Osservatorio sulla legalita' e sui diritti
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14 ottobre 2010
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Privacy e anagrafe docenti : il Garante risponde all'Osservatorio
di Mauro W. Giannini

Il Garante per la Privacy sara' vigile riguardo all'anagrafe nazionale telematica dei docenti e quella degli studenti di cui il ministro Gelmini ha parlato come una iniziativa di prossima realizzazione. Lo ha assicurato l'Ufficio del Garante rispondendo ad una richiesta dell'Osservatorio sulla legalita' e sui diritti Onlus.

Il presidente dell'Osservatorio, Rita Guma, vista anche la precedente esperienza dei dati dei contribuenti inseriti on line dal competente Ministero e poi eliminati solo tardivamente, aveva scritto a Garante la scorsa settimana in merito alla recentissima iniziativa del Ministero dell'Istruzione di cui aveva parlato un articolo del Corriere della sera dell'8 ottobre (Scuola - Le schede dei docenti sul sito del ministero dall’inizio del 2011 Finirà in rete il curriculum di un milione di insegnanti I dati anagrafici, la carriera e la conoscenza dell’inglese) in cui si chiariva che - nelle intenzioni del ministro - vi compariranno i dati anagrafici e le sedi lavorative correnti dei docenti.

Si tratta, secondo il quotidiano, di una iniziativa "prevista da un regolamento firmato dal ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. (...) in quel testo, all’ultimo momento, il consigliere del ministro Max Bruschi ha infilato il passaggio sui curriculum. (...) Per ogni insegnante—oltre ai «dati anagrafici» e quindi al luogo e alla data di nascita — saranno elencate una serie di voci standard: il titolo di studio, cioè laurea o diploma; le abilitazioni, cioè le materie che può insegnare; la scuola dove insegna e quelle dove ha lavorato prima; le eventuali pubblicazioni di libri o articoli; le eventuali specializzazioni, cioè i corsi seguiti dopo la laurea o il diploma; le certificazioni «con particolare riferimento alla lingue straniere e alle competenze informatiche» (...) Dopo il via libera del Consiglio superiore della pubblica istruzione di due giorni fa adesso il parere sarà trasmesso al Parlamento per il parere delle commissioni (obbligatorio ma non vincolante) per poi passare in consiglio dei ministri. (...) I tecnici del ministero dell’Istruzione dicono che il sistema potrebbe andare a regime a partire dall’inizio del 2011, comunque in tempo per il prossimo anno scolastico. E assicurano che l’obiettivo è aiutare famiglie e studenti a capire in che scuola stanno per entrare, in modo da valutare le alternative possibili".

In base a tale notizia, l'Osservatorio esponeva al Garante Privacy le seguenti ragioni di preoccupazione:

1) dubbio sul fatto che sia lecito inserire on line - e quindi conoscibili a tutti - i dati anagrafici dei cittadini in generale

2) il fatto che alcuni docenti, a part-time o meno, svolgono in modo legale altre attivita' professionali (che sono autorizzate dal dirigente scolastico, ndr) e la diffusione dei dati potrebbe confliggere con queste ultime

3) con il bullismo dilagante - che produce situazioni a rischio per i docenti, causa allievi sempre piu' violenti (e a volte genitori violenti, come dimostrano vari casi di cronaca) - puo' risultare pericoloso pubblicizzare le sedi correnti di lavoro di docenti che potrebbero aver chiesto il trasferimento per sfuggire alle mire di soggetti disturbati; fra l'altro con i fatti di violenza che si verificano in tante scuole, molti docenti saranno sempre piu' chiamati a testimoniare in tribunale contro gli autori delle sopraffazioni nei confronti di propri allievi, e rendere identificabili le loro nuove sedi lavorative (visto che non e' ragionevole prevedere un programma di protezione testimoni per simili casi) e' quantomeno imprudente. Preoccupazione suffragata da tanti articoli di cronaca di questi ultimi anni su abusi ai danni di allievi portatori di handicap e abusi sessuali su minorenni, sull'aumento di bulli e di ragazzi che portano il coltello a scuola, e dall'esperienza dell'Osservatorio, secondo cui nelle scuole piu' a rischio le minacce, i tagli alle gomme dei docenti, i taglieggiamenti ai danni dei compagni di scuola, i furti e le aggressioni anche serie (che non sempre vengono denunciate dalle famiglie e che comunque non vanno tutte sui giornali per tutelare i minori) sono d'attualita'.

