Rosarno
: non facciamo regali alla mafia !
riceviamo
e pubblichiamo
Hanno
messo la polvere sotto il tappeto e la chiamano legalità.
Hanno massacrato degli innocenti e la chiamano applicazione
delle regole. Hanno mentito e continuano a mentire e lo chiamano
intervento dello Stato di diritto.
Siamo
increduli dinanzi a tutto ciò che è successo e ancora succede
ed ancora di più dinanzi a come tutto ciò viene dipinto, raccontato
e strumentalizzato Nella complessità e nei dubbi che gravitano
attorno al caso Rosarno noi due certezze le abbiamo e le vogliamo
urlare: il Governo sta facendo una cosa orribile e questa
società degli ingiusti sembra essere concepita per umiliare
sempre i più deboli.
Il governo ordisce trame di ipocrisia. Usa la parola immigrazione
come la userebbero dei bambini ma senza la stessa innocenza.
Senza capire o con la volontà di non far capire, omettendo
di porsi pubblicamente ulteriori problemi. La usa contro le
intelligenze proprie e quelle della gente, la usa contro i
diritti umani, contro l’impegno e la storia accogliente e
ospitale di questa terra. Rilegando questi eventi ad una dimensione
regionale e locale, così come fatto per la ‘ndrangheta deresponsabilizzando
l’autorità nazionale.
La
sua stupidità e il suo orgoglio sanciscono e sanciranno il
trionfo, già noto, delle mafie su quello che è il piccolo
feudo di Rosarno. Si sta intervenendo a favore della ‘ndrangheta.
Una città commissariata, ripetiamo commissariata, non poteva
non conoscere e non far conoscere al Governo che migliaia
di braccianti vivevano nella indigenza e nello sfruttamento.
Non poteva non sapere il ministrero degli interni attraverso
i suoi organi periferici che a Rosarno gonfiava la rabbia,
la rabbia vera, quella che proviene da una schiavitù rude
e barbara. La rabbia che viene dalla volontà di rivendicare
una esistenza da esseri umani.
Ma
la sottovalutazione del problema o peggio ancora la sua accettazione
rendono tutto più terribile. Adesso il Governo si finge eroe.
Ha legittimato la caccia al nero, con le sue parole e ha deportato
in silenzio chi ha gridato contro la mafia. E lo ha fatto
più volte a testa alta. Questa è la situazione. Gli immigrati,
seppure in forme condannabili, hanno denunciato la propria
schiavitù. Senza essere ascoltati. Abbiamo agito, noi come
popolo e come Stato, contro la dignità umana. Ma abbiamo agito
come agiamo purtroppo ogni giorno. Le bastonate, i silenzi,
le spranghe, le fucilate ai neri sono come la materializzazione
fisica di quella che è la quotidianità della nostra terra
dove ogni giorno si consumano altre piu silenziose offese
e umiliazioni verso chi non si arrende al malcostume, verso
chi resiste ai soprusi della malapolitica e delle organizzazioni
criminali, verso chi vorrebbe urlare contro le schivitù morali
e l'indifferenza.
A
noi calabresi della resistenza quotidiana spesso, proprio
come ai poveri immigrati, le forze congiunte di poteri corrotti
e incapaci ordinano o impngono l'esilio o la deportazione.
Siano essi giovani brillanti, siano essi immigrati sfruttati
viviamo spesso di una fine comune che si chiama esilio, espulsione.
Il sangue e le lacrime di oggi hanno lo stesso profumo delle
lacrime di ogni giorno di questa terra. Ci sforzeremo di dare
a questa vicenda, cosi complessa, cosi importante, il proprio
nome e le proprie parole. Lo stesso nome e le stesse parole
che le istituzioni pubbliche, le organizzazioni criminali
e media conniventi cercheranno di nascondere, di occultare
e peggio di manipolare.
Occorrerà
trasformare la "colpa secondo Maroni" (la regola morbida sugli
ingressi) nelle colpe quotidiane del nostro paese: il sonno
delle istituzioni locali e nazionali, i contributi all'agricoltura
che non impongono un monitoraggio stretto dei metodi e delle
regole sull'impiego bracciantile, l'assenza di ogni tipo di
discussione su come migliorare la competitività dei nostri
prodotti agricoli (dalla gabbie salariali ai contratti regionali
per diminuire il costo della forza lavoro in regioni svantaggiate),
il ruolo dell'Europa nella gestione dell'immigrazione, l'assenza
di un giornalismo presente e rigido che imponga alla politica
di rispondere e resocontare
Alla
mafia vorremmo che non si facesse alcun regalo, a cominciare
dalle parole!!!!
Associazione
Universitaria Calabrese Ulixes
 
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