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Relatori del convegno MOBBING
E STALKING aspetti penali, procedurali e civili
ABSTRACT
dell'INTERVENTO di Basilio VIOLA*
Generale
Arma dei Carabinieri
TITOLO:
"Mobbing e stalking: esperienze e profili operativi"
Alcuni
appunti predisposti per rispondere alle domande dei partecipanti
all'evento formativo:
_
Lo stalking _
Da
un punto di vista etimologico, il termine stalk deriva dal
linguaggio tecnico-gergale venatorio ed è traducibile nella
nostra lingua come "caccia in appostamento", "caccia furtiva",
"pedinamento furtivo", "avvicinarsi furtivamente", "avvicinarsi
di soppiatto". La parola stalker è traducibile come "cacciatore
all'agguato", "chi avanza furtivamente". Non esiste una definizione
generalmente accettata di stalking, ma, così come enunciato
da studiosi delle molestie assillanti di lingua anglofona,
è comunque colui che si "apposta", che "insegue", che "pedina
e controlla" la propria vittima, come fa - a fin di bene,
però - il Carabiniere.
La definizione relativa all'"inseguimento" sembra la
più vicina al comportamento tipico del molestatore assillante
che è, infatti, quello di seguire la vittima nei suoi movimenti
per poi intromettersi nella sua vita privata.
Lo
stalking si concretizza in un insieme di comportamenti molesti
e continui, costituiti da ininterrotti appostamenti nei
pressi del domicilio o degli ambienti comunemente frequentati
dalla vittima, ulteriormente reiterati da intrusioni nella
sua vita privata alla ricerca di un contatto personale per
mezzo di pedinamenti, telefonate oscene od indesiderate, invio
di lettere, biglietti, posta elettronica, SMS e oggetti non
richiesti (più difficile è l'attribuzione del reato di stalking
a messaggi non desiderati di tipo affettuoso - specie da parte
di ex-partner o amici - che può variare a seconda dei casi
personali). Oppure producendo scritte sui muri o atti vandalici
con il danneggiamento di beni (rigare l'auto, bucare la ruota),
in modo persistente e ossessivo, in un crescendo culminante
in minacce, scritte e verbali, degenerando talvolta in aggressioni
fisiche con il ferimento od, addirittura, l'uccisione della
vittima. Tutto
ciò, o parte di esso se compiuto in modo persistente e tenace
in modo da indurre anche solo paura e malessere psicologico
o fisico nella vittima, determina stalking.
I
contesti in cui si manifesta lo stalking sono:
·
nel 55% circa dei casi nella relazione di coppia;
· nel 25% circa nel condominio;
· nello 0,5% circa nella famiglia (figli/fratelli/genitori);
· nel 15% circa nel posto di lavoro/scuola/università
_ Lo stalker _
Quindi il persecutore o stalker può essere un estraneo, ma
il più delle volte è un conoscente, un collega, o un ex-compagno
o ex-compagna che agisce spinto dal desiderio di recuperare
il precedente rapporto o per vendicarsi di qualche torto subito.
In altri casi ci si trova invece davanti a persone con problemi
di interazione sociale, che agiscono in questo modo con l'intento
di stabilire una relazione sentimentale imponendo la propria
presenza ed insistendo anche nei casi in cui si sia ricevuta
una chiara risposta negativa. Meno frequente il caso di individui
affetti da disturbi mentali, per i quali l'atteggiamento persecutorio
ha origine dalla convinzione di avere effettivamente una
relazione con l'altra persona.
Secondo
gli studi della Sezione Atti persecutori del Reparto Analisi
Criminologiche dei Carabinieri (1), gli stalker potrebbero
inquadrarsi (a stretti, pragmatici fini di polizia) in cinque
tipologie di base
·
il "risentito", caratterizzato da rancori per traumi
affettivi ricevuti da altri a suo avviso ingiustamente (tipicamente
un ex-partner di una relazione sentimentale);
· il "bisognoso d'affetto", desideroso di convertire
a relazione sentimentale un ordinario rapporto della quotidianità;
insiste e fa pressione nella convinzione che prima o poi l'oggetto
delle sue attenzioni si convincerà;
· il "corteggiatore incompetente", che opera stalking
in genere di breve durata, risulta opprimente ed invadente
principalmente per "ignoranza" delle modalità relazionali,
dunque arreca un fastidio praticamente preterintenzionale;
· il "respinto", rifiutato dalla vittima, caratterizzato
dal voler contemporaneamente vendicarsi dell'affronto costituito
dal rifiuto ed insieme riprovare ad allestire una relazione
con la vittima stessa;
· il "predatore", il cui obiettivo è di natura essenzialmente
sessuale, trae eccitazione dal riferire le sue mire a vittime
che può rendere oggetto di caccia e possedere dopo avergli
incusso paura; è una tipologia spesso riguardante voyeur e
pedofili.
_ Dati e accadimenti _
Dalle
relazioni per l'inaugurazione dell'anno giudiziario 2011 delle
Corti d'Appello della penisola si ricavano dati preoccupanti
sul fenomeno.
I
reati di stalking sono in aumento (80% di denunce in più
nell'ultimo anno) nel distretto della Corte d'Appello di Trento,
insieme a quelli di pedopornografia (+50%), a fronte di un
significativo decremento dei reati di associazione a delinquere,
di di stampo mafioso, dei reati contro la Pubblica amministrazione,
dei delitti contro la personalita' individuale e la liberta'
personale.
Trend
molto simile a Brescia, dove sono in aumento stalking e
stupri (anche sui minori). I reati di stalking sono stati
577 sull'intero distretto e 271 a Brescia, contro i 215 del
periodo precedente. Elevati anche i delitti contro la libertà
sessuale: 229 contro i 180 del periodo precedente.
