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Etica
e politica : vecchie storie di vecchi
di
Rodolfo Roselli*
David
Cameron, conservatore, 39 anni, un politico del tutto sconosciuto
al popolo inglese, si accorda con Nick Clegg, liberale, 43
anni, eletto per la prima volta in Parlamento, per formare
il primo governo di coalizione britannico dalla Seconda Guerra
mondiale. Una rivoluzione pacifica che cambia il governo britannico
avendo ministri, come il cancelliere dello Scacchiere, George
Osborne, di 39 anni e altri più o meno non molto più anziani.
Per
contro l'Italia somiglia ad una clinica geriatrica, dal 1980
ad oggi abbiamo avuto, un presidente del consiglio di 74 anni
con 4 mandati, ne abbiamo avuto uno di 72 anni con due mandati,
un 71 enne con 1 mandato un 62 enne con due mandati, fino
ad avere, da sempre, una sfilza di personaggi politici ottantenni.
Quest'ospizio per vecchi non è solo in politica, ma anche
in economia: alle Assicurazioni Generali un vecchio di 75
anni che ha sostituito un 86 enne, e per non stroncare la
carriera di quest'ultimo, per un suo improbabile futuro, lo
hanno nominato presidente onorario. Stessa musica nella stampa,
un editore di Repubblica di 76 anni, un Corriere della Sera
che ha un presidente di 71 anni e un presidente onorario di
87 anni. E sull'operato di tutte queste aziende chi operava
il controllo? Un presidente della Consob ….di 76 anni.
Questa
è ovunque, ove esiste il potere, un' Italia giurassica. La
cosa è in contrasto con la pensione di vecchiaia per tutti
i lavoratori che in Italia è di 65 anni. I casi sono due,
o non sono vecchi, o non sono lavoratori. La clinica geriatrica
italiana si distingue nel mondo dalla Spagna, dove oggi comanda
un cinquantenne, dalla Francia il cui presidente è un 55 enne,
in Germania con una signora di 56 anni, dagli Stati Uniti
il cui presidente ha 49 anni.
Ma
in generale essere vecchi non è un peccato, non è una colpa
della quale vergognarsi, perché vi sono vecchi innovatori,
punti di riferimento traboccanti di morale e dignità, che
portano validi contributi di esperienza, di moderazione, di
razionalità e che volentieri offrono queste loro qualità ai
giovani e per questo i giovani dimostrano loro rispetto e
gratitudine. Ma sono persone aperte al futuro e al naturale
rinnovamento e sono consapevoli che il futuro si costruisce
con idee nuove, con coraggiose evoluzioni nelle quali devono
cimentarsi le forze dei giovani, senza rimpianti per il passato.
Sono vecchi che non hanno mai dimenticato di essere stati
anche loro giovani entusiasti, pieni di speranze e magari
anche loro hanno avuto quelle stesse certezze di poter cambiare
il mondo, e tutto questo l'hanno vissuto nel bene e nel male
della loro esistenza. E proprio per questo il vecchio mantiene
la sua dignità, quando cede il passo al giovane.
Ma
i nostri vecchi del potere questa dignità l'hanno dimenticata,
e sgomitano e schiamazzano come se dovessero avere ancora
un futuro, e la gente invece assiste al decadere del futuro
dei propri figli senza battere ciglio, e chi assiste è costretto
a questo scempio, perché la speranza non esiste più. All'ordinata,
naturale e razionale pianificazione della vita di ciascuno,
si è sostituito l'istinto di sopravvivenza ad ogni costo,
e questo spinge a calpestare le regole, a cercare scorciatoie,
una lotta senza esclusione di colpi ove non è la ragione che
vince ma la forza bruta: i più deboli soccombono, i forti
sghignazzano e vanno avanti nella speranza che la loro ora,
prima o poi non arrivi, questa una delle loro più grandi illusioni.
Il
potere di questi vegliardi si basa sulla regola che chi di
costoro sbaglia non paga mai, ma sono gli altri che pagano
profumatamente i loro errori. Guadagnano ottimi stipendi,
dispongono di una corte di ricchi vassalli, possono contare
su robuste pensioni multiple, i loro figli e parenti e amici,
per il solo fatto di essere tali, godono di vantaggi esclusivi.
Stipendi, pensioni, privilegi negati al popolo che dicono
di governare. Scelgono loro i candidati alle elezioni politiche,
comandano loro sugli eletti al Parlamento, selezionano loro
i ministri e tutti coloro destinati ai posti di comando, e
in questo modo tutto il sistema, dal vertice in giù, dipende
da loro. Sono arroganti e maleducati con tutti coloro considerati
delle nullità, ma sono consapevoli di essere odiati ed hanno
una paura continua, che li costringe ad essere scortati da
bande di gorilla e pretoriani. Sono i professionisti del potere
e sanno che nessuno può cacciarli e rimangono al potere indipendentemente
dalle elezioni politiche. Cambiano casacca, cambiano idee,
cambiano le imbecillità, che loro chiamano ideali, ma sono
sempre lì, inamovibili.
