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Privacy
e anagrafe docenti : il Garante risponde all'Osservatorio
di
Mauro W. Giannini
Il Garante per la Privacy sara' vigile riguardo all'anagrafe
nazionale telematica dei docenti e quella degli studenti di
cui il ministro Gelmini ha parlato come una iniziativa di
prossima realizzazione. Lo ha assicurato l'Ufficio del Garante
rispondendo ad una richiesta dell'Osservatorio sulla legalita'
e sui diritti Onlus.
Il
presidente dell'Osservatorio, Rita Guma, vista anche la precedente
esperienza dei dati dei contribuenti inseriti on line dal
competente Ministero e poi eliminati solo tardivamente, aveva
scritto a Garante la scorsa settimana in
merito alla recentissima iniziativa del Ministero dell'Istruzione
di cui aveva parlato un articolo del Corriere della sera dell'8
ottobre (Scuola - Le schede dei docenti sul sito del ministero
dall’inizio del 2011 Finirà in rete il curriculum di un milione
di insegnanti I dati anagrafici, la carriera e la conoscenza
dell’inglese) in cui si chiariva che - nelle intenzioni del
ministro - vi compariranno i dati anagrafici e le sedi lavorative
correnti dei docenti.
Si
tratta, secondo il quotidiano, di una iniziativa "prevista
da un regolamento firmato dal ministro dell’Istruzione Mariastella
Gelmini. (...) in quel testo, all’ultimo momento, il consigliere
del ministro Max Bruschi ha infilato il passaggio sui curriculum.
(...) Per ogni insegnante—oltre ai «dati anagrafici» e quindi
al luogo e alla data di nascita — saranno elencate una serie
di voci standard: il titolo di studio, cioè laurea o diploma;
le abilitazioni, cioè le materie che può insegnare; la scuola
dove insegna e quelle dove ha lavorato prima; le eventuali
pubblicazioni di libri o articoli; le eventuali specializzazioni,
cioè i corsi seguiti dopo la laurea o il diploma; le certificazioni
«con particolare riferimento alla lingue straniere e alle
competenze informatiche» (...) Dopo il via libera del Consiglio
superiore della pubblica istruzione di due giorni fa adesso
il parere sarà trasmesso al Parlamento per il parere delle
commissioni (obbligatorio ma non vincolante) per poi passare
in consiglio dei ministri. (...) I tecnici del ministero dell’Istruzione
dicono che il sistema potrebbe andare a regime a partire dall’inizio
del 2011, comunque in tempo per il prossimo anno scolastico.
E assicurano che l’obiettivo è aiutare famiglie e studenti
a capire in che scuola stanno per entrare, in modo da valutare
le alternative possibili".
In
base a tale notizia, l'Osservatorio esponeva al Garante Privacy
le seguenti ragioni di preoccupazione:
1)
dubbio sul fatto che sia lecito inserire on line - e quindi
conoscibili a tutti - i dati anagrafici dei cittadini in generale
2)
il fatto che alcuni docenti, a part-time o meno, svolgono
in modo legale altre attivita' professionali (che sono autorizzate
dal dirigente scolastico, ndr) e la diffusione dei dati potrebbe
confliggere con queste ultime
3)
con il bullismo dilagante - che produce situazioni a rischio
per i docenti, causa allievi sempre piu' violenti (e a volte
genitori violenti, come dimostrano vari casi di cronaca) -
puo' risultare pericoloso pubblicizzare le sedi correnti di
lavoro di docenti che potrebbero aver chiesto il trasferimento
per sfuggire alle mire di soggetti disturbati; fra l'altro
con i fatti di violenza che si verificano in tante scuole,
molti docenti saranno sempre piu' chiamati a testimoniare
in tribunale contro gli autori delle sopraffazioni nei confronti
di propri allievi, e rendere identificabili le loro nuove
sedi lavorative (visto che non e' ragionevole prevedere un
programma di protezione testimoni per simili casi) e' quantomeno
imprudente. Preoccupazione suffragata da tanti articoli di
cronaca di questi ultimi anni su abusi ai danni di allievi
portatori di handicap e abusi sessuali su minorenni, sull'aumento
di bulli e di ragazzi che portano il coltello a scuola, e
dall'esperienza dell'Osservatorio, secondo cui nelle scuole
piu' a rischio le minacce, i tagli alle gomme dei docenti,
i taglieggiamenti ai danni dei compagni di scuola, i furti
e le aggressioni anche serie (che non sempre vengono denunciate
dalle famiglie e che comunque non vanno tutte sui giornali
per tutelare i minori) sono d'attualita'.
