Siria
: tragedia con una sola via di uscita
di
Shorsh Surme*
Mentre
i capi delle potenze mondiali discutono cosa fare dopo un’anno
di continuo massacro del regime Siriano di Assad nei confronti
della popolazione civile, quest’ultimo continua per la sua
strda usando ferro e fuoco, pur per rimanere in sella. E’
chiaro che ormai la rivolta siriana sta diventando giorno
dopo giorno un campo di battaglia tra l'Iran e la Turchia
per interessi strategici, come è diventato anche il campo
di battaglia tra le comunità sunnita e sciita in tutto il
Medio Oriente.
La rivolta siriana ha tracciato una linea chiara settaria:
l'asse sunnita guidato da Turchia e Arabia Saudita e l'asse
sciita guidato dall'Iran. Il nuovo ordine politico che ne
emergerà in Siria determinerà non solo il successo o il fallimento
di aspirazione dell'Iran di diventare potenza egemone della
regione, ma se il mondo arabo sunnita manterrà la sua posizione
dominante. Quindi, il conflitto sarà lungo, costoso e sanguinoso,
il che riflette la tormentata storia tra le due parti che
si è estesa per oltre un millennio.
Come si sa il conflitto tra i sciiti e gli Sunniti e molto
antico. Infatti, lo scisma tra sunniti e sciiti risale a più
di mille anni, a partire dalla disputa sul califfato islamico
in seguito alla morte del Profeta Muhammad nel 632 e portando
a compimento il conflitto tra la dinastia safavide in Persia
sciita e sunnita della dinastia ottomana in Turchia nei secoli
16 ° e 17 °.
Secondo
l’attuale diregenza turca, un consolidamento di aderenza dell'Iran
sulla Siria consentirebbe di superare l'influenza sciita in
tutta la mezzaluna della massa tra il Golfo Persico e il Mediterraneo.
Infatti, sin dalla rivoluzione islamica dell'Iran del 1979,
il vigoroso tentativo di esportare la rivoluzione ai suoi
vicini arabi sunniti e la resistenza feroce di quest'ultimo
manifestato negli otto anni di guerra Iran-Iraq nel 1980.
Data
questa rivalità duratura, l'impegno politico superficiale
compiuto da Turchia e Arabia Saudita per oscurare il conflitto
tra sunniti e sciiti è stato gettato sotto i riflettori e
gli occhi di tutti. Ora, al di là del confilitto regionale
tra l’Iran e la Turchia, la comunità internazionale e in primis
quella europea non può più esimersi dal trovare urgenti e
concreti interventi a salvaguardia dei diritti umani in Siria.
Come ha detto giustamente il neo presidente Francese Hollande
durante una conferenza stampa congiunta a Parigi con il presidente
russo Putin, in Siria “l’unica soluzione possibile è l’uscita
di scena di Bashar Al Assad”, perchè il suo regime
ha commesso “atti inqualificabili. Non c’è alternativa alla
partenza di Assad.
Speriamo
che il “democratico” Putin non continui con il veto del suo
paese a favore di una soluzione del Consiglio di Sicurezza
nei confronti del suo amico, il dittatore Bashar Hafiz al
Assad.
*
Giornalista curdo-iracheno
Dossier
etica e politica
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