Liberalizzazione della rete : Berec tutela cittadini o grandi
operatori ?
di
staff
"L’organismo
dei regolatori europei delle comunicazioni (BEREC), giudicando
in contrasto con la normativa UE l’emendamento italiano al
Dl semplificazioni che obbliga la disaggregazione dei servizi
di accesso all’ingrosso alla rete fissa di Telecom Italia,
si muove con forza per fermare un processo di liberalizzazione
del mercato delle TLC italiano. Questa è la notizia vera e
a questo punto viene da chiedersi se siamo di fronte ad un
organismo che per sua naturale predisposizione ha il dovere
di tutelare il libero mercato e gli interessi dei cittadini
europei oppure ad un nuovo brontosauro occupato a tutelare
la propria posizione di potere". Lo denuncia Assoprovider,
organizzazione che raggruppa oltre duecento operatori del
settore internet.
"Così
come descritta dai giornali e dalle dichiarazioni dei diretti
interessati, sembra che la seconda ipotesi sia la più realistica
- commenta Assorovider in una nota - infatti BEREC non dice:
“norma giusta ma lasciate che sia l’Autorità (AGCOM) a
normare questa regola che favorisce l’apertura del mercato
delle TLC” ma alza gli scudi per violata maestà, tralasciando
di dirci cosa ne pensa di questa posizione del Governo italiano".
A
Georg Serentschy, presidente di BEREC, Assoprovider chiede
se conosce la situazione italiana delle TLC, di AGCOM e di
una normativa attuale che complessivamente è stata costruita
in favore di un mercato fintamente aperto ma di fatto in mano
ad un unico operatore: "Immaginiamo infatti anche quanto
possa essere preoccupato di questo strappo italiano poiché
è un segnale forte per tutte le Autorità che credono di poter
ingessare un mercato, forti del potere conferito loro dalla
UE. Condivisibile il concetto espresso: “i regolatori nazionali
devono operare in maniera indipendente da qualsiasi altro
organismo in relazione allo svolgimento dei loro compiti di
regolamentazione”."
"Ma
siamo completamente sicuri - aggiunge Assoprovider - che i
compiti di regolamentazione siano sempre coerenti con il libero
mercato quando i diretti concorrenti sono penalizzati e un’intera
fascia di PMI italiane sono completamente tagliate fuori da
questa competizione economica? Essere indipendenti significa
esserlo davvero non solo nei confronti di altri organismi
istituzionali ma anche da lobbies e interessi di aziende con
forte potere di mercato, con il fine ultimo di garantire all’utente
finale di poter accedere ad un mercato libero e fortemente
concorrenziale. La legislazione italiana, prodotta fino ad
oggi da AGCOM e Governi passati, non è proprio uno dei migliori
esempi da portare a garanzia dell’indipendenza, vedi ad esempio
la storia del Beauty Contest delle frequenza televisive".
Per
Assoprovider, "sorprende la posizione dei sindacati corsi
a tutelare le migliaia di maestranze dell’Operatore dominante
quando il loro assordante silenzio di questi anni nei confronti
della libera concorrenza e delle aziende PMI che offrono reale
occupazione nei mercati in cui operano, non è passato inosservato,
tanto da chiedersi se si sono accorti che il mondo è cambiato.
Assoprovider si augura che chi è stato per anni commissario
europeo alla concorrenza non si faccia intimidire da questo
artefatto polverone".
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