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11 marzo 2011
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Etica e politica : vecchie storie di vecchi
di Rodolfo Roselli*

David Cameron, conservatore, 39 anni, un politico del tutto sconosciuto al popolo inglese, si accorda con Nick Clegg, liberale, 43 anni, eletto per la prima volta in Parlamento, per formare il primo governo di coalizione britannico dalla Seconda Guerra mondiale. Una rivoluzione pacifica che cambia il governo britannico avendo ministri, come il cancelliere dello Scacchiere, George Osborne, di 39 anni e altri più o meno non molto più anziani.

Per contro l'Italia somiglia ad una clinica geriatrica, dal 1980 ad oggi abbiamo avuto, un presidente del consiglio di 74 anni con 4 mandati, ne abbiamo avuto uno di 72 anni con due mandati, un 71 enne con 1 mandato un 62 enne con due mandati, fino ad avere, da sempre, una sfilza di personaggi politici ottantenni. Quest'ospizio per vecchi non è solo in politica, ma anche in economia: alle Assicurazioni Generali un vecchio di 75 anni che ha sostituito un 86 enne, e per non stroncare la carriera di quest'ultimo, per un suo improbabile futuro, lo hanno nominato presidente onorario. Stessa musica nella stampa, un editore di Repubblica di 76 anni, un Corriere della Sera che ha un presidente di 71 anni e un presidente onorario di 87 anni. E sull'operato di tutte queste aziende chi operava il controllo? Un presidente della Consob ….di 76 anni.

Questa è ovunque, ove esiste il potere, un' Italia giurassica. La cosa è in contrasto con la pensione di vecchiaia per tutti i lavoratori che in Italia è di 65 anni. I casi sono due, o non sono vecchi, o non sono lavoratori. La clinica geriatrica italiana si distingue nel mondo dalla Spagna, dove oggi comanda un cinquantenne, dalla Francia il cui presidente è un 55 enne, in Germania con una signora di 56 anni, dagli Stati Uniti il cui presidente ha 49 anni.

Ma in generale essere vecchi non è un peccato, non è una colpa della quale vergognarsi, perché vi sono vecchi innovatori, punti di riferimento traboccanti di morale e dignità, che portano validi contributi di esperienza, di moderazione, di razionalità e che volentieri offrono queste loro qualità ai giovani e per questo i giovani dimostrano loro rispetto e gratitudine. Ma sono persone aperte al futuro e al naturale rinnovamento e sono consapevoli che il futuro si costruisce con idee nuove, con coraggiose evoluzioni nelle quali devono cimentarsi le forze dei giovani, senza rimpianti per il passato. Sono vecchi che non hanno mai dimenticato di essere stati anche loro giovani entusiasti, pieni di speranze e magari anche loro hanno avuto quelle stesse certezze di poter cambiare il mondo, e tutto questo l'hanno vissuto nel bene e nel male della loro esistenza. E proprio per questo il vecchio mantiene la sua dignità, quando cede il passo al giovane.

Ma i nostri vecchi del potere questa dignità l'hanno dimenticata, e sgomitano e schiamazzano come se dovessero avere ancora un futuro, e la gente invece assiste al decadere del futuro dei propri figli senza battere ciglio, e chi assiste è costretto a questo scempio, perché la speranza non esiste più. All'ordinata, naturale e razionale pianificazione della vita di ciascuno, si è sostituito l'istinto di sopravvivenza ad ogni costo, e questo spinge a calpestare le regole, a cercare scorciatoie, una lotta senza esclusione di colpi ove non è la ragione che vince ma la forza bruta: i più deboli soccombono, i forti sghignazzano e vanno avanti nella speranza che la loro ora, prima o poi non arrivi, questa una delle loro più grandi illusioni.

Il potere di questi vegliardi si basa sulla regola che chi di costoro sbaglia non paga mai, ma sono gli altri che pagano profumatamente i loro errori. Guadagnano ottimi stipendi, dispongono di una corte di ricchi vassalli, possono contare su robuste pensioni multiple, i loro figli e parenti e amici, per il solo fatto di essere tali, godono di vantaggi esclusivi. Stipendi, pensioni, privilegi negati al popolo che dicono di governare. Scelgono loro i candidati alle elezioni politiche, comandano loro sugli eletti al Parlamento, selezionano loro i ministri e tutti coloro destinati ai posti di comando, e in questo modo tutto il sistema, dal vertice in giù, dipende da loro. Sono arroganti e maleducati con tutti coloro considerati delle nullità, ma sono consapevoli di essere odiati ed hanno una paura continua, che li costringe ad essere scortati da bande di gorilla e pretoriani. Sono i professionisti del potere e sanno che nessuno può cacciarli e rimangono al potere indipendentemente dalle elezioni politiche. Cambiano casacca, cambiano idee, cambiano le imbecillità, che loro chiamano ideali, ma sono sempre lì, inamovibili.

