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Avvocati
e riforma forense : astensione , massiccia adesione
di
Tamara Gallera
L'adesione all'astensione dell'avvocatura per sollecitare
l'approvazione della riforma forense e' stata pressocche'
totale. Lo hanno evidenziato le associazioni forensi e, secondo
l'Unione Camere Penali, sarebbero il 95% dei penalisti e una
massiccia parte dei civilisti ad aver aderito allo sciopero.
Oggi, al teatro Capranica, a Roma, presenti diversi politici,
nel corso di una manifestazione appositamente convocata da
CNF, OUA, UCPI e altre organizzazioni forensi, l'intera avvocatura
ha chiesto a gran voce di accelerare i tempi e di non modificare
i principi generali del pdl.
Il motivo del ritardo nell'approvazione della riforma forense
e' da rintracciare, secondo il presidente dell'Organismo unitario
dell'avvocatura, Maurizio De Tilla, nella contrarieta' ''dei
poteri forti''. "Ci viene il sospetto - ha detto De Tilla
nel corso della manifestazione - che ci sia l'opposizione
dell'Antitrust, che fa dichiarazioni contrarie ai minimi tariffari,
delle associazioni confindustriali, e di altri poteri trasversali
contro l'avvocatura e le professioni''.
"La manifestazione di oggi non vuole connotarsi come una protesta
ma come una sollecitazione ad approvare la riforma" ha evidenziato
il presidente del Consiglio nazionale forense, Guido Alpa,
secondo cui "Più si dilatano i tempi più rischia di diventare
inefficace ogni intervento riformatore. Contro gli obiettivi
della riforma si sono letteralmente avventati coloro che temono
che esso possa comportare un aumento dei costi dei servizi
legali, coloro che lo rappresentano come uno strumento di
coesione e di rafforzamento del ruolo della categoria, coloro
che, criticando i criteri di selezione, di accesso e di controllo
della qualità, vorrebbero stemperare la funzione dell’ avvocato
nella semplice prestazione di servizi, equiparabile quindi
ad una qualsiasi attività economica".
"Al testo si è imputato di essere venato di istanze corporative
e di essere veicolo di privilegi anticoncorrenziali", ha detto
Alpa "E tuttavia, se si pensa che oggi gli avvocati iscritti
agli albi sono più di 230.000 è ben difficile pensare che
vi sia scarsa dinamica competitiva. D’altra parte, la selezione
all’accesso non è tanto diretta alla tutela degli interessi
di quanti già sono entrati a far parte della categoria quanto
piuttosto a completare l’iter culturale iniziato all'Università,
a provvedere gli aspiranti di quella formazione professionale
di base necessaria per esercitare una funzione delicata e
rischiosa che coinvolge gli interessi familiari e patrimoniali
degli assistiti, a richiedere a chi è iscritto una competenza
adeguata".
Il presidente dell'Unione delle camere penali italiane, Oreste
Dominioni, ha sottolineato come la riforma sia necessaria
soprattutto per quanto riguarda le regole all'accesso alla
professione: "Siamo nel momento in cui l'accesso all'avvocatura
e' considerato una sorta di ammortizzatore sociale. Pensare
di risolvere il problema della ricerca di lavoro per i giovani
con l'accesso indiscriminato all'attivita' forense non va
bene. La riforma va fatta subito e bene, senza manomissioni".
Dossier
giustizia
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