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08 giugno 2012
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Avvocati in mobilitazione : non chiudete quei tribunali
di Mauro Walter Giannini

Continuano proteste e iniziative per limitare il danno della revisione della geografia giudiziaria voluta dal precedente governo e confermata dall'attuale per tagli alla spesa pubblica.

Il problema è particolarmente sentito nelle zone in cui imperversa la criminalità organizzata di stampo mafioso ed in cui i tribunali sono indiscussi presidi di legalità. Per questo il Tribunale di Lamezia Terme, ha dato avvio ad una quanto strenua mobilitazione che ha coinvolto gli operatori della giustizia, avvocati, istituzioni e cittadini per scongiurarne la soppressione e la locale Camera penale ha proclamato l'astensione dalle udienze per il periodo 18-27 giugno. "Il paventato accorpamento con il Tribunale di Catanzaro - argomenta la delibera del Consiglio direttivo dei penalisti lametini - provocherebbe effetti nefasti per tutti i cittadini e gli operatori della giustizia che vedrebbero aumentare sensibilmente i tempi di definizione delle controversie, già spesso inaccettabili. Si finirebbe, in sostanza nella direzione diametralmente opposta a quella voluta dallo spirito del decreto legge “salva crisi”".

Secondo i penalisti di Lamezia, l'accorpamento "avrebbe ricadute gravissime non solo a livello economico, ma anche e soprattutto sul piano sociale e civile. La chiusura del Tribunale di Lamezia Terme, terza città della Calabria, snodo geografico e commerciale di grande importanza in tutta la Regione rischierebbe di vanificare tutto l’impegno che la società civile, l’associazionismo ed il volontariato hanno profuso per il consolidamento dei principi di legalità, giustizia, rispetto delle regole e democrazia. Il Palazzo di Giustizia, infatti, rappresenta quel presidio di legalità indefettibile in un territorio fortemente a rischio e caratterizzato dalla presenza della criminalità organizzata come è quello della città della Piana".

Il 6 giugno si è svolta invece a Lucca una manifestazione di protesta dell'Organismo Unitario dell'Avvocatura "contro le liberalizzazioni selvagge e la rottamazione della giustizia, contro gli anomali, arbitrari e esagerati provvedimenti di revisione della geografia giudiziaria". Insieme al presidente dell'Ordine degli Avvocati di Lucca, avv. Alessandro Garibotti, è intervenuto il presidente dell'Oua, Maurizio de Tilla, che ha ribadito la contrarietà dell'avvocatura alle politiche del Governo Monti: "I numeri sono esemplificativi: si intende chiudere più di 600 uffici di giudici di pace rispetto a un'esigenza di meno di 200, si intendono sopprimere 160 sezioni distaccate rispetto a meno di 40 necessarie".

L'Oua ha avanzato una serie di proposte, fra cui"provvedere al disegno della nuova geografia in maniera complessiva e non parcellizzata come emerge dalla relazione ministeriale e solo dopo aver sentito le componenti dell'avvocatura, quelle istituzionali, politiche, economiche e sociali di ciascun territorio. Soprassedere dalla chiusura dei Tribunali minori, come richiesto nella mozione finale approvata dal Congresso Nazionale Straordinario Forense di Milano optando per un'ipotesi di riequilibrio territoriale. Rivisitare l'attuale criterio adottato dalla legge (148/2011).".

Nel frattempo prosegue l'iniziativa del Consiglio Nazionale Forense tesa a dimostrare che molti dei tagli previsti dal governo sarebbero inutili e dannosi ma anche finanziariamente ingiustificabili.

L'ultima tappa del viaggio è stata il Tribunale di Orvieto, dalla cui analisi effettuata dal Cnf emerge che si autofinanzia, raccogliendo dal contributo unificato 187.092 euro mentre ne costa 131.540; dunque garantisce allo Stato risorse aggiuntive per 50.000 euro. Il Tribunale di Orvieto, poi, nota il CNF, garantisce una giustizia efficiente, tanto da essere stato selezionato dal ministero della Giustizia per le best practice, dato che smaltisce un maggiori numero di causa civili di quante ne incamera e conclude un maggior numero di processi penali di quanti vengono iscritti (per cui non maturano prescrizioni). Ha inoltre avviato il processo civile telematico ed ha la sezione fallimentare completamente digitalizzata. Peraltro la sua soppressione comporterebbe maggiori rischi e costi per le imprese.

La Commissione del Cnf ha lavorato sui dati delle Commissioni di Manutenzione, e ha verificato che i risparmi effettivi della soppressione prevista per le sedi giudiziarie subprovinciali sono di gran lunga inferiori a quelli stimati dal Ministero della Giustizia. Secondo il Consiglio, 37 tribunali sub provinciali presi in esame su 57 comportano una spesa annuale di 25.6 milioni di euro mentre 160 sezioni distaccate su 220 generano una spesa annua complessiva di 15.9 milioni; importi, perciò, ben lontani dagli 80 milioni stimati dal Governo. Inoltre come per Orvieto, la "resa di giustizia" in questi tribunali è efficiente (il numero dei procedimenti civili e penali esauriti è superiore a quelli sopravvenuti), mentre la soppressione annunciata non tiene conto dei costi che l'amministrazione dovrebbe comunque sostenere per garantire il passaggio di personale e attività ai tribunali provinciali, a cui si aggiungono gli ingenti costi in termini di maggiori spese e impatto ambientale che andranno a gravare sulla collettività e sui singoli cittadini.

Il 29 maggio il CNF, che in questa azione è sostenuto dall'ANCI (Associazione dei Comuni italiani), ha trasmesso ai presidenti di Senato e Camera, ai presidenti delle commissioni giustizia del Parlamento, ai ministri Severino e Giarda, ai parlamentari, al commissario straordinario per la razionalizzazione della spesa pubblica Enrico Bondi, ai responsabili giustizia di Pd, Pdl, Lega e Udc, le conclusioni alle quali è giunta la Commissione del Cnf che da tempo lavora sulla revisione della geografia giudiziaria. Dal documento emerge che il risparmio di spesa derivante dalla eventuale soppressione dei tribunali sub-provinciali sarebbe di gran lunga inferiore alle stime del Governo: 41 milioni di euro contro gli stimati 80 milioni dichiarati dai ministri Severino e Giarda. Il documento rileva inoltre che applicare alle circoscrizioni giudiziarie tagli lineari violerebbe i principi della legge di Stabilità per la revisione della spesa pubblica, che obbligano a superare il riferimento alla spesa storica.

Il Cnf si augura che i dati così messi a disposizione del Governo consentano una prosecuzione dell’iter di attuazione della delega che - nel quadro di un disegno di riassetto e riorganizzazione comunque necessario - produca un intervento improntato alla razionalità, all'equilibrio, al rispetto del principio della coerenza della spesa con l’effettivo obiettivo di efficienza e produttività dei tribunali, senza sottovalutare l'analisi dell'impatto sociale delle misure soppressive in determinate realtà locali nelle quali i negativi effetti economici dei tagli potrebbero essere più gravi dei benefici previsti.


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