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10 marzo 2010
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Avvocati e riforma forense : astensione , massiccia adesione
di Tamara Gallera

L'adesione all'astensione dell'avvocatura per sollecitare l'approvazione della riforma forense e' stata pressocche' totale. Lo hanno evidenziato le associazioni forensi e, secondo l'Unione Camere Penali, sarebbero il 95% dei penalisti e una massiccia parte dei civilisti ad aver aderito allo sciopero. Oggi, al teatro Capranica, a Roma, presenti diversi politici, nel corso di una manifestazione appositamente convocata da CNF, OUA, UCPI e altre organizzazioni forensi, l'intera avvocatura ha chiesto a gran voce di accelerare i tempi e di non modificare i principi generali del pdl.

Il motivo del ritardo nell'approvazione della riforma forense e' da rintracciare, secondo il presidente dell'Organismo unitario dell'avvocatura, Maurizio De Tilla, nella contrarieta' ''dei poteri forti''. "Ci viene il sospetto - ha detto De Tilla nel corso della manifestazione - che ci sia l'opposizione dell'Antitrust, che fa dichiarazioni contrarie ai minimi tariffari, delle associazioni confindustriali, e di altri poteri trasversali contro l'avvocatura e le professioni''.

"La manifestazione di oggi non vuole connotarsi come una protesta ma come una sollecitazione ad approvare la riforma" ha evidenziato il presidente del Consiglio nazionale forense, Guido Alpa, secondo cui "Più si dilatano i tempi più rischia di diventare inefficace ogni intervento riformatore. Contro gli obiettivi della riforma si sono letteralmente avventati coloro che temono che esso possa comportare un aumento dei costi dei servizi legali, coloro che lo rappresentano come uno strumento di coesione e di rafforzamento del ruolo della categoria, coloro che, criticando i criteri di selezione, di accesso e di controllo della qualità, vorrebbero stemperare la funzione dell’ avvocato nella semplice prestazione di servizi, equiparabile quindi ad una qualsiasi attività economica".

"Al testo si è imputato di essere venato di istanze corporative e di essere veicolo di privilegi anticoncorrenziali", ha detto Alpa "E tuttavia, se si pensa che oggi gli avvocati iscritti agli albi sono più di 230.000 è ben difficile pensare che vi sia scarsa dinamica competitiva. D’altra parte, la selezione all’accesso non è tanto diretta alla tutela degli interessi di quanti già sono entrati a far parte della categoria quanto piuttosto a completare l’iter culturale iniziato all'Università, a provvedere gli aspiranti di quella formazione professionale di base necessaria per esercitare una funzione delicata e rischiosa che coinvolge gli interessi familiari e patrimoniali degli assistiti, a richiedere a chi è iscritto una competenza adeguata".

Il presidente dell'Unione delle camere penali italiane, Oreste Dominioni, ha sottolineato come la riforma sia necessaria soprattutto per quanto riguarda le regole all'accesso alla professione: "Siamo nel momento in cui l'accesso all'avvocatura e' considerato una sorta di ammortizzatore sociale. Pensare di risolvere il problema della ricerca di lavoro per i giovani con l'accesso indiscriminato all'attivita' forense non va bene. La riforma va fatta subito e bene, senza manomissioni".


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Dossier giustizia

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