Le elezioni politiche servono solo per aumentare o diminuire il potere di coloro che sono nel gruppo, e servono per assegnare a turno i posti di comando, ma non fanno mai salire al potere persone che siano fuori dal loro gruppo, perché nel gruppo il ricambio è vietato. Rimescolano le carte, ma il mazzo rimane sempre lo stesso. Della volontà popolare non sanno che farsene, perché sono sempre e comunque loro che decideranno la classe dirigente. Fanno in modo che ad ogni consultazione elettorale, chiamata impropriamente democratica, gli elettori premino una fazione o un'altra, ma non spazzino mai il loro intero gruppo che deve sempre rimanere al comando, spartendoselo poi a modo loro. (...)

Il semplice cittadino conosce sempre con ritardo quello che può accadere e questo ritardo è calcolato in modo tale che qualunque reazione diventi subito intempestiva, perché loro sanno quasi sempre prima quello che può accadere, e quindi possono giocare d'anticipo su tutti. Anzi, certe notizie sono loro che decidono quando possono diventare di dominio pubblico sui giornali, ed infatti certe notizie, che sapute in tempo potrebbero valere oro, pubblicate sui giornali hanno meno del valore del giornale, cioè poco più di un euro. In questo modo attuano un gioco di squadra che non sia visibile agli occhi del popolo, facendogli credere che esistono solo coalizioni di forze politiche rivali, e con questo stratagemma fanno in modo che quasi tutti gli elettori esultino quando alcuni uomini sono sostituiti al governo, credendo che tutto questo avvenga grazie al loro voto, ma poi si stupiscono e restano delusi quando si accorgono che i nuovi governanti non risolvono i problemi lasciati aperti dai precedenti. Non capiscono perché i vecchi governanti non vengano mai cacciati e invece, come nel gioco dei 4 cantoni, vadano a occupare altre posizioni di potere, in attesa delle successive elezioni. (...)

Esisterebbe un rimedio, ma questo comporterebbe lo spazzare via l'intero gruppo di potere, senza se e senza ma, perché il ricambio, di per sé ,non è illegale, non è vietato dalla Costituzione e neppure è vietato cambiare le regole. Anzi a tale proposito la Costituzione prevede che l'età minima per diventare deputati sia di 25 anni e per diventare senatori 40 anni, forse sarebbe ora di modificare la Costituzione e fissare anche una età massima oltre la quale non ci si può candidare, per esempio dopo i 65 anni. Ma per raggiungere questo risultato tutti gli elettori dovrebbero accettare di non volersi più far prendere in giro dalle liti orchestrate, da finte fazioni in lotta tra loro e dovrebbero, disubbidendo mentalmente, voltare le spalle a chi comanda. Dovrebbero trovare la forza di smascherare il gioco dei professionisti del potere compiendo una rivoluzione delle menti, mandando in pensione senza distinzione i potenti, chiamando persone che realmente non abbiano mai creduto che la politica sia una professione o carriera, che abbiano capito che è una semplice mistificazione, controllando con estrema precisione il curriculum professionale e morale di chi volesse impegnarsi, considerare il mandato un fatto temporalmente transitorio e difficilmente ripetibile, accettando solo persone che lavorino umilmente, senza sfarzo e sempre disponibili a farsi controllare e dare conto pubblicamente del loro operato.

Occorre ricordare che la norma legale, che ciascuno è innocente fino alla sentenza definitiva, non può mai valere per chi ci amministra, perché nessuno darebbe in mano ad un sospetto pedofilo il destino dei propri figli, e certamente non attenderebbe la sentenza definitiva per anni. L'ex primo ministro inglese laburista, Gordon Brown, 59 enne, primo ministro per 3 anni ed ex capo del Partito Laburista, perse le ultime elezioni anche per uno "scandalo", avendo offeso pubblicamente una anziana elettrice che lo aveva incontrato. Apriti cielo, fu chiamato a scusarsi pubblicamente alla BBC, chiese scusa personalmente recandosi a casa della signora in questione, e comunque, e certo non solo per questo, perse le elezioni, si dimise spontaneamente da capo del partito e tornò a casa tranquillamente accompagnato dalla moglie e dai figli, formulando i migliori auguri al suo successore per le scelte da fare per il bene del popolo britannico.

In Italia sarebbe potuto restare al potere per almeno altri 20 anni, sarebbe salito sul primo predellino disponibile, per fondare un nuovo partito, non si sarebbe scusato con nessuno e le televisioni avrebbero detto che era stato aggredito da una vecchia pazza. E i suoi elettori sbavando di piacere avrebbero applaudito. (...)

Nota della redazione: per chiarezza precisiamo che Rodolfo Roselli è un anziano e canuto signore

* stralci dell'intervento su Radio Gamma 5 del 9.03.2011 su Challenger TV satellitare Sky 922 dal lunedì al venerdì. Precisiamo che Rodolfo Roselli no


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