Penalisti
in astensione a gennaio
di
staff
L'astensione dalle udienze e' stata proclamata dall'Unione
Camere Penali Italiane per manifestare fra l'altro "una
forte e decisa contrarietà alle scorciatoie inutili e pericolose
del 'processo breve'" ed ha inoltre annunciato l'intenzione
di disertare anche quest'anno le cerimonie per l'inaugurazione
dell'anno giuziario.
Come
accaduto negli ultimi due anni, infatti, anche quest'anno
l'Unione delle Camere Penali Italiane rifiuterà di partecipare
alla cerimonie ufficiali di apertura dell'anno giudiziario
"sino a che l'ordinamento giudiziario non sarà adeguato
alla Costituzione con la separazione delle carriere e l'istituzione
di un giudice terzo e diserteranno, perciò, la manifestazione
ufficiale del 29 gennaio in Corte di Cassazione, organizzando
una propria cerimonia alternativa di inaugurazione dell'avvocatura
penale in cui si forniranno dati per denunciare la reale situazione
della giustizia e si formuleranno proposte alla presenza di
politici, giornalisti e studiosi".
Quest'anno la manifestazione si terrà all'Aquila il 28 gennaio,
volendo l'Unione delle Camere Penali manifestare non solo
la solidarietà ai cittadini colpiti dalla tragedia del terremoto,
ma anche "segnalare la necessità della rinascita della
giustizia nel distretto del capoluogo abruzzese oltre che,
simbolicamente, invocare la necessità che dalle macerie della
giustizia italiana si dia finalmente vita ad un processo di
cambiamento che prenda le mosse dalle grandi riforme come
la separazione delle carriere, la riforma del CSM e dell'azione
penale per le quali l'UCPI si batte da anni nell'immobilismo
della politica succube dei veti dell'ANM".
Nella delibera i penalisti manifestano anche "una forte
e decisa contrarietà alle scorciatoie inutili e pericolose
del 'processo breve', frutto avvelenato del rapporto tra politica
e magistratura e provvedimento che, - sottolineano i penalisti
- per come è formulato, è pericoloso ed incostituzionale",
proclamando una giornata di astensione per l'11 gennaio 2010
alla vigilia della discussione al Senato del ddl, per segnalare
alla politica la necessità di uno stop al progetto, riservandosi
peraltro altre e più decise iniziative in relazione agli sviluppi
parlamentari e politici dell'iter del ddl e alla verifica
circa la ripresa del dibattito su un reale percorso riformatore
più volte promesso e sempre tradito dal Governo e dalla maggioranza
parlamentare e sempre osteggiato dall'opposizione.
L'UCPI
ha preso atto delle recenti aperture del Ministro della Giustizia
che ha anticipato la ripresa di un reale percorso riformatore
e "laicamente manifesta la propria disponibilità alla
discussione ed al dialogo se gli stessi potranno fondarsi
su fatti concreti".
 
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