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07 dicembre 2010
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Profughi africani ostaggio dei trafficanti chiedono aiuto
di Tamara Gallera

Per attirare l'attenzione sul caso dei profughi africani ostaggio di una sanguinaria banda di trafficanti si terra' oggi, alle ore 11.00, presso la sala Stampa del Senato della Repubblica, una conferenza stampa dal titolo "Profughi sotto ricatto: cosa c’entra l’Italia? - Eritrei etiopi somali sudanesi in catene nel deserto del Sinai". Fra le altre, la testimonianza di Don Mussie Zerai sacerdote cattolico eritreo Direttore dell’Agenzia Habeshiae l'intervento di Christopher Hein, direttore del Consiglio Italiano Rifugiati Partecipano Luigi Mancni, presidente di A buon diritto, e i parlamentari Rita Bernardini, Benedetto Della Vedova, Pietro Marcenaro, Matteo Mecacci, Guido Melis, Flavia Perina, Savino Pezzotta, Donatella Poretti, Jean-Leonard Touadi, Livia Turco e Luigi Zanda.

Come racconta Zerai, "Da più di un mese sono sotto sequestro un gruppo di profughi eritrei, circa 250, una ottantina di questi partiti dalla Libia dopo che sono stati scarcerati dalle terribili carceri libiche nel mese di luglio, hanno deciso di cambiare rotta verso Israele, pagando 2000 dollari ciascuno, sono arrivati in Egitto nel Sinai dove hanno trovato i predoni che ora gli tengono incatenati, pretendendo il pagamento di 8000 dollari ciascuno per ottenere la loro libertà. Le testimonianze drammatiche di violenza subita, da donne incinte, donne con bambini, privati di tutto cibo, acqua. Continuamente picchiati costretti a contattare i famigliari che vivono in Europa per chiedere soldi è pagare il riscatto per la loro libertà".

Zerai prosegue riportando il racconto di una delle donne sequestrate sul trattamento subito: "trattati peggio di bestie, tenuti con le catene ai piedi, ci danno da mangiare una pagnotta e una scatoletta di sardine ogni tre giorni, non abbiamo acqua potabile ma siamo costretti a bere acqua salta che sta causando molti disturbi intestinali. Abbiamo 9 persone ferite gravemente dalle percosse selvagge, bisognosi di cure urgenti, perché hanno testa fracassata, gli arti rotti. L'altro ieri sera hanno prelevato 4 di noi che non hanno nessun parente all'estero che può pagare il riscatto, gli hanno portati a prelevare un rene per venderlo e ricavare i soldi del riscatto. Ci sono stati anche delle persone marchiate con il fuoco per costringerle a chiamare i famigliari e chiedere di pagare il riscatto. Ci hanno dato un ultimo ultimatum per domenica dopo di che hanno detto che ci fanno sparire. Facciamo appello a tutta la comunità internazionale perché intervengano per salvarci dalle mani di questi trafficanti, non c'e' un minuto di tempo da perdere, stiamo male aiutateci".

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Dossier immigrazione

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