Iran
: 18 anni , sara' impiccato per omosessualita' presunta
di
Tamara Gallera
Dopo Sakineh Mohammadi Ashtiani, condannata alla lapidazione
per adulterio (e successivamente accusata di complicita' nell'omidicio
del marito, confessione che sarebbe stata estorta con la tortura),
l'Iran conferma la condanna a morte per impiccagione di un
ragazzo sospettato di omosessualita', Ebrahim Hamidi, 18 anni.
In
Iran l'omosessualita' e' un crimine abominevole punito con
la pena di morte. La pena sarebbe gia' di per se' disumana,
ma pare anche che la tendenza sessuale del giovane sia frutto
di un insieme di drammatiche sovrapposizioni: ne sono coinvolti
altri detenuti che avrebbero ottenuto promesse di rilascio
mentre Ebrahim avrebbe confessato sotto tortura e durante
il processo non aveva diritto ad alcuna rappresentanza legale.
Il
verdetto e' stato pronunciato da un giudice che ha invocato
una formula utilizzata quando non ci sono prove formali e
quando l'accusa e' venuta meno (nel
mese di luglio la presunta "vittima" di Ebrahim Hamidi ha
riconosciuto di aver portato false accuse contro di lui sotto
la pressione dei suoi genitori) la pena non e' stata modificata.
Anche
per Hamidi, come
per Sakineh, si sta generando una mobilitazione internazionale.
In ogni caso - al di la' del fatto che qualora non fosse omosessuale,
egli verra' ucciso per una incapacita' della giustizia di
accertare la verita' e di fare marcia indietro di fronte alle
prove contrarie - il caso di questo ragazzo dimostra quale
sofferenza debbono subire in Iran le persone con tendenze
sessuali diverse, costrette a negare la propria identita'
per non perdere la vita.
 
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pena di morte
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