Osservatorio sulla legalita' e sui diritti

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"INTERNET FRA LIBERTA' E DIRITTI:
prevenzione delle violazioni e prospettiva forense"

Tutela dei diritti in rete: l'azione del parlamento europeo
intervento di Marietje SCHAAKE*

Mi chiamo Marietje Schaake e sono un membro del Parlamento Europeo per il DiSessantasei (D66), un partito politico olandese socialista liberale. Tra i primi al mondo, i membri di questo partito si sono uniti nel voto perché l'accesso all'Internet venisse accettato come diritto fondamentale di tutti i cittadini. Sulle prime ci sono state reazioni di sorpresa e qualcuno ha pensato che questo fosse eccessivo ma, se guardiamo al mondo, ci accorgiamo che l'accesso alla rete è sempre più importante come mezzo per affermare i diritti fondamentali delle persone.

Potersi connettere è importante per accedere all'informazione senza censure, per la libertà di stampa e per la libertà di comunicare, ma anche per documentare e condividere informazioni su abusi dei diritti umani, com'è possibile verificare ogni giorno in paesi come la Siria, o come abbiamo visto tempo fa, in Egitto, Libia, Tunisia, Yemen, Bahrein e Iran. Questo è veramente rivoluzionario, la testimonianza di chi era presente ha permesso al mondo di vedere quello che stava succedendo e ai politici di agire: nessuno può dire di non aver saputo che cosa stava accadendo in quei posti.

L'Europa dev'essere un attore globale credibile se vuol avere un impatto sulla vita delle persone, e quello che facciamo all'interno dei confini europei, per esempio quando si tratta delle nostre regole per far rispettare i diritti della proprietà intellettuale sulla rete, o anche dell'oscuramento di siti web, ha un impatto sulla nostra credibilità quando parliamo di libertà dell'Internet in giro per il mondo.

Prendiamo il Regno Unito, dove David Cameron ha proposto di bloccare i social media dopo i disordini. Abbiamo subito letto commenti provenienti dalla Cina e dall'Iran di persone che si complimentavano con lui e gli chiedevano se aveva bisogno di aiuto. Tutto questo ci rende difficile ribattere alla Cina e all'Iran, anche se è più che mai necessario denunciare le violazioni per difendere le persone e i loro diritti fondamentali, compreso l'accesso all'informazione e la libertà di parola.

Per cui c'è molto da fare per il futuro e qui, al Parlamento Europeo, io lavoro per l'Agenda Digitale Europea, nella Commissione per la Cultura, nella Commissione per il Commercio Internazionale e in quella per gli Affari Esteri. La mia priorità consiste nel rendere l'Europa un leader mondiale nella difesa e nel progresso della libertà della rete e dei diritti umani per tutti nel mondo. Il web ha reso il mondo quasi senza confini, e quindi siamo più connessi che mai e abbiamo una responsabilità come politici o possiamo anche agire da soli.

Dobbiamo lavorare con la società civile, ma anche con le aziende che hanno un ruolo importante nel diffondere alcune delle tecnologie che servono alla repressione delle persone e dei loro diritti fondamentali ma sono, allo stesso tempo, di aiuto per aggirare i controlli e la censura e garantire quegli stessi diritti.

Purtroppo non siamo ancora a questo punto. Mentre stiamo parlando, consulenti europei (1) si trovano a Damasco, dove lavorano per istituire un sistema centralizzato di sorveglianza che incanalerà tutto il traffico Internet della Siria e permetterà alle autorità di spiare e reprimere le persone. Questo non è un ruolo responsabile delle aziende europee. Dobbiamo esigere maggiore trasparenza e un più forte senso di responsabilità e assicurarci che l'Europa e le aziende europee non siano complici nella violazione dei diritti delle persone ovunque nel mondo.

* europarlamentare olandese.

(1) il riferimento è, purtroppo, ad una impresa italiana

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