In
Piemonte si è registrato un aumento record (+1000%
rispetto all'anno scorso) di casi di stalking. Nel tribunale
di Torino le cause sono salite a 33, a fronte delle tre dell'anno
precedente. A Biella i processi sono stati 23, a fronte di
zero dell'anno precedente; a Casale Monferrato nove contro
zero.
Quasi
un caso di stalking al giorno (346; +449%) nel 2010 nelle
Marche, che immaginiamo come un'isola felice.
Dai
singoli casi di cronaca, che riguardano talora personaggi
famosi, talaltra semplici cittadini, si evince che lo stalking
non risparmia l'esercito, nè dipende dalla minore o maggiore
scolarizzazione dei perpetratori.
Un
caso che più frequentemente potrebbe riguardare oggi i cittadini
è quello di chi fotografa o registra con il cellulare per
poi pubbicare in Internet immagini non autorizzate della vittima
delle sue attenzioni. In questi casi è bene cercare di fermare
l'autore del gesto e, se non si riesce, sporgere denuncia
alla polizia postale (3).
(1)
In attuazione al protocollo d'intesa tra il Ministro per le
Pari Opportunità e il Ministro della Difesa, l'Arma ha istituito,
presso il Reparto Analisi Criminologiche (RAC), del Raggruppamento
Carabinieri Investigazioni Scientifiche (RaCIS), una Sezione,
denominata "Atti persecutori", con specifiche competenze
scientifiche. La Sezione Atti Persecutori provvede a sviluppare
studi e ricerche di settore rivolti all'approfondimento del
fenomeno e all'aggiornamento delle strategie di prevenzione
e contrasto agli atti persecutori, riconducibili a condotte
di stalking, anche attraverso collaborazioni con la comunità
scientifica ed avvalendosi di uno specifico archivio per l'analisi
statistica dei dati. Una parte dell'attività è rivolta alla
formazione e all'addestramento, sulla specifica tematica,
del personale dell'Arma dei Carabinieri.
(2)
Gli altri consigli dei Carabinieri (dal sito dell'Arma) sullo
stalking:
- prendere consapevolezza del problema è già un primo passo
per risolverlo. A volte, invece si tende a sottovalutare il
rischio e a non prendere le dovute precauzioni come per esempio,
informarsi sull'argomento e adottare dei comportamenti tesi
a scoraggiare, fin dall'inizio, comportamenti di molestia
assillante;
- ricordate che, in alcune circostanze, di fronte ad una relazione
indesiderata, è necessario "dire no" in modo chiaro e fermo,
evitando improvvisate interpretazioni psicologiche o tentativi
di comprensione che potrebbero rinforzare i comportamenti
persecutori dello stalker;
- la maggior parte delle ricerche ha rilevato che la strategia
migliore sembra essere l'indifferenza. Infatti, sebbene per
la vittima risulti difficile gestire lo stress senza reagire,
è indubbio che lo stalker "rinforza i suoi atti sia dai comportamenti
di paura della vittima, sia da quelli reattivi ai sentimenti
di rabbia;
- cercate di essere prudenti e quando uscite di casa evitate
di seguire sempre gli stessi itinerari e di fermarvi in luoghi
isolati e appartati; in caso di molestie telefoniche, tentate
di ottenere una seconda linea e utilizzate progressivamente
solo quest'ultima.
- Registrate le chiamate (anche quelle mute). Ricordate che
per far questo è necessario, al momento della telefonata,
rispondere e mantenere la linea per qualche secondo (senza
parlare), in modo da consentire l'attivazione del sistema
di registrazione dei tabulati telefonici;
- tenete un diario per riportare e poter ricordare gli eventi
più importanti che potrebbero risultare utili in caso di denuncia;
raccogliete più dati possibili sui fastidi subiti, per esempio,
conservate eventuali lettere o e-mail a contenuto offensivo
o intimidatorio;
- tenete sempre a portata di mano un cellulare per chiamare
in caso di emergenza; se vi sentite seguiti o in pericolo,
chiedete aiuto, chiamate un numero di pronto intervento, come
per esempio il "112" o rivolgetevi al più vicino Comando Carabinieri.
(3)
Il sistema Silvia della Polizia di Stato consigliato dai Carabinieri
(qui)
(da tener presente che risale al 2007, quindi va attualizzato
a dopo l'approvazione della legge sugli atti persecutori).
Bibliografia:
• Gargiullo B.C., Damiani R. (2008), Lo stalker, ovvero il
persecutore in agguato, FrancoAngeli, Milano;
• Hirigoyen M.F. (2000) Molestie morali, Einaudi, Torino;
• Meloy J.R. (Ed.) (1998), The psychology of stalking. Clinical
and forensic perspectives, Academic Press, San Diego.
• Brewster M.P. (2002), Trauma symptoms of former intimate
stalking victims. Women & Criminal Justice, 13, 141-161.
• Hall R.L. (1998), The victims of stalking. In J.R. Meloy
(Ed.), The psychology of stalking: Clinical and forensic perspectives
(pp. 113-137). Academic Press, San Diego.
• Pathé M., Mullen P.E. (1997), The impact of stalkers on
their victims. British Journal of Psychiatry, 156, 1244-1249.
• Purcell R., Pathé M., Mullen P.E. (2002), The prevalence
and nature of stalking in the Australian community. Australian
and New Zealand Journal of Psychiatry, 36, 114-120.
• Morrison K. (2001), Predicting violent bahavior in stalkers:
a preliminary investigation of Canadian cases in criminal
harassment. Journal of Forensic Sciences, 46, 1403-1410.
• Palarea R.E. et al. (1999), The dangerous nature of intimate
relationship stalking: Threats, violence, and associated risk
factors. Behavioral Sciences & the Law, 17, 269-283.:
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