Morto
in cella Luigi Fallico, detenuto in attesa di giudizio
riceviamo
e pubblichiamo
E' morto nella notte (la lettera è datata 24 maggio)
in una cella del carcere "Mammagialla" di Viterbo. Lo chiamavano
il "corniciaio" di Casal Bruciato ed era stato arrestato nel
giugno 2009 per la sua presunta appartenenza alle Brigate
Rosse.
Tra
le accuse contro Luigi Fallico vi erano capi di imputazione
simili a quelle rivolti contro Massimo Papini, anch'egli in
carcere dal mese di ottobre 2009 e scarcerato dopo 18 mesi
di detenzione in quanto assolto dalla prima Corte di Assise
di Roma per non aver commesso il fatto.
Non
sappiamo se Luigi Fallico sarebbe stato assolto come Massimo
Papini. Sappiamo però, dai resoconti stampa, che nell'ultima
udienza presso la Corte di Assise, tenuta giovedì 19 maggio
scorso, aveva detto di non stare bene e il suo legale avv.
Caterina Calia, ha parlato di fortissimi dolori al petto del
suo assistito nella giornata di martedì 17 maggio.
C'è
sicuramente da chiedersi come mai il detenuto non sia stato
trasferito in una struttura ospedaliera attrezzata e come
mai, nonostante gli eventi sentinella sulle sue condizioni
di salute, della sua morte in cella se ne siano accorti "dopo
circa 4 o 5 ore" dal decesso.
Un'altra tra le tante altre vite si è spenta durante la custodia
cautelare in un carcere della Repubblica Italiana all'interno
del quale dovrebbero valere, ancor più che fuori, i diritti
garantiti dalla Carta costituzionale e dalla dichiarazione
universale dei diritti umani.
Domenico
Ciardulli
 
Dossier
guerra e pace
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