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Rosarno
e la Rognetta degli schiavi africani in rivolta
riceviamo
e pubblichiamo
Hanno
ammazzato un negro di merda, questo era il titolo che provocatoriamente
dava la notizia dell’omicidio di Ibrahim M’Bodi, da 8 anni
in Italia, a Biella, a firma di Marco Sansoè: “Ibrahim
era nella tipica condizione di chi cerca lavoro e cambia lavori
che restano precari. Da qualche mese lavorava per un artigiano
edile, affittava, per vivere, uno spazio di proprietà dell’imprenditore.
Uno di quei padroni che gli osservatori economici considerano
la spina dorsale del nostro apparato produttivo! Quelli che
assumono in nero e sempre a termine, quelli nelle cui imprese
lavorano prevalentemente migranti, quelli nelle cui imprese
accadono molti incidente sul lavoro, quelli che evadono sempre
le tasse, uno di quelli che spesso non rispetta i patti. Uno
di quelle figure economiche dell’Italia dell’oggi e del domani
ha ucciso Ibrahim con nove coltellate e l’ha gettato in un
fosso nelle risaie vercellesi, per nasconderlo e per dimenticarlo.
L’ha ucciso perché chiedeva di essere pagato. A lavoro terminato,
non lo pagava da mesi, chiedeva ciò che gli spettava. Ma il
padrone è padrone e ha messo fine alle richieste insistenti
del migrante senegalese. Chissà se uccidendolo gli gridava
“negro di merda!”…”
Questo
accadeva e accade al Nord e al Sud. A maggio, venivano arrestati
3 imprenditori agricoli per associazione per delinquere finalizzata
alla riduzione in schiavitù, favoreggiamento dell’immigrazione
clandestina, induzione della prostituzione ed estorsione,
a Rosarno: “li destinavano al lavoro di braccianti agricoli
in condizioni disumane con ogni condizione climatica per nove-dieci
ore di seguito al giorno senza alcun dispositivo di protezione,
li percuotevano in caso di rallentamento nel ritmo di raccolta
degli agrumi e li obbligavano ad accettare un salario giornaliero
pari a 23,00 euro, cifra di molto inferiore rispetto alla
normale retribuzione giornaliera spettante ai braccianti”.
La
cronaca riporta quella calabrese, oggi, di Rosarno…io l’ho
letta su Indymedia Calabria: “Centinaia di auto distrutte,
cassonetti divelti e rovesciati sull’asfalto, ringhiere di
abitazioni danneggiate. E’ il bilancio di un pomeriggio di
guerriglia urbana a Rosarno, nella Piana di Gioia Tauro, per
la protesta di alcune centinaia di extracomunitari, lavoratori
dell’agricoltura, accampati in condizioni disumane in una
vecchia fabbrica in disuso e in un’altra struttura abbandonata.
Risale a maggio dello scorso anno l’arresto di tre imprenditori,
sempre a Rosarno, per “riduzione in schiavitù” di alcuni immigrati.
A dicembre del 2008, invece, un episodio simile a quello di
oggi: due giovani a bordo di un’auto spararono alcuni colpi
di pistola contro due ragazzi africani di ritorno dai campi.
Anche in qual caso gli extracomunitari reagirono con una violenta
protesta. A fare scoppiare la rivolta è stato il ferimento
con un’arma ad aria compressa, da parte di un gruppo di sconosciuti,
di alcuni cittadini extracomunitari. I feriti – tra i quali
c’è anche un rifugiato politico del Togo con regolare permesso
di soggiorno – non destano particolari preoccupazione, ma
la volontà di reagire che covava da tempo nella colonia di
lavoratori ammassati nella struttura in condizioni ai limiti
del sopportabile (e di altri nelle stesse condizioni a Gioia
Tauro in locali dell’Ex Opera Sila) non ci ha messo molto
ad esplodere.Armati di spranghe e bastoni, gli extracomunitari
in larga parte provenienti dall’Africa hanno invaso la strada
statale che attraversa Rosarno mettendo a ferro e fuoco alcune
delle vie principali: dalle auto – in qualche caso anche con
persone a bordo – alle abitazioni, ai cassonetti dell’immondizia.
A nulla è valso l’intervento di polizia e carabinieri in assetto
antisommossa, schierati di fronte ai più agguerriti, un centinaio
di persone tenute sotto stretto controllo. In serata sono
arrivati i rinforzi e si è tentata una trattativa per far
rientrare la protesta. Anche la popolazione ha reagito e,
in queste ore, alcuni giovani di Rosarno, circa un centinaio,
stanno seguendo l’evolversi della situazione ad alcuni metri
dalle forze dell’ordine. Sul posto tutti i dirigenti dei commissariati
di Pubblica sicurezza e delle compagnie di carabinieri della
Piana. Tra Rosarno, l’ex fabbrica in disuso, e Gioia Tauro,
sono circa 1.500 gli extracomunitari che lavorano come manodopera
nell’agricoltura”.
Un
commento, proveniente da Terre Libere, racconta anche questo:”Dormono
in tubi di metallo, vivono in ex fabbriche abbandonate, sono
diventati l`occasione per progetti fumosi e strampalati, lavorano
per pochi soldi in condizioni durissime. E soprattutto non
ne possono più di sopportare la violenza gratuita di mafiosi
e balordi. La polizia ha effettuato alcuni arresti. Ci sarebbero
feriti italiani, oltre ai due ragazzi stranieri colpiti con
fucili ad aria compressa. In contrada Spartimento, nei pressi
dell`ex Opera Sila di Gioia Tauro che ospita centinaia di
raccoglitori di arance, due africani sono stati feriti con
un fucile ad aria compressa nel pomeriggio. Uno di loro è
un rifugiato politico del Togo con regolare permesso di soggiorno.
