, ha intaccato più fortemente certi Paesi del mondo in cui, la situazione socio-politica, ha assunto valenze maggiormente pregnanti rispetto all'Italia peraltro, ormai nella totalità dei Paesi di tutto il Mondo, assistiamo ad una tendenza (almeno a livello normativo, ndr) al non "uccidere più in nome dell'onore" e ciò è tanto vero che anche in Paesi quali il Pakistan, fin dall'anno 1999, è stato messo al bando l'omicidio a causa dell'onore: in data 21 Aprile 2000 in occasione di un Congresso Nazionale sui Diritti dell'Uomo e sulla Dignità Umana, il Generale Pervez Musharraf ha così dichiarato :.. "Il Governo del Pakistan condanna con fermezza la pratica del cosiddetto delitto d'onore. Atti del genere non sono ammessi dalla nostra religione o dalla nostra legge".

Ma torniamo alle cause della violenza domestica. Tra quelli culturali emerge, primo fra tutti, quello della "violenza" quale metodo per la risoluzioni di conflitti. Non può di certo sottacersi, infatti, che la forza derivante da un intento violento ed offensivo, ha sempre rappresentato una degenerazione dell'istinto del maschio non solo in natura ma, anche, tra gli esseri umani. Tale "modus operandi", purtroppo, non rappresenta solo un retaggio di epoche passate ma, bensì, si riscontra anche nella nostra epoca e anche nel nostro Stato nelle realtà non solo rurali e depresse ma, anche, nelle aeree metropolitane socialmente elevate. A tale realtà, si coniuga, evidentemente, la mancanza di un controllo adeguato da parte degli Stati nonché, altresì, la carenza di un welfare che sia in grado di gestire dinamiche frutto di gravi lacune sociali, culturali ed economiche. D'altra parte, per limitarci all'Italia, sarà sufficiente rammentare le cause della nascita e della permanenza del fenomeno mafioso, in tutte le sue varianti, tra le quali non possono che ritenersi comprese anche quelle che ho poc'anzi indicato.

Altro elemento, da collocarsi sempre tra i fattori culturali, è la socializzazione separata per sessi. Ed invero, in tanti paesi del Mondo, a fatica si sta cercando di permeare una realtà davvero difficile rappresentata, in certi contesti, da questa forma di socializzazione da ritenersi pedagogicamente superata. Sarà sufficiente ricordare che in alcuni Paesi, ormai avviati all'evoluzione industriale come ad esempio l'India (non certo l'ultimo dei paesi del Pianeta), sino a circa dieci fa in alcuni grandi centri urbani come ad esempio Ahmedabad, capitale dello Stato del Gujarat, donne e bambine vivevano in un continuo susseguirsi di privazioni e violenze anche a motivo dei sanguinosi scontri tra Mussulmani ed Indù scoppiati in quel periodo.

Fortunatamente, la situazione si sta evolvendo in modo davvero positivo anche grazie all'intervento di organizzazioni umanitarie che hanno fatto si che oggi, il 90% delle bambine abbia ripreso gli studi e gli stessi genitori, soprattutto nelle zone in cui operano tali organizzazioni umanitarie, sono i primi a spingere le loro figlie a diplomarsi e a trovare un lavoro. E' d'evidenza che, soprattutto in certe realtà, è necessario del tempo: tempo per cancellare abusi, prevaricazioni e violenze di ogni tipo, sebbene si stia assistendo a fenomeni di violenza sulle donne in luoghi pubblici di dimensioni e ferocia preoccupanti, ndr).

Per quanto riguarda l'Italia, vi sono diverse realtà nelle quali, ancora, si fatica a gestire in modo adeguato una socializzazione di entrambi i sessi ed per questo che, l'ottica in cui ci si pone, è quella di incrementare l'attività di supporto di tutti quelli enti e organizzazioni di volontariato deputati ad incidere nel tessuto sociale in modo pregnante nonché, quella di trovare soluzioni, sempre più efficienti sotto questo profilo, per una scuola maggiormente all'avanguardia che tenga conto di si rilevanti problemi.

Vi sono altre tre cause delle violenza domestica che possono collocarsi all'interno del "fattore culturale" e che per affinità nonché per necessità di sintesi possono essere trattati insieme: le tradizioni matrimoniali, un sistema che conferisce agli uomini una sorta di diritto di proprietà su donne e bambine e una concezione di famiglia quale "primordiale comunità" assoggettata al controllo dell'uomo. Giova evidenziare che le appena indicate cause, se in molti stati del pianeta assumono dei contorni particolarmente incisivi, nei paesi definiti "più industrializzati" appaiono solo prima facie un brutto ricordo dei tempi passati: in realtà, le cose non stanno così poiché tali ulteriori cause rappresentano, comunque, le premesse di una violenza che non conosce limiti anche in Paesi che sembrerebbero esenti da tale fenomeno. Ne sono prova evidente le stime fatte in Paesi quali il Canada, la Nuova Zelanda, il Regno Unito e perfino l'idilliaca Svizzera.

D'altra parte, cause quali e soprattutto l'esistenza di una sorta di diritto di proprietà dell'uomo sulla donna e sulle bambine, malgrado non apertamente e chiaramente riconosciute, risultano essere racchiuse quasi nell'inconscio nel maschio che ha l'effetto di esplodere in comportamenti talvolta letali nei confronti della donna. Anche in tale ultimo caso, malgrado affronterò più avanti il problema specifico, risulta quanto mai determinante non solo l'opera delle strutture sociali deputate al supporto e al sostegno della famiglia ma, altresì, risulta quanto mai determinante l'ottica in cui, tutto un sistema sociale, demografico, comunicativo e assistenziale si pone nei confronti di una quotidianità che mostra delle caratteristiche talmente forti e pericolose che non reggono ad una blanda resistenza incapace di contrastare un fenomeno così imponente.

* Avvocato, Componente della Commissione "Vittime di violenza" e del Comitato Tecnico giuridico dell'Osservatorio


per approfondire...

Corte di Strasburgo : se violenze domestiche continuano , Stato responsabile

Parlamento UE : protezione europea per le vittime di violenza di genere

Violentata prima dal padre e poi dall'omessa informazione

India : ancora violenza sulle donne , cosa possiamo fare?

Pakistan : uccise per un video in cui danzavano sotto la pioggia

Dossier diritti

_____
NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI
CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org

°
avviso legale