Dal
carcere lettera di Natale al ministro Severino
riceviamo
e pubblichiamo
Sarà pure un governo tecnico, ma il nuovo Ministro della Giustizia
ha imparato presto a parlare politichese: “L’Italia è in prima
linea nella campagna contro la pena di morte. Lo ha detto
il Ministro della Giustizia, Paola Severino, nel saluto rivolto
in apertura del sesto Congresso internazionale dei ministri
della Giustizia “Dalla moratoria all’abolizione della pena
capitale”, organizzato oggi a Roma dalla Comunità di Sant’Egidio.
Quello della battaglia contro la pena di morte, ha ricordato
il ministro, è un “tema caro all’Italia, paese da sempre attento
alla tutela dei diritti della persona” e l’applicazione della
pena capitale “non dà nessuna garanzia di sicurezza”. (Fonte:
Adnkronos, 29 novembre 2011)
Ci vuole certo un bel coraggio a dichiarare che l’Italia è
contro la pena di morte quando nel suo paese esiste la “Pena
di Morte Viva” che è molto più disumana di quella di morte.
Signora Ministra, non me ne voglia se mi permetto di ricordarle
che lo scrittore e politico Benjamin Constant (Losanna 1767-
Parigi 1830) arrivò a giustificare la pena di morte, ma non
la pena perpetua, nel quale vide “un ritorno alle più rozze
epoche, un consacrare la schiavitù, un degradare l’umana condizione”.
Fu
tale nella Francia rivoluzionaria l’orrore di murare vivo
un uomo per tutta la vita senza la compassione cristiana di
ammazzarlo che l’Assemblea Costituente, mentre mantenne la
pena capitale, vietò le pene perpetue. E fu così che nel codice
penale del 28 settembre del 1791 la pena più grave dopo la
morte fu la pena di ventiquattro anni di detenzione.
Signora
Ministra, molti uomini ombra, come sono chiamati dagli altri
detenuti gli ergastolani ostativi a qualsiasi beneficio penitenziario,
preferirebbero la ghigliottina che essere murati vivi fino
all’ultimo dei propri giorni. Signora Ministra, Lei non può
immaginare cosa vuol dire essere vivi, ma dichiarati morti
dallo Stato, dalle leggi e dalla Società. E mi creda, l’ergastolo
ostativo è una pena bestiale, perché molto più lunga, dura
e inumana di quella di morte.
Signora Ministra, l’ergastolo ostativo senza nessuna possibilità
di uscita è un inferno ancora più brutto dell’inferno perché
quello dell’aldilà lo sconti da morto, ma questo lo sconti
da vivo. La nostra vita è già tanto difficile, non ci faccia
sentire dichiarazioni a proposito della pena di morte: “tema
caro all’Italia, paese da sempre attento alla tutela dei diritti
della persona”.
E adesso la lascio con una preghiera di Luigi Settembrini,
(Napoli 1813- 1876), letterato e patriota italiano condannato
dell’ergastolo:
O Dio Padre
Fammi la grazia della morte
Giacché gli uomini Per tormentarmi
Mi hanno fatto la grazia della vita.
Le auguro Buon Natale con la speranza che lei mi auguri una
buona morte.
Carmelo
Musumeci
Carcere Spoleto
 
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