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Lo
Stato dimentica l'amianto killer
di
Fedele Boffoli
Lunedì
18 gennaio (alle ore 17.00), a Palazzo San Macuto in Roma
(via del Seminario 76 - Sala del Refettorio, presso la sede
della Biblioteca della Camera dei Deputati) si terrà la presentazione
del libro "Lo Stato dimentica l'amianto killer" (con dibattito
a seguito: interverrà l'onorevole Domenico Scilipoti ed i
Presidenti delle Associazioni dei Cittadini e Lavoratori esposti
e vittime dell'amianto) dell'Avv. Ezio Bonanni di Latina,
coinvolto nei maggiori processi per la messa al bando della
letale fibra killer (Eternit, Fibronit...). Riportiamo di
seguito un colloquio con l'autore, a cura di Fedele Boffoli.
Ezio
Bonanni, giovane avvocato dalle spalle già forti, lei è coinvolto
nei maggiori processi italiani per il riconoscimento dei più
basilari diritti degli esposti all'amianto e/o loro congiunti;
se dovesse descrivere in due parole la triste vicenda dell'amianto
in Italia e nel Mondo in quale maniera si esprimerebbe?
"L'amianto ha determinato, determina e, purtroppo, determinerà
la morte di migliaia di persone, spesso tra atroci sofferenze;
gli toglierà il respiro con l'asbestosi, o ne metastatizzerà
il corpo con il mesotelioma o con altri tumori. Ancora altre
migliaia di famiglie verranno sconvolte e distrutte".
"Lo
Stato dimentica l'amianto killer" non è solo il titolo del
suo recente libro (reperibile in internet) che presenterà
a Roma il 18 gennaio ma è soprattutto la storia dell'inadempienza
di uno Stato che ha, tristemente, privilegiato il profitto
alla salute di ignari lavoratori e cittadini.
"Purtroppo lo Stato si è mostrato per lungo tempo assente,
se non connivente. Per questo sarà chiamato a rispondere nelle
opportune sedi di giustizia anche internazionali, dal processo
Eternit, alla Corte europea dei diritti dell'uomo, dopo che
il Tar del Lazio ha accolto il nostro ricorso e censurato
l'operato sotto il profilo dell'esercizio della potestà regolamentare
dei Ministri del Lavoro e dell'Economia del Governo Prodi,
annullando parzialmente il decreto del marzo 2008 che avrebbe
voluto ridurre l'ambito di operatività dei benefici contributivi
per esposizione ad amianto".
Da lei citati in giudizio (per conto di suoi assistiti) risultano
addirittura la Presidenza del Consiglio dei Ministri dell'attuale
e precedente Governo; quali emergenze risultano agli atti
da tali incongruenti posizioni?
"Come ho anticipato, tanto per dirne una, non è condivisibile
che l'indulto abbia premiato anche gli imputati del processo
Eternit, e tutti coloro che sono responsabili delle morti
sul lavoro... Se ogni anno ci sono circa 1300 decessi per
infortuni sul lavoro e per malattie professionali altre migliaia
è evidente che si privilegia il profitto sulla vita umana".
Nella
corso della sua battaglia, assieme a irrinunciabili associazioni
di categoria (Associazione Vittime Amianto Nazionale Italiana,
Contramianto, Comitato di Difesa per la Salute nei Luoghi
di Lavoro e nel Territorio, AEA FVG, etc....), ha incontrato
numerosi ostacoli, posti da persone ed enti anche relativi
alle istituzioni e, mi diceva, anche minacce da ignoti...
"Le minacce non mi fanno paura. Chi ha paura è già morto e
la sua vita non ha senso. Che le vittime e gli esposti all'amianto
non vedano doverosamente rispettati i loro diritti, anche
dopo che è insorta la patologia, o per ottenere il giusto
indennizzo previdenziale, lo dimostra il contenzioso in corso".
La
strada per un riconoscimento di diritti a vittime ed esposti
è ancora lunga ed impervia. Sono state, addirittura, necessarie
denunce alla Corte Europea. Riusciremo ad ottenere alla fine
Verità e Giustizia?
"Abbiamo avviato azioni anche in sede internazionale, dopo
il ricorso alla Corte Europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo,
la denuncia, alla Commissione Europea, per avvio della procedura
di infrazione, per la violazione delle norme di diritto comunitario,
sempre in tema di amianto. Stiamo pensando anche ad un ricorso
ai competenti organi delle Nazioni Unite, in questa materia.
Forse qualcuno dimentica che l'Italia ha recepito norme e
Trattati che impongono la tutela nei luoghi di lavoro, che
presuppongono la rimozione dei cancerogeni, purtroppo tardivamente
come stanno a dimostrare le Sentenze della Corte di Giustizia
della Comunità Europea. Ci sono lavoratori ancora esposti
nei luoghi di lavoro ad oltre 100 fibre litro, ed anzi, questa
è la soglia indicata dalla legge, ma ciò ritengo non sia conforme
ai principi costituzionali di cui all'art. 32 Cost., che indica
la salute come bene irrinunciabile ed interesse della Collettività
ed è in contrasto anche con le norme internazionali ed i dettati
di cui ai Trattati delle Nazioni Unite".
 
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