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Giornalisti
condannati dalla Cassazione : ricorso a Strasburgo
di
Mauro W. Giannini
La decisione della quinta sezione penale della Corte di Cassazione,
che ha rigettato il ricorso dei giornalisti Renzo Magosso
e Umberto Brindani confermando la condanna della Corte d'Appello
di Milano per aver riportato - nel corso dell'inchiesta svolta
sull'assassinio di Walter Tobagi - le dichiarazioni dell'ex
brigadiere dei Carabinieri Dario Covolo, il quale confermava
in Tribunale che il terrorista-informatore Ricciardi gli disse
con sei mesi di anticipo il nome del killer che poi avrebbe
ucciso il giornalista, ha generato le reazioni allarmate del
mondo giornalistico.
Per
il vicepresidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Enrico
Paissan, "non può non destare forte preoccupazione in
quanti ritengono che il diritto di cronaca rappresenti uno
dei presidi fondamentali della libertà di espressione del
nostro Paese. Tanto più che, nel caso in oggetto – che si
riferiva ad una inchiesta sull’assassinio di Walter Tobagi
– Renzo Magosso, autore dell’articolo incriminato, aveva avuto
l’accortezza di verificare le fonti e la loro credibilità".
Per Paissan, con il tempo "la professione giornalistica
ha incontrato crescenti ostacoli e ulteriori difficoltà che
corrono il rischio di arrecare un danno grave e irreparabile
all’essenziale funzione di mediazione svolta dai giornalisti
verso i cittadini e la pubblica opinione".
Per
la FNSI, di tratta di "un’altra sentenza che, inspiegabilmente,
censura il diritto di cronaca e dovrà essere rettificata dalla
Corte Europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo".
"La
conferma della condanna per diffamazione di un defunto Generale
dei Carabinieri, decisa dalla Corte di Cassazione, sconvolge
un principio che pareva ormai consolidato della nostra giurisprudenza
ovvero che, quando le dichiarazioni di terzi sono correttamente
riportate (come confermato in questo caso), eventuali responsabilità
non possono essere a carico dei giornalisti" commenta
Franco Siddi, segretario nazionale della Federazione della
stampa, spiegando che "Nella
fattispecie, inoltre, nuovi documenti e dichiarazioni dell’ex
Sottoufficiale dell’Arma, Dario Covolo, confermavano le notizie,
raccolte da Magosso nella sua inchiesta giornalistica circa
le responsabilità conosciute già prima dell’arresto di Marco
Barbone e altri nell’assassinio di Walter Tobagi".
"La
Corte di Cassazione, evidentemente, non ha tenuto conto di
queste novità processuali e ha confermato le precedenti sentenze
di condanna verso i giornalisti. Le sentenze si rispettano
ma è legittimo esprimere fondati dubbi e, in questo caso,
sostenere il ricorso alla Corte di Giustizia Europea per i
Diritti dell’Uomo. Il diritto di cronaca, quando esercitato
nel rispetto della verità dei fatti, e nel dimostrato lavoro
di verifica delle fonti del giornalista, merita protezione
e non censura. - conclude Siddi - Ecco perché la sentenza
della Cassazione contro Magosso e Brindani richiede una profonda
riflessione e l’esame della Corte di Giustizia Europea. Non
sarebbe tuttavia fuori luogo la riapertura del caso”.
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