4) e' rischioso rendere reperibili i docenti da parte di soggetti
esterni alla scuola. Alcuni docenti, infatti, come quelli
operanti in organizzazioni per la legalita' o i diritti, svolgono
attivita' di volontariato contro organizzazioni criminali
o in attivita' svolte in attuazione dell'art. 21 della Costituzione
in favore di immigrati e donne maltrattate, il che li fa identificare
come bersagli da parte di gruppi di fanatici; infatti, mentre
ad oggi tali docenti possono tutelare il proprio domicilio
chiedendo alle compagnie telefoniche l'omissione del proprio
numero telefonico sui data base cartacei e on line nonche'
negando l'autorizzazione alla diffusione dei propri dati in
ogni altro caso a norma del TU sulla privacy, una anagrafe
come quella descritta renderebbe queste persone facilmente
reperibili e in una sede, peraltro, dove non si aspettano
aggressioni esterne (aggressioni che metterebbero a rischio
anche gli studenti). Si realizzerebbe peraltro una disparita'
fra i docenti che operino nell'associazionismo e tutti gli
altri operatori del volontariato i cui dati sono inconoscibili
dalla massa dei cittadini.
Tutto
cio' - notava il presidente dell'Osservatorio "a fronte
di un vantaggio nullo, se non addirittura di un danno d'immagine
per molti, dato che
con le attuali regole limitative del numero di allievi per
classe e con l'assegnazione ritardata dei docenti sulle classi
e' praticamente soltanto un'utopia l'idea di farsi inserire
in una classe per via della bravura di un dato docente, quindi
la citata anagrafe non potrebbe avere alcuna utilita' in tal
senso e inoltre
il ministero ignora - e non potrebbe quindi inserire nel curriculum
- molte delle competenze dei docenti ulteriori rispetto a
quelle richieste dalla classe di concorso. Insomma, molti
rischi e una ipotetica 'trasparenza' inutile, se non per l'immagine
'riformatrice' del ministro".
Altrettanto
preoccupa l'Osservatorio l'anagrafe degli studenti, sia per
la diffusione dei loro dati anagrafici, sia perche', laddove
figli di docenti, magistrati, esponenti delle forze dell'ordine,
giornalisti d'inchiesta o personaggi noti o facoltosi, si
aggiungerebe il timore dell'estensione ai propri figli - in
ragione del legame di parentela - dei rischi peculiari delle
diverse professioni citate.
"L'eventuale
limitazione (per ora non emersa) che tali data-base possano
essere consultati soltanto limitatamente al mondo della scuola,
non traquillizza ne' nel primo ne' nel secondo caso e per
nessuno dei profili esposti, dato che, per raggiungere le
finalita' dichiarate dal ministero, la consultazione dovrebbe
essere giocoforza aperta a tutte le famiglie, e quindi a decine
di milioni di genitori e ragazzi, cioe' quasi tutta l'Italia.
- concludeva il presidente dell'Osservatorio - Anche il tracciamento
con codici dei richiedenti le singole informazioni sarebbe
inutile, dato che in questo caso il rischio non sarebbe -
come in altre situazioni - quello di una mera fuga di notizie,
ma di attivita' violente, e poter stabilire in seguito chi
sia stato l'autore di un gesto violento sarebbe forse un deterrente
per alcuni ma una ben magra consolazione per chi sia rimasto
- egli o i propri figli - vittima di qualche psicolabile o
criminale".
Nella
sua risposta l'Ufficio del Garante ha chiarito che un provvedimento
del genere non e' giunto al suo esame e che soltanto qualora
presentato in forma organica ed avviato a divenire legge il
Garante sarebe chiamato ad esprimere un proprio parere per
quanto nelle sue competenze. Dallo scambio di opinioni fra
l'Uficio del Garante e il presidente dell'Osservatorio, e'
comunque emerso che non ci sarebbero molti margini per un
provvedimento del genere sotto il profilo della protezione
dei dati personali.
 
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