Le condizioni delle persone ferite portate nell`ospedale di
Gioia Tauro non sarebbero gravi. A seguito dell`episodio alcune
centinaia di africani hanno iniziato a protestare bruciando
dei copertoni. Stessa reazione, appena si è diffusa la notizia
dei ferimenti, c`è stata nell`ex fabbrica Rognetta di Rosarno.
Più tardi, in serata, sono state danneggiate diverse auto
nella cittadina della Piana. Dopo l`arrivo dei rinforzi di
polizia e carabinieri, si è cercata una mediazione. La trattativa
si è svolta in un clima di grande tensione. Gli abitanti di
Rosarno avevano inveito contro gli immigrati mentre questi,
nel loro tragitto, danneggiavano tutto ciò che incontravano
sulla loro strada. Tra Rosarno e Gioia Tauro ci sono almeno
1.500 immigrati che lavorano nella raccolta delle arance.
Gli africani vivono in due strutture abbandonate, la Rognetta
nel centro di Rosarno e l`ex Opera Sila nei pressi Gioia Tauro.
Sono l`ultimo anello di un sistema malato, segnato da sfruttamento
e leggi razziste. Una filiera mafiosa che penalizza i lavoratori,
un sistema di regole che impedisce loro di vivere in maniera
dignitosa. Nel corso degli anni sono sempre stati vittime
di atti di violenza. L`anno scorso hanno detto basta, dopo
il ferimento di due di loro. Sembrava fosse chiara la determinazione
della comunità africana a non accettare ulteriori atti di
violenza nei loro confronti. Ed invece, è accaduto ancora
una volta”.
Nel
passaggio tra la fine e l’inizio del nuovo anno, scrivevo
che mi mancavano gli auguri scomodi di Tonino Bello, di come
se la passano quegli africani, regolari, che sono sistemati
al Ferrhotel di Bari,di certe cene in solidarietà per fargli
avere acqua e luce …roba da carità cristiana…? Rosarno passa
alla cronaca per ben altro oggi e campeggia tragicamente su
wikipedia il brano di Ferdinando nunziante introduttivo:«Dalla
terrazza di Largo Bellavista, ove sorge il Monumento ai Caduti,
si gode uno splendido panorama: “lo sguardo abbraccia tutta
la conca circoscritta dal capo Vaticano ad Aspromonte ed al
Monte Sant’Elia. Olivi, vigne, profumati aranceti verdeggiano
sino alla bianca fascia della spiaggia in mezzo alla quale
si scorge S. Ferdinando, lambito dal mare. E all’estremo orizzonte,
magnifico sfondo al mirabile quadro, le isole Eolie raggruppate
intorno a Stromboli e la Sicilia con l’Etna che non abbandona
d’inverno il suo candido manto di neve. Pochi paesaggi, specialmente
la sera verso il tramonto, quando il sole va a nascondersi
dietro alle isole ed il cielo arrossa di bagliori di porpora
e d’oro, son più belli e suggestivi! »
Rosarno
dichiara 15.885 abitanti e da un rapporto di Medici Senza
Frontiere “ospita più di 5000 immigrati, 23 diverse nazionalità,
tra extra-comunitari e comunitari, che ne fanno la terza zona
d’Italia ad alta densità di stranieri in rapporto alla popolazione
residente, dopo Napoli e Foggia”. Nel 2004 il presidente della
Repubblica la eleva al titolo di Città su proposta del Ministro
dell’Interno: “Il suo territorio (di cui 120 ettari sono parte
del Piano Regolatore predisposto dall’ASI – Area Sviluppo
Industriale – per gli insediamenti industriali) è la porta
di ingresso terrestre (ferroviaria ed autostradale) al porto
di Gioia Tauro ed alle aree destinate agli insediamenti produttivi”.
Questa
mattina un’ascoltatrice di Prima Pagina, si chiedeva se saranno
loro, gli schiavi clandestini, a liberarci dalla Mafia, ‘che
se volete gli date un’altra connotazione campanilistica alla
parola, che non ci manca l’Offerta di ‘ndrangheta,camorra,sacra
corona unita raccontata dal Cantastorie. Talvolta
gli schiavi si ribellano, l’ Apartheid come quello israeliano
e il molto più noto afro americano, combina a volte anche
di questi scherzi, rendendo incivile la rivolta, la città,
gli abitanti.La Produzione combina anche di questi incidenti
di percorso, una vera e propria Rognetta, era sugli schermi
a dicembre del 2008. Diamo da mangiare agrumi ai nostri figli,
contengono tante vitamine che proteggono da certe malattie
spaventose…e magari a ritmo di una tarantella che fa colore
in tanto buio come La bampa di lu focu cantata da Otello Profazio,
a Rosarno.
Doriana
Goracci
«Ci
furono tempi felici in cui si poteva scegliere liberamente:
meglio morti che schiavi, meglio morire in piedi che vivere
in ginocchio. E ci furono tempi infami in cui intellettuali
rincretiniti hanno dichiarato che la vita è il sommo dei beni.
Oggi sono arrivati i tempi terribili in cui ogni giorno si
dimostra che la morte dà inizio al suo governo del terrore
esattamente quando la vita è diventata il sommo bene; che
chi preferisce vivere in ginocchio, muore in ginocchio; che
nessuno può essere ucciso più facilmente di uno schiavo. Noi
viventi dobbiamo imparare che non si può nemmeno vivere in
ginocchio, che non si diventa immortali se si corre dietro
alla vita, e che, se non si vuole più morire per nulla, si
muore nonostante non si sia fatto nulla.»“.
 
La
vignetta di Bandanax (1)
La
vignetta di Bandanax (2)
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