4) e' rischioso rendere reperibili i docenti da parte di soggetti esterni alla scuola. Alcuni docenti, infatti, come quelli operanti in organizzazioni per la legalita' o i diritti, svolgono attivita' di volontariato contro organizzazioni criminali o in attivita' svolte in attuazione dell'art. 21 della Costituzione in favore di immigrati e donne maltrattate, il che li fa identificare come bersagli da parte di gruppi di fanatici; infatti, mentre ad oggi tali docenti possono tutelare il proprio domicilio chiedendo alle compagnie telefoniche l'omissione del proprio numero telefonico sui data base cartacei e on line nonche' negando l'autorizzazione alla diffusione dei propri dati in ogni altro caso a norma del TU sulla privacy, una anagrafe come quella descritta renderebbe queste persone facilmente reperibili e in una sede, peraltro, dove non si aspettano aggressioni esterne (aggressioni che metterebbero a rischio anche gli studenti). Si realizzerebbe peraltro una disparita' fra i docenti che operino nell'associazionismo e tutti gli altri operatori del volontariato i cui dati sono inconoscibili dalla massa dei cittadini.

Tutto cio' - notava il presidente dell'Osservatorio "a fronte di un vantaggio nullo, se non addirittura di un danno d'immagine per molti, dato che con le attuali regole limitative del numero di allievi per classe e con l'assegnazione ritardata dei docenti sulle classi e' praticamente soltanto un'utopia l'idea di farsi inserire in una classe per via della bravura di un dato docente, quindi la citata anagrafe non potrebbe avere alcuna utilita' in tal senso e inoltre il ministero ignora - e non potrebbe quindi inserire nel curriculum - molte delle competenze dei docenti ulteriori rispetto a quelle richieste dalla classe di concorso. Insomma, molti rischi e una ipotetica 'trasparenza' inutile, se non per l'immagine 'riformatrice' del ministro".

Altrettanto preoccupa l'Osservatorio l'anagrafe degli studenti, sia per la diffusione dei loro dati anagrafici, sia perche', laddove figli di docenti, magistrati, esponenti delle forze dell'ordine, giornalisti d'inchiesta o personaggi noti o facoltosi, si aggiungerebe il timore dell'estensione ai propri figli - in ragione del legame di parentela - dei rischi peculiari delle diverse professioni citate.

"L'eventuale limitazione (per ora non emersa) che tali data-base possano essere consultati soltanto limitatamente al mondo della scuola, non traquillizza ne' nel primo ne' nel secondo caso e per nessuno dei profili esposti, dato che, per raggiungere le finalita' dichiarate dal ministero, la consultazione dovrebbe essere giocoforza aperta a tutte le famiglie, e quindi a decine di milioni di genitori e ragazzi, cioe' quasi tutta l'Italia. - concludeva il presidente dell'Osservatorio - Anche il tracciamento con codici dei richiedenti le singole informazioni sarebbe inutile, dato che in questo caso il rischio non sarebbe - come in altre situazioni - quello di una mera fuga di notizie, ma di attivita' violente, e poter stabilire in seguito chi sia stato l'autore di un gesto violento sarebbe forse un deterrente per alcuni ma una ben magra consolazione per chi sia rimasto - egli o i propri figli - vittima di qualche psicolabile o criminale".

Nella sua risposta l'Ufficio del Garante ha chiarito che un provvedimento del genere non e' giunto al suo esame e che soltanto qualora presentato in forma organica ed avviato a divenire legge il Garante sarebe chiamato ad esprimere un proprio parere per quanto nelle sue competenze. Dallo scambio di opinioni fra l'Uficio del Garante e il presidente dell'Osservatorio, e' comunque emerso che non ci sarebbero molti margini per un provvedimento del genere sotto il profilo della protezione dei dati personali.


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