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11 gennaio 2010
tutti gli speciali

Lo Stato dimentica l'amianto killer
di Fedele Boffoli

Lunedì 18 gennaio (alle ore 17.00), a Palazzo San Macuto in Roma (via del Seminario 76 - Sala del Refettorio, presso la sede della Biblioteca della Camera dei Deputati) si terrà la presentazione del libro "Lo Stato dimentica l'amianto killer" (con dibattito a seguito: interverrà l'onorevole Domenico Scilipoti ed i Presidenti delle Associazioni dei Cittadini e Lavoratori esposti e vittime dell'amianto) dell'Avv. Ezio Bonanni di Latina, coinvolto nei maggiori processi per la messa al bando della letale fibra killer (Eternit, Fibronit...). Riportiamo di seguito un colloquio con l'autore, a cura di Fedele Boffoli.

Ezio Bonanni, giovane avvocato dalle spalle già forti, lei è coinvolto nei maggiori processi italiani per il riconoscimento dei più basilari diritti degli esposti all'amianto e/o loro congiunti; se dovesse descrivere in due parole la triste vicenda dell'amianto in Italia e nel Mondo in quale maniera si esprimerebbe?
"L'amianto ha determinato, determina e, purtroppo, determinerà la morte di migliaia di persone, spesso tra atroci sofferenze; gli toglierà il respiro con l'asbestosi, o ne metastatizzerà il corpo con il mesotelioma o con altri tumori. Ancora altre migliaia di famiglie verranno sconvolte e distrutte".

"Lo Stato dimentica l'amianto killer" non è solo il titolo del suo recente libro (reperibile in internet) che presenterà a Roma il 18 gennaio ma è soprattutto la storia dell'inadempienza di uno Stato che ha, tristemente, privilegiato il profitto alla salute di ignari lavoratori e cittadini.
"Purtroppo lo Stato si è mostrato per lungo tempo assente, se non connivente. Per questo sarà chiamato a rispondere nelle opportune sedi di giustizia anche internazionali, dal processo Eternit, alla Corte europea dei diritti dell'uomo, dopo che il Tar del Lazio ha accolto il nostro ricorso e censurato l'operato sotto il profilo dell'esercizio della potestà regolamentare dei Ministri del Lavoro e dell'Economia del Governo Prodi, annullando parzialmente il decreto del marzo 2008 che avrebbe voluto ridurre l'ambito di operatività dei benefici contributivi per esposizione ad amianto".

Da lei citati in giudizio (per conto di suoi assistiti) risultano addirittura la Presidenza del Consiglio dei Ministri dell'attuale e precedente Governo; quali emergenze risultano agli atti da tali incongruenti posizioni?
"Come ho anticipato, tanto per dirne una, non è condivisibile che l'indulto abbia premiato anche gli imputati del processo Eternit, e tutti coloro che sono responsabili delle morti sul lavoro... Se ogni anno ci sono circa 1300 decessi per infortuni sul lavoro e per malattie professionali altre migliaia è evidente che si privilegia il profitto sulla vita umana".

Nella corso della sua battaglia, assieme a irrinunciabili associazioni di categoria (Associazione Vittime Amianto Nazionale Italiana, Contramianto, Comitato di Difesa per la Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio, AEA FVG, etc....), ha incontrato numerosi ostacoli, posti da persone ed enti anche relativi alle istituzioni e, mi diceva, anche minacce da ignoti... "Le minacce non mi fanno paura. Chi ha paura è già morto e la sua vita non ha senso. Che le vittime e gli esposti all'amianto non vedano doverosamente rispettati i loro diritti, anche dopo che è insorta la patologia, o per ottenere il giusto indennizzo previdenziale, lo dimostra il contenzioso in corso".

La strada per un riconoscimento di diritti a vittime ed esposti è ancora lunga ed impervia. Sono state, addirittura, necessarie denunce alla Corte Europea. Riusciremo ad ottenere alla fine Verità e Giustizia?
"Abbiamo avviato azioni anche in sede internazionale, dopo il ricorso alla Corte Europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo, la denuncia, alla Commissione Europea, per avvio della procedura di infrazione, per la violazione delle norme di diritto comunitario, sempre in tema di amianto. Stiamo pensando anche ad un ricorso ai competenti organi delle Nazioni Unite, in questa materia. Forse qualcuno dimentica che l'Italia ha recepito norme e Trattati che impongono la tutela nei luoghi di lavoro, che presuppongono la rimozione dei cancerogeni, purtroppo tardivamente come stanno a dimostrare le Sentenze della Corte di Giustizia della Comunità Europea. Ci sono lavoratori ancora esposti nei luoghi di lavoro ad oltre 100 fibre litro, ed anzi, questa è la soglia indicata dalla legge, ma ciò ritengo non sia conforme ai principi costituzionali di cui all'art. 32 Cost., che indica la salute come bene irrinunciabile ed interesse della Collettività ed è in contrasto anche con le norme internazionali ed i dettati di cui ai Trattati delle Nazioni Unite".

per approfondire...

Dossier amianto

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