Le
elezioni politiche servono solo per aumentare o diminuire
il potere di coloro che sono nel gruppo, e servono per assegnare
a turno i posti di comando, ma non fanno mai salire al potere
persone che siano fuori dal loro gruppo, perché nel gruppo
il ricambio è vietato. Rimescolano le carte, ma il mazzo rimane
sempre lo stesso. Della volontà popolare non sanno che farsene,
perché sono sempre e comunque loro che decideranno la classe
dirigente. Fanno in modo che ad ogni consultazione elettorale,
chiamata impropriamente democratica, gli elettori premino
una fazione o un'altra, ma non spazzino mai il loro intero
gruppo che deve sempre rimanere al comando, spartendoselo
poi a modo loro. (...)
Il semplice cittadino conosce sempre con ritardo quello che
può accadere e questo ritardo è calcolato in modo tale che
qualunque reazione diventi subito intempestiva, perché loro
sanno quasi sempre prima quello che può accadere, e quindi
possono giocare d'anticipo su tutti. Anzi, certe notizie sono
loro che decidono quando possono diventare di dominio pubblico
sui giornali, ed infatti certe notizie, che sapute in tempo
potrebbero valere oro, pubblicate sui giornali hanno meno
del valore del giornale, cioè poco più di un euro. In questo
modo attuano un gioco di squadra che non sia visibile agli
occhi del popolo, facendogli credere che esistono solo coalizioni
di forze politiche rivali, e con questo stratagemma fanno
in modo che quasi tutti gli elettori esultino quando alcuni
uomini sono sostituiti al governo, credendo che tutto questo
avvenga grazie al loro voto, ma poi si stupiscono e restano
delusi quando si accorgono che i nuovi governanti non risolvono
i problemi lasciati aperti dai precedenti. Non capiscono perché
i vecchi governanti non vengano mai cacciati e invece, come
nel gioco dei 4 cantoni, vadano a occupare altre posizioni
di potere, in attesa delle successive elezioni. (...)
Esisterebbe un rimedio, ma questo comporterebbe lo spazzare
via l'intero gruppo di potere, senza se e senza ma, perché
il ricambio, di per sé ,non è illegale, non è vietato dalla
Costituzione e neppure è vietato cambiare le regole. Anzi
a tale proposito la Costituzione prevede che l'età minima
per diventare deputati sia di 25 anni e per diventare senatori
40 anni, forse sarebbe ora di modificare la Costituzione e
fissare anche una età massima oltre la quale non ci si può
candidare, per esempio dopo i 65 anni. Ma per raggiungere
questo risultato tutti gli elettori dovrebbero accettare di
non volersi più far prendere in giro dalle liti orchestrate,
da finte fazioni in lotta tra loro e dovrebbero, disubbidendo
mentalmente, voltare le spalle a chi comanda. Dovrebbero trovare
la forza di smascherare il gioco dei professionisti del potere
compiendo una rivoluzione delle menti, mandando in pensione
senza distinzione i potenti, chiamando persone che realmente
non abbiano mai creduto che la politica sia una professione
o carriera, che abbiano capito che è una semplice mistificazione,
controllando con estrema precisione il curriculum professionale
e morale di chi volesse impegnarsi, considerare il mandato
un fatto temporalmente transitorio e difficilmente ripetibile,
accettando solo persone che lavorino umilmente, senza sfarzo
e sempre disponibili a farsi controllare e dare conto pubblicamente
del loro operato.
Occorre
ricordare che la norma legale, che ciascuno è innocente fino
alla sentenza definitiva, non può mai valere per chi ci amministra,
perché nessuno darebbe in mano ad un sospetto pedofilo il
destino dei propri figli, e certamente non attenderebbe la
sentenza definitiva per anni. L'ex primo ministro inglese
laburista, Gordon Brown, 59 enne, primo ministro per 3 anni
ed ex capo del Partito Laburista, perse le ultime elezioni
anche per uno "scandalo", avendo offeso pubblicamente una
anziana elettrice che lo aveva incontrato. Apriti cielo, fu
chiamato a scusarsi pubblicamente alla BBC, chiese scusa personalmente
recandosi a casa della signora in questione, e comunque, e
certo non solo per questo, perse le elezioni, si dimise spontaneamente
da capo del partito e tornò a casa tranquillamente accompagnato
dalla moglie e dai figli, formulando i migliori auguri al
suo successore per le scelte da fare per il bene del popolo
britannico.
In
Italia sarebbe potuto restare al potere per almeno altri 20
anni, sarebbe salito sul primo predellino disponibile, per
fondare un nuovo partito, non si sarebbe scusato con nessuno
e le televisioni avrebbero detto che era stato aggredito da
una vecchia pazza. E i suoi elettori sbavando di piacere avrebbero
applaudito. (...)
Nota
della redazione: per chiarezza precisiamo che Rodolfo Roselli
è un anziano e canuto signore
*
stralci dell'intervento su Radio Gamma 5 del 9.03.2011 su
Challenger TV satellitare Sky 922 dal lunedì al venerdì. Precisiamo
che Rodolfo Roselli no
 
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